Il senso del gusto nel gatto? Come è riportato da uno studio in National Geographic del Dicembre 2005 i gatti non sono in grado di apprezzare il sapore dolce, a causa di una mutazione genetica avvenuta agli albori della sua storia evolutiva.
Alcuni scienziati pensano che ciò sia correlato al fatto che la dieta naturale del gatto è ricca di proteine, anche se non è chiaro se questa sia la causa o il risultato.
LA LINGUA DEL GATTO: UN’ESPLOSIONE DI RECETTORI
Dei recettori dei sapori altamente discriminanti hanno valso ai gatti la fama di mangiatori schizzinosi; in realtà i gatti hanno evoluto il senso del gusto per distinguere ciò che è buono per loro da ciò che non lo è.
File di piccole proiezioni uncinate, dette “papille”, coprono la punta, i lati e il fondo della lingua e della gola.
Ogni papilla può alloggiare da poche dozzine a parecchie centinaia di recettori (un cane ne ha solo circa 2,000 in tutta la lingua).
Come altri carnivori, i gatti preferiscono i cibi salati, amari e acidi mentre non apprezzano il sapore dolce.
Essi hanno problemi nella digestione degli zuccheri e spesso finiscono con l’andare in diarrea quando li mangiano.
Alcuni gatti domestici possono occasionalmente sviluppare una vera passione per i dolci ad esempio per la cioccolata (che però fa loro davvero male) e le uvette.
In generale, sebbene i gatti preferiscano grassi e aminoacidi che si trovano nella carne, sebbene spesso mangino soltanto certe parti di una preda basate sul gusto, sceglieranno un particolare tipo di croccantini a causa del sapore.
Quando un gatto assaggia qualche cosa di sgradevole o tossico, la reazione tipica difensiva è una imponente scialorrea (intensa salivazione) che serve a diluire ed espellere la sostanza responsabile di quel sapore sgradevole.
Comunque la lingua del gatto è più di un organo del gusto. Chiunque che sia stato leccato dal proprio gatto, sa che la sua lingua è incredibilmente ruvida.
Le papille rivolte indietro che rivestono la lingua e che graffiano la vostra pelle quando il gatto vi lecca sono utilizzati come” pettine incorporato” durante le sessioni di toelettatura e per raschiare la carne dalle ossa delle prede.
FONTE: ANFI