Se, durante una passeggiata o un’escursione nel bosco, incontriamo un piccolo di capriolo, magari nascosto e immobile fra la vegetazione boschiva e dei campi, come bisogna comportarsi?
“Non toccare i piccoli di capriolo” è il grido d’allarme che ogni tarda primavera le varie amministrazioni portano all’attenzione di tutti i cittadini e frequentatori della montagna.
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La madre è nelle vicinanze e si avvicina con regolarità al piccolo di capriolo
Il capriolo ha sviluppato nella fase del parto e del successivo svezzamento del piccolo un comportamento singolare con un significato antipredatorio.
Il piccolo non segue la madre nei suoi spostamenti, come invece avviene in molte altre specie.
Il cucciolo rimane nel bosco affidandosi al suo naturale inodore, immobilismo e mimetismo grazie a piccole macchie bianche presenti sul mantello che richiamano il chiaro/scuro delle luci del sottobosco.
La madre resta nelle vicinanze e si avvicina con regolarità solo per allattarlo e per le necessarie cure parentali.
Trovo un piccolo di capriolo: cosa fare e cosa NON fare?
Se durante le nostre escursioni incontriamo quindi un piccolo di capriolo all’interno del bosco dobbiamo assolutamente evitare di toccarlo o spostarlo in quanto non è abbandonato.
Ogni nostra azione può generare stress e interferire negativamente sulla sua possibilità di sopravvivenza. La madre sentendo un odore diverso (contaminato dall’uomo) non riconoscerà più il suo cucciolo e c’è il rischio che lo abbandoni.
Peraltro ricordiamo sempre che in Italia, secondo l’art. 1 della Legge 157/1992, gli animali selvatici sono un patrimonio indisponibile dello Stato.
Curiosità: come calcolare l’età?
Oltre alla presenza del palco (struttura ossea ramificata, chiamata erroneamente “corna” e caratteristica degli animali appartenenti alla famiglia dei cervidi, come i caprioli), un’altra indicazione sull’età può esser fornita dalla sostituzione dei denti da latte con quelli definitivi.
Nello specifico il capriolo adulto presenta una dentizione definitiva (bocca fatta) tra il 12° e 14° mese di vita.
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FONTE: LaSettimanaVeterinaria