Secondo le modalità previste dalla Direttiva 2010/63/UE dal Ministero della Salute, recepita in Italia con il decreto legislativo n.26/2014 e pubblicati nella Gazzetta Ufficiale n.60 del 13 marzo 2018, sono stati racconti i dati riguardanti il numero di animali usati per fini sperimentali nel 2016. La resa nota di queste statistiche lascia alquanto basiti: sono in aumento.
Nonostante i metodi alternativi siano indicati come prioritari sia nella legge nazionale che nel contesto scientifico e normativo europeo, il numero totale di animali è incredibilmente in aumento.
In crescita l’utilizzo di cavie, topi, conigli, cavalli, capre, polli e pesci, e l’uso dei macachi che arrivano ad essere 454, contro i 224 dell’anno precedente.
La domanda che ci si pone è: fino a che punto un modello sperimentale che si basa sul dolore animale può essere definito sostenibile?