Questa è una domanda che ci si fa molto spesso e che nasce dal timore che lavare troppo frequentemente il proprio cane possa arrecargli un danno.
Prima di rispondere dobbiamo innanzitutto distinguere lo shampoo che possiamo definire di pulizia da quello terapeutico, la cosiddetta shampoo-terapia.
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Quando lavare il cane
Un animale sano, non affetto da problemi cutanei, non necessita di essere lavato frequentemente.
Tuttavia non esiste un numero di bagni annuali da non superare.
Il buon senso ci porterà quindi a effettuare un lavaggio completo con uno shampoo quando l’animale mostrerà il mantello sporco o emanerà un cattivo odore.
È facilmente intuibile che i cani che vivono in casa o con un mantello corto necessiteranno di un numero inferiore di bagni.
Al contrario i cani da lavoro, da sport o che semplicemente fanno molte attività esterne, e che possono quindi sporcarsi di terra e fango, o ancora animali con un mantello lungo o tendente alla formazione di nodi avranno bisogno di essere lavati con maggior frequenza.
In commercio esistono diversi tipi di prodotti e, esattamente come succede per i nostri cosmetici, questi differiscono per composizione e qualità.
Affidarsi quindi al consiglio del Medico veterinario o di un professionista del pet-shop è sempre consigliato per evitare di acquistare shampoo di cattiva qualità, con ingredienti aggressivi o non idonei al tipo di mantello del nostro cane, anche se andremo a utilizzarli poche volte all’anno.
La shampoo-terapia nel cane con problemi cutanei
Se parliamo invece di cani con patologie cutanee dobbiamo approcciarci in maniera completamente diversa.
In questi casi infatti il bagno non diventa più solamente un modo per detergere il cane, ma rappresenta la terapia o una delle terapie impiegate in un protocollo per la cura o la prevenzione di una malattia.
Non deve quindi sorprendere se in questi particolari casi la frequenza dei bagni aumenta in maniera considerevole.
Durante la fase iniziale di una terapia antisettica, ad esempio, il Veterinario o il dermatologo specialista potranno prescrivere più shampoo in un’unica settimana.
Nelle fasi di mantenimento di una malattia allergica potranno invece consigliare di lavare il cane 1 o 2 volte al mese per lenire arrossamenti o prevenire infezioni secondarie.
La shampoo-terapia dunque differisce dallo shampoo di pulizia per la frequenza e per l’utilizzo di prodotti specifici.
Questi contengono infatti non solo molecole con finalità cosmetica, ma anche agenti antibatterici, antimicotici, idratanti, seboregolatori, cheratolitici e altro ancora.
Come lavare il cane con uno shampoo terapeutico?
Per espletare al meglio la propria azione terapeutica, uno shampoo medicato ha bisogno di essere utilizzato con maggior accortezza e rispettando delle semplici regole.
Il tempo di contatto del prodotto con la cute è infatti fondamentale affinché questo possa agire e portare i benefici per i quali è stato formulato.
Dopo aver bagnato bene il mantello, lo shampoo andrà applicato nella misura di circa 0,5-1 ml per kg di peso corporeo, massaggiato e lasciato in posa per 5-10 minuti, prima di completare il lavaggio con un abbondante risciacquo.
È importante non eccedere nella quantità di prodotto utilizzato per evitare di lasciare residui sul mantello.
Questa evenienza è molto comune con molti shampoo terapeutici che contengono scarsi agenti schiumogeni: la presenza di poca schiuma è spesso un motivo che porta a utilizzare più prodotto del necessario.
Alternative alla shampoo-terapia fatta in casa
Ci sono casi in cui una shampoo-terapia, seppur necessaria, non può essere effettuata.
Le problematiche maggiori sono generalmente l’indole del cane (animali che hanno paura dell’acqua e che si agitano molto, diventando a volte poco gestibili), la taglia (animali di taglia grande e gigante richiedono inevitabilmente spazi maggiori per essere correttamente lavati) e il tipo di mantello, per i diversi tempi di asciugatura.
In molti casi il problema è superabile affidandosi a un toelettatore, con cui concordare dei cicli di prestazioni, oppure, laddove possibile, facendo shampoo localizzati alle aree di cute che mostrano alterazioni patologiche.
Qualora questo non fosse possibile, solitamente si usano in alternativa prodotti che non richiedono risciacquo, ma che purtroppo non hanno la stessa efficacia.
A cosa serve la shampoo-terapia?
La shampoo-terapia è a oggi uno strumento di fondamentale importanza nella cura delle infezioni batteriche (le piodermiti) per limitare l’uso di antibiotici sistemici e prevenire quanto più possibile il problema dell’antibiotico-resistenza (ovvero infezioni batteriche non curabili con i comuni antibiotici per lo sviluppo di ceppi batterici resistenti all’azione di questi farmaci).
È sconsigliato invece utilizzare shampoo antiparassitari per il trattamento o la prevenzione di infestazioni di pulci e zecche.
Esistono in commercio farmaci spot-on (le fialette da applicare tra le scapole o sul dorso), collari o compresse, più efficaci e con un maggiore profilo di sicurezza.
Il Medico veterinario saprà indicare quello maggiormente indicato in base alle singole esigenze.
Per i gatti valgono le stesse indicazioni?
La specie felina è naturalmente poco incline al contatto con l’acqua e quindi nei gatti ci sono forti limitazioni nell’utilizzo dello shampoo come terapia.
Nei casi in cui ci siano soggetti che abbiano familiarità, solitamente fin dalla giovane età, con questa manualità è comunque possibile sfruttarla.
Un esempio classico è, ad esempio, l’utilizzo di shampoo antimicotici nel trattamento della dermatofitosi o tigna in associazione alla terapia per via orale.