Il 17 maggio scorso a Bologna in occasione della 20a edizione di Zoomark, la fiera internazionale del petfood e del petcare, è stato presentato il XVI Rapporto Assalco-Zoomark.
La pubblicazione è realizzata annualmente da Assalco (Associazione nazionale tra le imprese per l’alimentazione e la cura degli animali da compagnia) e documenta l’evoluzione del mercato e l’importanza degli animali da compagnia in famiglia e nella società.
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Sempre più animali da compagnia
Secondo i dati raccolti dalla società di ricerche di mercato Euromonitor, con una stima di 64,95 milioni di esemplari, nel 2022 il numero di pet in Italia è rimasto stabile rispetto all’anno precedente.
Nelle case degli italiani sono presenti 19 milioni cani e oltre 10 milioni gatti.
Accanto a questi, le stime parlano di quasi 30 milioni di pesci detenuti in acquari familiari, 12,88 milioni di uccelli ornamentali, 1,8 milioni di piccoli mammiferi e 1,4 milioni di rettili.
Si prevede che, grazie alla prossima implementazione della nuova anagrafe degli animali da compagnia o Sistema informativo nazionale degli animali da compagnia (SINAC), in futuro le stime potranno essere più precise.
La pandemia ha inciso sulla propensione degli italiani all’adozione di un animale da compagnia.
Dal Rapporto Italia 2022 di Eurispes risulta infatti che il 37,7% degli italiani dai 18 anni in su ha dichiarato di avere un animale.
Come a livello europeo, questo dato è in crescita rispetto agli anni precedenti (era il 32,4% nel 2018 e il 33,6% nel 2019), così come quello relativo a coloro che possiedono più di un animale (9,9% nel 2015 contro il 17,2% nel 2022).
Nel 2022 Doxa ha realizzato per Assalco un sondaggio da cui è emerso che il 42% delle famiglie italiane è proprietario di uno o più animali da compagnia: il 28% ha almeno un cane e il 22% almeno un gatto.
L’aumento dei cani di razza
Oltre al progressivo incremento degli animali da compagnia, un particolare degno di nota, segnalato dal Rapporto, è la crescita della diffusione dei cani di razza.
Nel solo 2021 sono stati iscritti al Libro genealogico ENCI 198.172 nuovi cani, il valore più alto degli ultimi dieci anni.
Prima della pandemia, nel 2019, le iscrizioni erano state 158.125.
Il numero totale di cani registrati dalle anagrafi regionali è ufficialmente di 13.932.258 soggetti (di proprietà e affidati ai rifugi).
Il numero di ingressi nei canili sanitari nel 2020 è stato di 76.192 fra cani e gatti, sceso a 72.115 nel 2021.
Pet in salute mantengono in salute
La diffusione degli animali da compagnia in Italia (il terzo Paese in Europa dopo Germania e Francia) è legata ai benefici che questo tipo di relazione affettiva apporta alla qualità della vita.
Infatti, in base al Censis, mentre il 57% di chi possiede un pet si dichiara in buona od ottima salute, tra chi non ha animali in casa la percentuale scende al 48%.
Indicativo, inoltre, il dato che l’animale è molto presente anche nelle case di chi è single (54%).
Fattori di prevenzione e benessere per gli animali da compagnia
Per quanto riguarda la salute dei pets, tra i fattori di prevenzione e benessere i Medici veterinari attribuiscono maggiore importanza alla corretta alimentazione/nutrizione, seguita dall’uso di prodotti di igiene e di pulizia e dalle occasioni di vita attiva, come passeggiate e frequentazione di aree libere o dedicate agli animali da compagnia.
Rispetto all’alimentazione, i medici veterinari concordano con l’assunto che il petfood offre garanzie di sicurezza alimentare e di appropriatezza nutrizionale superiori a modelli alimentari alternativi (quali diete raw o vegane) o casalinghi, come la somministrazione di pasti/avanzi della famiglia.
Inoltre, si dichiarano molto d’accordo con l’assunto che il petfood offra formulazioni indicate per prevenire e affrontare stati di malattia o patologie.
Le spese per la salute dei pet
Per quanto riguarda la reazione all’inflazione e ai rincari, conseguenze della guerra e della crisi energetica, si è visto che un quarto dei proprietari non ha modificato la spesa complessiva per i propri pet (26%) e la maggioranza (61%) afferma di valutare altre rinunce prima degli acquisti per i propri pet.
Per quel che riguarda le cure medico-veterinarie, i proprietari possono essere indotti a riflettere sulle spese riguardanti prestazioni avanzate, come la diagnostica e la chirurgia specialistica, a chiedere una dilazione dell’onorario o a rinunciarvi.
Le polizze assicurative per cure veterinarie sono indicate dalla maggioranza dei Medici veterinari come la forma di agevolazione che dovrebbe essere maggiormente sviluppata.
Possibili riflessi della modifica costituzionale
Infine, il Rapporto segnala che alla novità rappresentata dalla modifica dell’art. 9 della Costituzione (Legge costituzionale 11 febbraio 2022, n. 1), che disciplina i modi e le forme di tutela degli animali, andrebbe affiancata una svolta nell’approccio alla salute animale intesa come bene di rilevanza pubblica.
In questo senso sono alcune richieste di diverse Associazioni veterinarie e animaliste ai Ministeri delle Finanze e della Salute per una fiscalità più equa per il benessere animale e contro l’abbandono:
- collocazione delle prestazioni veterinarie nell’aliquota agevolata IVA (10%), in quanto dichiarate “servizi essenziali” alla sanità animale e alla sanità pubblica;
- valutazione dell’esenzione dall’IVA per le prestazioni veterinarie corrispondenti a obblighi di legge (ad esempio identificazione e registrazione degli animali da compagnia) o riconducibili ai LEA (ad ad esempio sterilizzazione anti-randagismo) o ad azioni di tutela della sanità pubblica (ad esempio vaccinazioni/trattamenti anti-zoonosi);
- collocazione del petfood nello scaglione agevolato IVA;
- salvaguardia della detraibilità fiscale delle spese veterinarie.
Il XVI Rapporto Assalco-Zoomark è disponibile sul sito dell’Associazione: www.assalco.it