La Tularemia, Rogna Sarcoptica e Trombiculiasi sono alcune delle zoonosi più diffuse. In questo articolo (e nel precedente) prenderemo in esame alcune di queste zoonosi più diffuse e impareremo a conoscerle meglio.
Come detto precedentemente, il contagio di una malattia virale, batterica, fungina o parassitaria può avvenire sia per contatto diretto con l’animale ammalato ed eliminatore (che diffonde il patogeno ) oppure in modo indiretto tramite il contatto con materiali infetti, terreno imbrattato, acqua inquinata oppure insetti vettori come zecche o pulci.
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LA TULAREMIA
Si tratta di una zoonosi da non sottovalutare perché molto diffusa in tutto l’emisfero settentrionale: sono stati segnalati casi in Italia, Bulgaria, Slovacchia, Croazia, Francia.
Il contagio nell’uomo avviene sia attraverso il contatto diretto con animali infetti (Lepri), oppure indiretto attraverso l’ingestione di acque contaminate o carni poco cotte, o infine attraverso la puntura di una zecca infetta.
I sintomi sono caratterizzati da ulcera nel punto di penetrazione del batterio (Francisella tularensis), aumento di volume dei linfonodi, febbre e malessere generale. I topi campagnoli e le lepri sono i serbatoi di questa malattia.
LA ROGNA SARCOPTICA
In questo caso il “colpevole” è un acaro: Sarcoptes scabiei, visibile solo al microscopio capace di scavare gallerie nella cute dell’animale o dell’uomo. La rogna o scabbia causa un intenso prurito, alopecia, irritazioni.
Può colpire vari animali selvatici (per esempio ricci, volpi, caprioli, cervi, cinghiali) ma in genere la trasmissione all’uomo avviene per contatto diretto (mani o braccia) da animali fortemente infestati, in particolare cinghiali. E’ curabile ma è molto fastidiosa!
LA TROMBICULIASI
La trombiculosi è una parassitosi umana occasionale che si manifesta con una dermatosi con lesioni simili a punture di insetto.
È causata da un acaro della famiglia delle trombiculidae, la Trombicula autumnalis, che vive sui vegetali, specialmente nelle boscaglie. Questi parassiti appaiono come piccoli insetti rossi simili a granelli di sabbia.
L’uomo è ospite occasionale e si contagia, durante l’estate-autunno, camminando o lavorando tra i cespugli, sugli alberi, ai margini dei boschi: sono quindi a rischio contagio contadini, boscaioli, potatori, cacciatori, cercatori di funghi, gitanti ecc.
In genere la trombicula predilige uccelli o piccoli mammiferi (topi, scoiattoli, pipistrelli) ma le larve talvolta possono attaccarsi alla cute senza peli dell’uomo.
L’azione allergizzante è causata da enzimi litici secreti con la saliva per favorire il distacco di cellule cutanee di cui l’insetto si nutre.
Come per tutti i parassiti esterni quali zecche, pulci, acari, la prevenzione migliore consiste nel dotarsi di un vestiario adeguato in previsione di una gita in campagna o nei boschi: pantaloni lunghi,infilati nelle scarpe, calzettoni, scarpe alte o scarponi, camice a maniche lunghe con polsini o colletto abbottonato.
Se il caldo torrido ci costringe a spogliarci un po’ (maniche corte o scarpe leggere) al ritorno a casa è indispensabile fare subito una doccia calda, sfregando bene la cute per rimuovere eventuali larve che si sono già insediate.