Il recupero di un chirottero, comunemente noto come pipistrello, rappresenta una sfida complessa e affascinante per la conservazione della fauna selvatica.
Questi piccoli mammiferi notturni svolgono un ruolo cruciale negli ecosistemi, contribuendo al controllo degli insetti, all’impollinazione e alla dispersione dei semi.
Tuttavia, sono frequentemente minacciati da attività umane e malattie, rendendo vitale il loro recupero e la loro riabilitazione.
Le principali minacce per i chirotteri includono la perdita di habitat, l’uso di pesticidi, i cambiamenti climatici e le malattie.
Una delle malattie più devastanti è la sindrome del naso bianco (WNS), causata dal fungo Pseudogymnoascus destructans, che ha già decimato le popolazioni di pipistrelli in Nord America.
Inoltre, le collisioni con edifici, turbine eoliche e veicoli rappresentano cause comuni di infortuni tra questi animali.
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Il recupero di un pipistrello ferito
Il processo di recupero dei chirotteri inizia spesso con il ritrovamento a terra di individui feriti o debilitati (se posati su una superficie verticale e lontani da pericoli potrebbero non avere bisogno di aiuto, ma vanno comunque monitorati).
Questi animali devono essere messi in un contenitore e portati presso un centro di recupero per animali selvatici (CRAS), dove dopo una diagnosi iniziale attraverso esame fisico dettagliato, radiografie e test per malattie infettive riceveranno le cure necessarie.
Le lesioni comuni includono fratture delle ali, contusioni e infezioni.
In caso di fratture spesso c’è bisogno di stecche apposite e periodi di immobilizzazione, seguiti da fisioterapia per ripristinare la funzionalità alare.
Le infezioni sono trattate con antibiotici appropriati, mentre la nutrizione e l’idratazione sono cruciali per il recupero generale dell’animale.
I pipistrelli richiedono una dieta ricca di proteine, spesso fornita sotto forma di insetti vivi.
I pipistrelli sono animali selvatici tutelati dalla Legge e non possono essere detenuti dai privati.
I Centri di Recupero sono le uniche strutture autorizzate a curare gli animali selvatici in difficoltà, si sconsigliano quindi le soluzioni fai da te.
Giovani e nuovi nati
Molto spesso tra luglio e agosto si possono trovare pipistrelli giovani o addirittura dei neonati a terra (a differenza degli esemplari adulti che sono ricoperti da folto pelo, hanno pelo raso o ne sono privi).
Anche in questo caso la cosa migliore è chiamare un CRAS per farsi dire bene cosa fare, ma se non è ferito inizialmente è possibile tentare il ricongiungimento con la madre, che è la cosa più naturale e più sicura per la sopravvivenza dell’animale stesso.
Il rilascio in natura
Il rilascio in natura è l’obiettivo finale del recupero dei chirotteri.
Prima di essere rilasciati, gli animali devono dimostrare di essere in grado di volare e di procurarsi il cibo autonomamente.
Questo viene valutato in voliere di grandi dimensioni dove i pipistrelli possono esercitarsi e rafforzarsi.
Il rilascio avviene in aree protette e idonee, preferibilmente vicino ai siti di ritrovamento.
Il monitoraggio post-rilascio è essenziale per valutare il successo della riabilitazione e può includere l’uso di trasmettitori radio per tracciare i movimenti e il comportamento del pipistrello liberato.
Questo fornisce dati preziosi sulla sua sopravvivenza e integrazione nell’ambiente naturale.
La salvaguardia degli ecosistemi
Il recupero dei chirotteri non solo contribuisce alla sopravvivenza individuale, ma ha un impatto significativo sulla conservazione delle specie e degli ecosistemi.
I veterinari e i centri di recupero svolgono un ruolo fondamentale in questo processo, richiedendo competenze specifiche e un impegno costante.
La sensibilizzazione del pubblico e la promozione di pratiche sostenibili sono altrettanto cruciali per proteggere questi preziosi mammiferi.
In conclusione, il recupero dei chirotteri è un impegno complesso che richiede competenza, dedizione e collaborazione interdisciplinare.
Proteggere questi animali significa salvaguardare la salute degli ecosistemi e garantire un futuro sostenibile per la biodiversità del nostro pianeta.