Il passero del Giappone è in genere un uccellino molto confidente, tranquillo, considerato un buon animale da compagnia e di facile riproduzione.
Questi piccoli volatili si dimostrano essere ottimi genitori e le femmine spesso sono utilizzate come balie per allevare i piccoli di altre specie affini come, ad esempio, i diamanti di Gould.
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La riproduzione del passero del Giappone
Corteggiamento e cova
Come abbiamo visto nell’articolo precedente non è possibile determinare in modo certo maschio e femmina alla semplice osservazione della conformazione del corpo, bensì è palese al momento del corteggiamento.
Il maschio inizia ad esibirsi in canti, talvolta con gorgheggi, danze e con insistenza cerca di catturare la benevolenza della femmina, che risponde con acuti cinguettii.
La coppia formata resterà fedele per tutta la vita.
Dopo l’accoppiamento la femmina depone 3-6 uova e la cova dura circa 15 giorni.
Cura della prole
I piccoli completamente nudi e inetti, sono accuditi da entrambi i genitori per 6 settimane.
Dopo questo periodo i piccoli escono dal nido, ma continuano a richiedere l’accudimento dei genitori, molto premurosi, che li difendono dai pericoli e insegnano loro a sopravvivere.
Già a 7-8 mesi di vita i giovani passeri possono già riprodursi.
È comunque buona regola non permettere più di tre covate all’anno per evitare che i genitori si stressino e si indeboliscano.
Il nido del passero del Giappone
Il nido da offrire come base per la riproduzione è in genere un nido a cassetta, in legno, a parallelepipedo orizzontale, con lato anteriore semiaperto per permettere l’entrata più agevole ai genitori per l’imbecco.
L’interno del nido può essere imbottito con materiali vegetali come fibra di cocco, iuta, fieno.
Vanno assolutamente evitati cotone e stoffe costituite da fili sottili, che possono intrappolare le dita dei genitori o dei piccoli.
La pratica della “balia”
Nonostante il passero del Giappone sia una specie creata dall’uomo attraverso varie ibridazioni riesce a metter in atto tutte le sequenze adatte alla cova, all’allevamento e svezzamento dei piccoli.
La dedizione ai loro figli è molto elevata, ma i passeri del Giappone riescono a dedicarsi anche a pulli completamente diversi dai loro figli naturali.
Questa caratteristica non è comune ad altri estrildidi, che tendono piuttosto a rifiutare o abbandonare i soggetti che non mostrano tratti a loro noti.
Questo vantaggioso comportamento ha aiutato molti allevatori nell’allevamento della prole di piccoli passeriformi più costosi ma decisamente più capricciosi, come i diamanti di Gould, che negli anni e dopo numerose selezioni avevano perso la capacità di allevare in modo proficuo.
Dare a “balia “le uova o i piccoli appena schiusi della specie più pregiata consentiva un aumento del numero di piccoli svezzati.
Attualmente gli allevatori hanno capito che a lungo andare però sarebbe stato controproducente per la sopravvivenza stessa della specie dei diamanti di Gould continuare con le balie.
La selezione dunque ora va nella direzione opposta, ovvero nella scelta di genitori in grado di mettere in atto i comportamenti naturali.
I passeri del Giappone, quindi, ora sono selezionati per le loro mutazioni colore o di forma delle piume e hanno una buona diffusione tra gli appassionati.