Capita molto spesso che un neofita, un amante degli animali che non ha mai avuto prima un coniglio maschio si trovi a un certo punto in difficoltà.
Magari perché il pet, recentemente acquistato, adottato o ricevuto in dono, che prima era tranquillo e giocoso, a un certo punto ha iniziato a manifestare comportamenti diversi, via via più “fastidiosi” e problematici.
E la convivenza con lui inizia a diventare un po’ più difficile.
Cosa sta succedendo? Come comportarsi e quali sono le possibili soluzioni? Lo scopriremo tra poco.
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I primi mesi di vita del coniglio
Al momento della nascita e per tutto il primo mese di vita il coniglio maschio e quello femmina si assomigliano molto anche da un punto di vista anatomico, tanto che distinguere i due sessi risulta spesso difficile e il risultato è dubbio, se non si ha almeno un po’ di esperienza e di “occhio”.
Non di rado, giovanissimi conigli considerati di sesso femminile crescendo dimostrano di essere, al contrario, maschi e viceversa.
Il sessaggio si esegue osservando i genitali esterni, in particolare la presenza del pene nei maschi giovani (e successivamente i testicoli) e le labbra vulvari per le femmine.
Almeno per i primi 30 giorni dalla nascita una persona inesperta potrebbe sbagliare, compreso il negoziante stesso se non ha un po’ di pratica.
L’errore poi verrà fuori con il passare del tempo. Questo è un motivo in più per sottoporre l’animale a visita presso un Veterinario esperto in animali non convenzionali e, oltre alle condizioni generali di salute, verificare anche il sesso, per decidere cosa fare in futuro.
Sessare correttamente un animale è ancor più importante nel caso di convivenza di più soggetti.
I maschi interi, infatti, un domani si tollereranno tra loro con maggiore difficoltà, soprattutto in presenza di femmine.
Queste potrebbero oltretutto rimanere gravide quando meno ce lo aspettiamo.
Ci saranno poi inevitabili le lotte per il territorio e la “supremazia” gerarchica e sessuale, che potrebbero diventare anche molto violente.
La maturità sessuale
Come distinguere un coniglio maschio da uno femmina
Il sessaggio si esegue estroflettendo l’organo genitale.
Intorno ai 50-60 giorni di vita nel maschio compaiono anche le sacche scrotali, due appendici semi-glabre e allungate disposte in maniera simmetrica lateralmente alla linea mediana lungo l’addome che ospitano i testicoli.
Questi, prima della loro discesa, non sono visibili poiché contenuti all’interno dell’addome stesso.
Ed è proprio poco dopo la discesa dei testicoli che i maschi iniziano a manifestare, dapprima in maniera lieve, ma con il passare del tempo sempre più marcata, i primi comportamenti “diversi” che dimostrano che l’animale non è più un “cucciolo”.
La maturità sessuale vera e propria nel maschio sopraggiunge più o meno dopo i 4 mesi, con una certa variabilità da soggetto a soggetto (alcuni sono più precoci e altri più tardivi).
Da tal momento in poi il coniglio potrebbe diventare papà, in presenza di una compagna sessualmente matura, o un agguerrito lottatore, se in compagnia di altri maschi.
I comportamenti del coniglio maschio che non ci aspettavamo, o forse sì
Dal raggiungimento della maturità sessuale in poi iniziano tutti i comportamenti legati alla pubertà che possono ripercuotersi negativamente anche sulla convivenza con i propri umani.
Alcuni soggetti, pur se sessualmente maturi, hanno comportamenti talmente contenuti da non destare preoccupazione nel proprietario, ma nella maggior parte di essi qualcosa cambia vistosamente.
I più evidenti sono il corteggiamento, i tentativi di accoppiamento e la marcatura e difesa del territorio.
Come si traducono, in pratica, queste manifestazioni indesiderate che dobbiamo aspettarci nella maggior parte dei casi? Vediamolo.
La marcatura del territorio nel coniglio maschio
Il coniglio maschio pubere è territoriale e come tale deve dimostrare che l’abitazione, la stanza in cui vive o la gabbia sono suoi. In che modo?
Lasciando in giro la propria “firma”, in modo tale che qualunque essere vivente varchi i suoi confini sia consapevole che il padrone di casa è lui.
La marcatura consiste nel disseminare feci e spruzzare con le urine pareti e superfici, a volte anche il proprietario stesso, che di solito non si sente poi così “onorato” di essere stato contrassegnato come “possesso”.
L’aggressività nel coniglio maschio
Un altro aspetto legato al territorio è l’aumento dell’aggressività.
Non sempre il coniglio “gradisce” le intrusioni e quindi possono verificarsi delle rappresaglie anche verso l’umano con morsi e graffi sulle mani quando si cerca di interagire con lui.
Questo comportamento può essere più o meno marcato in funzione del carattere dell’animale, del momento o del luogo oggetto di difesa.
Ad esempio quando il coniglio si trova all’interno della tana e si cerca di avvicinarlo, tirarlo fuori o di interagire con lui.
Il corteggiamento e la monta
Ci sono poi i comportamenti sessuali veri e propri: in presenza di altri cospecifici, le “attenzioni” saranno rivolte per lo più verso i membri del gruppo con tentativi di corteggiamento e di monta nei confronti sia di femmine che di maschi e aggressioni verso questi ultimi sessualmente maturi.
Un coniglio che vive da solo riverserà tutte le sue attenzioni verso oggetti inanimati tentando di montare pupazzi, scarpe o pantofole fino anche ai piedi, alle gambe e alle braccia dei proprietari.
Un coniglio che saltella insistentemente intorno al proprietario o ai suoi piedi non è impazzito, sta eseguendo un corteggiamento, insomma i “preliminari”.
Cosa fare? Aspettare o intervenire?
A questo punto parliamo di soluzioni. Chi più chi meno, tutti i conigli maschi manifesteranno questi comportamenti in maniera più o meno marcata o insistente.
In ogni caso, dopo la pubertà la convivenza potrebbe diventare difficile. Dunque cosa fare?
Il consiglio che tutti i veterinari sono unanimi nell’elargire è quello di sterilizzare (castrare) il coniglio, se non è destinato alla riproduzione.
Eliminando i testicoli si elimina anche la produzione dell’ormone responsabile di questi comportamenti sessuali innati, il testosterone.
Ma quando sterilizzare? Il prima possibile, ovvero immediatamente dopo la comparsa dei primi segnali della pubertà.
Questo perché la castrazione tardiva può comportare il permanere di tali comportamenti.
Un coniglio che ormai è diventato adulto da un po’ potrebbe infatti rimanere “mentalmente” maschio anche in assenza dei testicoli; quindi non sarà più in grado di riprodursi, ma potrebbe continuare a mantenere tutti quei comportamenti tipici dello “stallone”.
Se hai dei dubbi in merito, consulta per tempo il tuo Medico veterinario di fiducia o affronta da subito con lui l’argomento al momento della prima visita.