Il petauro dello zucchero è un piccolo marsupiale, affascinante e simpatico che però, va detto subito, non è un animale da compagnia adatto a tutti, perché necessità di particolari attenzione nella sua gestione e alimentazione.
La gestione, le cure, le abitudini di vita e la sua etologia lo rendono un pet decisamente da sconsigliare ai neofiti o a chi non ha molto tempo da dedicare.
Tantomeno l’affido totale alle cure di un bambino o un adolescente.
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Caratteristiche del petauro dello zucchero
Impropriamente chiamato anche scoiattolo volante, il petauro dello zucchero (Petaurus breviceps), è un marsupiale di origini australiane e della Nuova Guinea.
La sua caratteristica più nota è appunto quella di poter spiccare lunghi salti planati (anche di 70-80 metri!) grazie alla piega di pelle che collega gli arti, il patagio.
Le dimensioni sono contenute; pesa infatti circa 140 grammi. Le femmine in genere sono più leggere: dai 72 ai 115 grammi.
Il suo corpo misura in media 13-15 cm, mentre la coda è lunga quanto il corpo e funge da bilancere.
La conformazione è tipicamente quella di un animale crepuscolare: occhi grandi e scuri e orecchie ben sviluppate, prive di peli, che si possono muovere in modo indipendente.
La pelliccia soffice e morbida ha una colorazione scura superiormente, con una banda grigio-nera che parte dalla testa e percorre tutta la schiena fino alla coda e striature laterali, mentre il ventre è bianco.
In cattività sono presenti diverse colorazioni: ancestrale, platinum, burro-crema, albina, leucistica, crema, cinnamon, mosaico, ecc.
La testa è triangolare e nel maschio si nota la caratteristica stella ovvero una zona glabra che indica la presenza di una ghiandola sebacea.
Il petauro ha della zampe particolari: sia anteriormente che posteriormente sono presenti 5 dita, ma nelle zampe anteriori il pollice opponibile non presenta unghie.
Posteriormente invece il secondo e il terzo dito sono fusi insieme a eccezione dell’ultima falange dove sono presenti le unghie.
In cattività i petauri possono vivere fino ai 13-15 anni, mentre in natura si è stimata una vita sensibilmente più breve (5-7 anni).
Alimentazione del petauro
In condizioni naturali i petauri si nutrono di frutta, nettare, polline, manna, gomme, linfe da alberi e completano la dieta con insetti e invertebrati, come grilli, locuste, larve, ecc.
In ambiente domestico è fondamentale per il petauro dello zucchero un’alimentazione corretta, poiché altrimenti si rischiano gravi patologie metaboliche per carenza di calcio, oppure obesità, per eccesso di carboidrati, o ancora patologie dentali, distrofie (epatiche), oltre a patologie legate alla sua gestione non ottimale in casa.
La loro alimentazione deve dunque ricalcare la dieta naturale e vanno offerti mangimi specifici (non quelli per roditori!), frutta e verdura di stagione e, in quantità limitata, alcune prede come tarme della farina, camole del miele, grilli, integrando opportunamente con preparati vitaminici e minerali.
Saltuariamente possono essere offerte uova (anche con guscio), nettare, carne cotta, succhi di frutta.
Fondamentale nella scelta di verdura e frutta è preferire quella bilanciata nel contenuto di calcio/fosforo, come ad esempio frutti di bosco, patate dolci, fichi, papaya, barbabietola, rapa, cavolo.
Invece, banane, uva, pera, mela verde sarebbero da evitare o utilizzare in modo estremamente sporadico.
Gestione in casa e alloggio
Dalle caratteristiche elencate precedentemente si può dunque intuire che una gabbia per criceti, anche se spaziosa e dotata di rami e giochi, non può in alcun modo essere adeguata per questi marsupiali.
Chi desidera allevare i petauri dello zucchero deve disporre di spazio e clima consono: il minimo sindacale per una coppia di petauri deve essere una voliera di 1,5 x 1 x 2 metri.
Arricchita con sacchetti in juta dove nascondersi, casette in paglia, rami di varie dimensioni, ma non troppo intricati per permettere qualche balzo planato, giochi, mangiatoie per i diversi cibi e acqua fresca.
Altre due condizioni indispensabili sono la compagnia e il microclima in cui vivranno i petauri.