Il coniglio adulto possiede un totale di 28 denti, ripartiti secondo la formula dentaria: I 2/1, C 0/0, Pm 3/2, M 3/3. Sono dunque assenti i canini mentre è possibile osservare una seconda coppia di piccoli incisivi, i cosiddetti “lagomorfi”, posti dietro gli incisivi principali solamente sull’arcata superiore.
Gli incisivi fungono da forbice, pertanto sono deputati a tagliare l’erba e altri elementi vegetali, che verranno poi masticati e sminuzzati ad opera di premolari e molari grazie ad una serie di movimenti circolari della mandibola.
In questa specie gli atti masticatori sono numerosi e rapidi, oltre 100-120 al minuto.
Tutti i denti sono a radice aperta (ipsodonti), il che consente loro una crescita continua (in ragione di diversi millimetri al mese), indispensabile per mantenere una dentatura sempre efficiente, visto il notevole consumo determinato dalla masticazione di alimenti duri ed abrasivi.
La bocca del coniglio ha un’apertura limitata che non supera i 25-30 gradi di ampiezza, fatto che rende difficile l’osservazione di premolari e molari, e la mandibola è fisiologicamente più stretta della mascella.
Nella regione della testa esistono quattro coppie di grandi ghiandole salivari che afferiscono alla cavità orale con le loro secrezioni enzimatiche, le ghiandole sottomascellari, sottolinguali, parotidi e zigomatiche.
Il coniglio è un erbivoro stretto, ovvero si nutre di materie prime di origine vegetale dalle quali trae tutti gli elementi nutritivi e l’energia di cui ha bisogno per il proprio mantenimento.
Tali alimenti, però, sono piuttosto poveri da un punto di vista nutrizionale, pertanto l’evoluzione ha dotato questo lagomorfo di un adattamento molto ingegnoso, come un’arcata dentaria nettamente specializzata!