Non è infrequente che cane e gatto dormano nello stesso letto del proprietario.
Ma un contatto così ravvicinato può portare a rischi per la salute? Ha risposto definitivamente alla domanda uno studio scientifico olandese.
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Cane o gatto? Un componente della famiglia a tutti gli effetti
Nel 45% delle case europee è presente almeno un animale domestico (nel 25% dei casi cani e, nella stessa percentuale, gatti).
In totale, si stima che siano presenti 93 milioni di cani e 114 milioni di gatti, con un incremento rispettivamente del 26% e del 34% rispetto alle rilevazioni di un decennio fa.
Cani e gatti sono parte dei nuclei familiari e vivono in casa a stretto contatto con i loro padroni.
Questo fenomeno va di pari passo con il fenomeno dell’umanizzazione.
Molte persone pensano al proprio animale come a un essere umano, e, come tale, gli permettono, tra le altre cose, di dormire con loro.
Questa tendenza è rafforzata dai dati forniti da un’indagine olandese: metà dei padroni si fanno leccare il viso dai propri animali, il 60% di loro entra nel letto (45% cani e 60% gatti), il 18% dei cani e il 30% dei gatti dormono nel letto con i padroni (nel 6% dei casi gli animali dormono sempre con loro).
Pro e contro
È indubbio che ciò possa portare grandi benefici nella sfera psicologica sia del padrone, sia degli animali.
Tuttavia, la maggior parte dei proprietari non presta attenzione a dove i loro animali camminano durante la giornata e non si preoccupano di pulir loro le zampe una volta entrati in casa.
A questo si aggiunge che i cani e i gatti, durante la loro attività di grooming, si lambiscono ano, genitali e pelo (senza contare gli episodi di coprofagia del cane).
Zoonosi e parassiti
Il problema è che gli animali domestici possono albergare una gran quantità di agenti di malattie zoonosiche, anche molto gravi.
Il rischio di trasmissione può poi aumentare se si condividono spazi intimi come il letto.
Un altro fattore da considerare sono le infestazioni di ectoparassiti come pulci e zecche che possono comunicarsi ai padroni soprattutto durante i contatti ravvicinati (come nel letto).
Un esempio in questo ambito sono le pulci (il 90% delle quali sono Ctenocephalides felis).
Queste possono essere responsabili della trasmissione di Bartonella henselae, l’agente eziologico della malattia da graffio del gatto (da gatto a gatto, e da gatto a uomo), o di Bartonella clarridgeiae che causa una sintomatologia simile, anche nell’uomo.
Un altro classico esempio di zoonosi da stretto contatto sono le dermatofitosi o micosi da Microsporum spp., Trichophyton spp. o Arthroderma spp., conosciute come tigna e che spesso colpiscono i bambini.
Anche in questo caso è lecito pensare che dormire con i propri animali possa aumentarne il rischio di trasmissione.
È noto che esistono questi e altri agenti zoonosici, ma uno studio olandese ha cercato di rispondere a una domanda, in questo caso, più importante: è dunque rischioso, dal punto di vista sanitario, dormire nel letto con il proprio animale da compagnia?
Vediamo cosa hanno scoperto i ricercatori.
Gli ospiti indesiderati…
Obiettivo dello studio di Zanen L.A. et al. è stato infatti stabilire la presenza di possibili agenti zoonosici patogeni negli animali (50 esemplari, 28 cani e 22 gatti) che dormono con i propri padroni.
Le analisi sono state fatte in Olanda nel periodo primaverile e hanno coinvolto cani e gatti clinicamente sani che vivono in famiglie dalla composizione e dai comportamenti vari.
Gli agenti zoonosici ricercati sono stati: Cheyletiella spp., Ctenocephalides spp., Toxocara spp., Microsporum canis, Clostridium difficile, Salmonella spp., Campylobacter jejuni ed Enterobacteriaceae.
Le parti analizzate sono state il pelo (in più punti), il palmo delle zampe e le superfici del letto dove dormono abitualmente gli animali.
In laboratorio sono stati impiegati vari metodi per isolare gli agenti patogeni.
… e il libero accesso al letto di cane e gatto
Nel 45% dei gatti e nel 75% dei cani sono stati trovati uno o più potenziali agenti zoonosici.
Curiosamente i risultati dicono che non c’è un legame tra la presenza di questi patogeni e le caratteristiche, la dieta e le profilassi antiparassitarie degli animali.
Quel che è certo è che, dai dati forniti, almeno il 30% dei cani e dei gatti hanno accesso al letto (una percentuale anche maggiore rispetto agli studi precedenti).
Molto probabilmente però la percentuale reale è più alta, perché non sappiamo cosa succede mentre dormiamo o non ci siamo…
Un dato interessante è che molto spesso i padroni, pur preoccupandosi del fattore igiene, permettono agli animali domestici l’accesso al letto senza intervenire in alcun modo.
Molto probabilmente è perché non sono realmente consapevoli dei rischi sanitari connessi.
Secondo lo studio poi, in Olanda ben il 30% dei proprietari non usa antiparassitari esterni sui propri animali e la maggior parte non si ricorda l’ultima volta che ha somministrato degli antielmintici ai propri animali.
Inoltre, il 18% dà carne cruda come alimento principale, con un grosso aumento del rischio di patologie zoonosiche parassitarie e microbiche.
Tra queste, ad esempio, la salmonellosi, trasmessa attraverso il pelo sporco di feci infette.
Soglia di igiene superata spesso
Per valutare il livello di igiene lo studio ha poi calcolato le quantità di batteri presenti sul mantello degli animali in esame e le ha confrontate con i livelli d’igiene ritenuti accettabili in ospedali e su superfici a contatto con alimenti.
La presenza di batteri è, in media, dalle 4 alle 7 volte superiore rispetto ai limiti stabiliti, fino a raggiungere picchi di 18 e 43 volte, rispettivamente nel gatto e nel cane.
In totale, l’82% dei cani e il 68% dei gatti supera la soglia di igiene.
Meno igiene significa più probabilità di diffondere agenti potenzialmente patogeni e antibioticoresistenti per contatto diretto o indiretto con animali anche clinicamente sani.
Pulci anche d’inverno
Sorprende la presenza di ben il 18% di animali positivi alle pulci (2 cani e 5 gatti), soprattutto in un periodo (febbraio-marzo) in cui la loro presenza è, teoricamente, ancora bassa in Olanda.
Probabilmente questo dato poteva essere ancora maggiore se lo studio fosse stato fatto in periodi più a rischio, come in estate-autunno.
Non solo, grazie a ulteriori analisi di Zanen e colleghi, si è scoperto che le pulci in questione ospitavano altri agenti patogeni come Bartonella spp. (agente zoonosico) e Dipylidium caninum soprattutto in gatti.
In questo studio le pulci sono state trovate anche nel letto, un posto ideale per la loro incubazione e dove arrivano i loro ospiti potenziali: il cane, il gatto e l’uomo.
Senza contare che questi parassiti rilasciano uova soprattutto nel periodo notturno.
Quindi? A letto assieme: sì o no?
Questo studio conferma ciò che è già stato dimostrato: dormire con i propri animali può aumentare il rischio zoonosico.
Questo a causa dello stretto e prolungato contatto tra l’uomo e gli agenti patogeni ospitati dagli animali.
Per questo è fondamentale essere consapevoli dei rischi legati a tenere a dormire cane o gatto sul proprio letto, in modo da poter decidere liberamente, ma con piena coscienza, come comportarsi.
Questo soprattutto in presenza di soggetti ad alto rischio, come bambini, anziani, donne in gravidanza o persone immunodepresse.