I pinguini si riconoscono tra loro dal timbro della voce

    Uno studio dell’Università di Torino sulla comunicazione acustica dei pinguini africani ha evidenziato convergenze evolutive con i mammiferi e l’uomo.

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    Sulla rivista scientifica Proceedings of the Royal Society B, è stato recentemente pubblicato un nuovo articolo sulla comunicazione vocale nei pinguini.

    L’articolo è frutto di una collaborazione tra due dipartimenti dell’Università di Torino (DBIOS e Scienze Veterinarie), l’Università Jean-Monnet (Francia), l’Università UWC (Sudafrica) e la Fondazione SANCCOB.

    Il gruppo di ricercatori guidato dal prof. UniTo Livio Favaro e dalla dott.ssa Anna Zanoli ha utilizzato una combinazione di tecniche di diagnostica per immagini, modellistica computazionale e registrazioni in vivo.

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    Con i risultati dei loro studi hanno scoperto che i pinguini africani utilizzano le risonanze dei condotti vocali per codificare nei segnali acustici le informazioni che permettono loro di riconoscersi individualmente.

    Un meccanismo evolutivamente analogo a quello che utilizzano i mammiferi e l’uomo stesso, per riconoscersi dal timbro della voce.

    I richiami del pinguino africano

    Tra i pinguini, il pinguino africano (Spheniscus demersus) è una specie modello ideale per studiare come le risonanze del tratto vocale codificano informazioni biologicamente rilevanti.

    Infatti, questa specie è monogama e fortemente territoriale.

    Inoltre, è stato riscontrato che i richiami e i canti riproduttivi (ecstatic display songs) variano significativamente tra gli individui, permettendo loro di riconoscersi tra “vicini di nido” e membri di una coppia.

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    Le vocalizzazioni dei pinguini sono prodotte da uno specifico organo chiamato “siringe”, al cui interno delle membrane sono messe in vibrazione al passaggio dell’aria, generando un segnale.

    Questo passa poi nella trachea e nella bocca, dove è modificato in base alle frequenze di risonanza di queste cavità anatomiche.

    Il “tono di voce” del pinguino

    Gli autori dello studio hanno registrato numerosi pinguini africani nell’aprile 2019 presso la Southern African Foundation for the Conservation of Coastal Birds (SANCCOB) di Città del Capo, in Sudafrica.

    Contestualmente, hanno studiato l’apparato vocale di altri individui adulti trovati morti lungo le coste della provincia sudafricana di Western Cape.

    I ricercatori hanno dimostrato che, nel pinguino africano, leggere variazioni della lunghezza e della sezione trasversale delle regioni tracheali e della cavità laringofaringea causano una modificazione delle vocalizzazioni.

    Tali regioni possono quindi svolgere un ruolo importante nel determinare variazioni nelle vocalizzazioni e, di conseguenza, nel determinare l’identità vocale degli individui, analogamente a quanto avviene nelle cavità nasali e nella cavità orale dei mammiferi e dell’uomo stesso.

    Un aiuto per la conservazione della specie

    Lo studio della comunicazione vocale nel pinguino africano, infine, si spera possa contribuire allo sviluppo di sistemi di monitoraggio acustico delle colonie in natura.

    Questa specie, infatti, è fortemente minacciata di estinzione e la comunità scientifica internazionale è al lavoro per sviluppare sistemi di monitoraggio non invasivo, che possano contribuire alla sua gestione e conservazione.

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