Antico cane da caccia di origine italiana dall’indole bonaria, ma fiero e intelligente, il Bracco Italiano è un cane da ferma che riconosce la traccia olfattiva di una preda con assoluta precisione.
È capace di scovare la selvaggina in ogni posto, su ogni terreno e in ogni condizione atmosferica.
Scopriamo di più su Sua Maestà il Bracco Italiano!
Indice dei contenuti
Origine della razza
È un cane di antica origine italiana che ha attraversato i secoli: utilizzato nella caccia agli uccelli prima con le reti, poi con le armi da fuoco.
I progenitori di questo cane fecero la loro comparsa nell’anno 1000 d.C. quando iniziò a scarseggiare la grossa selvaggina e si selezionarono i primi cani braccoidi da ferma in grado di segnalare uccelli e piccola selvaggina, attraverso l’immobilità.
Nel 1500 diventa sempre più popolare anche fuori dall’Italia, conquistando la corte del Re di Francia, dove erano molto apprezzati esemplari bianchi dell’epoca.
Con il diffondersi delle armi da fuoco, diventa un cane molto utilizzato nella caccia, lavorando a stretto contatto con l’uomo, che ne sfrutta il fiuto e la grande intelligenza.
Nel 1700 si diffonde quindi in Europa, diventando il capostipite di molte altre razze da ferma.
Tuttavia, con la Rivoluzione industriale la fama del Bracco Italiano ha un declino in concomitanza con la scarsità di selvaggina e l’ascesa di altre razze inglesi, Setter e Pointer, considerati cani da ferma più veloci e dalla cerca ampia.
La riscoperta
Il Bracco Italiano risorge alla fine del 1800 grazie a pochi appassionati che avevano a cuore questa razza che si diffuse di nuovo tra i cacciatori italiani.
È stato quindi ingiustamente considerato un cane lento, poco performante e ingombrante quando al contrario dimostra grande versatilità: la sua cerca è molto scrupolosa e attenta nei boschi, mentre in spazi più ampi e meno fitti ha un raggio d’azione maggiore e rivela più spirito d’iniziativa.
Nonostante i conflitti mondiali, nel 1923 è stabilito e redatto un unico standard e il 27 novembre 1949 al raduno dei braccofili di Lodi nasce la Società Amatori Bracco Italiano (SABI).
L’Associazione sancisce la tutela di questa razza con l’obiettivo di incoraggiare gli allevatori a selezionare gli esemplari, sia morfologicamente che qualitativamente, per ridare al Bracco Italiano quel prestigio che era motivo di sfoggio e notorietà fin da tempi antichi.
Caratteristiche fisiche del Bracco Italiano
È un cane dal portamento nobile e maestoso, con una struttura molto solida e arti asciutti e muscoli salienti.
La testa è imponente, scolpita con evidente cesello sub-orbitale e lunghe e morbide orecchie.
Per quanto concerne le proporzioni, la lunghezza del tronco è pari all’altezza al garrese o leggermente superiore e la lunghezza della testa corrisponde ai 4/10 dell’altezza al garrese.
Taglia e peso
L’altezza al garrese dei maschi va da 58 a 67 cm e quella delle femmine da 55 a 62 cm, mentre il peso varia fra i 25 e i 40 kg, in proporzione all’altezza.
Morfologia del Bracco Italiano
Testa e muso
La testa ha la protuberanza occipitale pronunciata e la particolare forma del testone concorre a creare quell’aura bonaria, ma fiera e intelligente.
Il cranio e il muso hanno la stessa lunghezza; il muso ha una canna del naso lunga e un po’ rigonfia verso la metà, con narici ben dilatate, di color carneo o marrone, mai nere.
Il tartufo è voluminoso con narici grandi e aperte, di colore più o meno roseo o carnicino o marrone, in armonia con i colori del mantello.
Le mascelle hanno arcate dentarie che combaciano, con denti perpendicolari ai mascellari e chiusura degli incisivi a forbice (ammessa anche la chiusura a tenaglia).
Le labbra superiori sono ben sviluppate, sottili e cadenti senza essere flaccide, e ricoprono la mandibola.
Viste di profilo oltrepassano di poco ai lati, mentre viste di fronte formano, sotto il tartufo, una V rovesciata.
La commessura delle labbra deve essere accentuata, ma non cadente.
Gli occhi esprimono bontà, non sono né infossati, né sporgenti e appaiono riflessivi e malinconici a riposo, ma ardenti nell’azione.
Il colore dell’iride è ocra più o meno scuro o marrone, a seconda della colorazione del manto.
Le orecchie sono cadenti, aderenti alle guance e lunghe; hanno consistenza flessibile e la loro larghezza è almeno metà della loro lunghezza.
Peculiare è l’attacco dell’orecchio: deve essere basso, al di sotto della linea dell’occhio, e inserito indietro, stretto e poco muscoloso, con sollevamento incompleto del padiglione auricolare quando il cane è in attenzione.
Inoltre, nel Bracco Italiano il padiglione auricolare è molto lungo, in modo che la punta dell’orecchio lateralmente arrivi alla punta del tartufo.
Corpo e arti
Il collo è forte ed è ben marcato il distacco dalla nuca; la gola ha una giogaia di sviluppo contenuto, flessibile e suddivisa.
Il corpo ha una groppa lunga, larga e ben muscolosa; il torace è ampio, profondo e disceso a livello del gomito, con costole ben cerchiate, particolarmente nella parte inferiore.
La coda è forte alla radice, dritta, con leggera tendenza ad affusolarsi all’estremità, e quando il cane è in movimento, soprattutto in cerca, è portata orizzontalmente o quasi.
La coda naturale non deve oltrepassare in lunghezza il garretto; se accorciata per prevenire inconvenienti durante la caccia, in accordo con la salute e il benessere animale, deve avere una lunghezza di 15-25 cm dalla sua radice.
Gli arti anteriori hanno piedi robusti e ovaleggianti, con unghie forti ricurve verso il terreno, bianche, ocracee o brune, a secondo del manto.
Gli arti posteriori hanno un garretto corto, largo, che si nota al trotto.
I tarsi posteriori sono adorni di uno sperone a forma di quinto dito ed è ammesso anche il doppio sperone.
Mantello
Il Bracco Italiano ha pelo corto, folto e lucente, più fine e raso sulla testa, sulle orecchie, sulla parte anteriore degli arti e sui piedi.
Il suo mantello ha tonalità che variano dall’arancio al marrone; più precisamente può essere:
- roano marrone con macchie marroni su fondo roano;
- bianco marrone con macchie marroni su fondo bianco;
- melato arancio con macchie arancio su fondo melato;
- bianco arancio con macchie arancio su fondo bianco.
Preferita la maschera facciale simmetrica, tollerata l’assenza di maschera.
La pelle è consistente, ma elastica, più fine su testa, gola, ascelle e parti inferiori del tronco.
Le mucose esterne devono essere di color carne o marrone, in relazione al colore del manto, mai con macchie nere.
Andatura
L’andatura tipica del Bracco è il trotto ampio e veloce rispetto al galoppo delle razze inglesi.
Si nota il portamento della testa, alto e con il tartufo che in caccia è normalmente al di sopra della linea dorsale.
In momenti particolari, indicati anche nello standard di lavoro che è datato 1937, gli è consentito il galoppo.
Carattere del Bracco Italiano
Si tratta di un cane equilibrato dalla grande intelligenza e capacità logica di comprendere gli odori e risalire alla loro origine: trotta versatile su terreni misti e scova qualsiasi preda.
Al lavoro mostra una certa espressività teatrale quando si ferma estasiato a fiutare la selvaggina e resiste in campo anche svariate ore.
Ha capacità di apprendimento e riesce a comprendere e ad eseguire rapidamente i comandi che gli vengono dati.
Tutte peculiarità che si rivelano a un proprietario che sappia essere la sua guida educandolo, ma permettendogli di essere sé stesso: solo così dimostrerà tutto l’ardimento nel suo grande cuore.
Generoso e attaccato al padrone, è un cane mansueto e adatto alla vita in famiglia.
Cure e prevenzione delle patologie
È una razza da lavoro, un cane da caccia con un’energia inesauribile e un fisico molto resistente e adatto a svariati tipi di terreno.
Quindi, per non tradirne la natura e avere un soggetto equilibrato, è necessario portarlo quotidianamente in spazi aperti dove può esercitare le sue grandi qualità come le capacità olfattiva e le attitudini da cane da ferma.
Nel primo anno di vita è opportuno effettuare controlli regolari dal Medico veterinario di fiducia in particolare curando l’alimentazione con materie prime di qualità e soprattutto un corretto fabbisogno energetico, evitando anche di sollecitare eccessivamente arti e articolazioni nel periodo in cui lo sviluppo muscolare non è completo.
Successivamente, per avere soggetti robusti è necessario un allenamento graduale, ma studiato su terreni aspri e in salita che fortifichino le zampe e aumentino la capacità polmonare.
Dopo le scampagnate, un’occhiata alle orecchie, gli occhi e gli spazi interdigitali serve ad escludere corpi estranei, evitando le infezioni: otiti e dermatiti.
È bene anche somministrare i pasti due volte al giorno, evitando attività fisica nelle ore subito successive, per prevenire la torsione dello stomaco.
È una razza che perde il pelo solo durante i periodi di muta stagionale e spazzolarlo con il guanto aiuta a eliminare peli morti e a mantenerlo pulito.
Patologie ereditarie
Gli allevatori certificati che custodiscono questa razza secolare valutano attentamente i soggetti destinati alla riproduzione controllandone il profilo genetico del maggior numero possibile di parenti e discendenti.
In particolare, oltre a entropion, ectropion e cataratta tra le patologie oculari, tra le più diffuse malattie ortopediche multifattoriali su base ereditaria che affliggono molte razze canine, come il Bracco Italiano, durante la crescita vi sono:
- la displasia dell’anca, che è una patologia dello sviluppo di accrescimento dell’articolazione coxo-femorale con mancato adattamento della testa del femore all’acetabolo dell’articolazione dell’anca, la cui gravità è proporzionale al grado di sublussazione o lussazione (nei casi estremi) e ai segni clinici che vanno dalla asintomaticità a una gravissima zoppia;
- la displasia del gomito, caratterizzata da instabilità e incongruenza articolare, con conseguente sviluppo di artrosi indipendentemente dal problema specifico che ha colpito il comparto articolare.
Il Bracco Italiano ha una longevità tra gli 11 fino ai 14 anni e come cane da ferma rappresenta un grande aiuto in operazioni non invasive come i censimenti sulle specie di selvaggina di piuma, di particolare interesse in un’ottica gestionale e di conservazione delle specie.
Curiosità sul Bracco Italiano
Affreschi del XIV secolo testimoniano la inequivocabile continuità nei secoli del Bracco Italiano, sia nella morfologia che nell’attitudine venatoria, come cane da ferma che segnala la selvaggina attraverso l’immobilità.
Uno dei dipinti più famosi con il Bracco Italiano porta la firma di Antonio Ligabue (1957), Autoritratto con cane.
Codice FCI | 202 |
Gruppo | 7 – Cani da ferma |
Sezione | 1 – Cane da ferma continentali |