Le patologie ortopediche, a causa della vita sedentaria, del sovrappeso e a volte della errata selezione genetica, affliggono sempre più i nostri animali domestici.
Esse causano dolore e zoppia, in soggetti sia giovani che adulti, e non sempre si risolvono facilmente.
Alcune di queste, in particolare l’osteoartrosi e le tendinopatie, risultando spesso essere una vera sfida per il medico veterinario in quanto di difficile risoluzione.
L’osteoartrosi è una malattia degenerativa dell’articolazione nel suo complesso, caratterizzata da lesioni progressive della cartilagine articolare e dell’osso subcondrale; può essere di natura idiopatica (cioè sconosciuta) oppure secondaria ad anomalie articolari congenite, a eventi traumatici, a malattie endocrino-metaboliche o a patologie reumatiche.
Le tendinopatie sono processi infiammatori/degenerativi, causati da traumi acuti, stress ripetuti e alterazioni morfostrutturali del tendine.
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È difficile curare le tendinopatie e l’osteoartrosi?
Attualmente non esiste una cura definitiva per l’osteoartrosi, infatti i trattamenti terapeutici sono mirati all’attenuazione del dolore e sono rappresentati dalla somministrazione di farmaci antinfiammatori e analgesici, mentre nei casi più gravi si rende necessario il trattamento chirurgico.
Pur esistendo diversi trattamenti volti alla remissione o attenuazione delle tendinopatie, spesso, per ragioni fisiologiche intrinseche al tendine, non si riescono ad ottenere risultati funzionali desiderati e le recidive sono molto frequenti poiché la guarigione del tendine evolve verso la formazione di tessuto cicatriziale ed aderenziale con perdita della funzionalità dello stesso tendine.
Ci sono cure innovative per queste patologie ortopediche?
Negli ultimi anni sta crescendo sempre di più l’interesse verso la terapia rigenerativa associata a quella medica, fisioterapica o chirurgica. Tra le terapie rigenerative utilizzate nel trattamento di tali patologie le più promettenti sembrano riguardare l’utilizzo di emoderivati e delle cellule staminali mesenchimali autologhe.
Queste ultime sono cellule adulte e multipotenti, ovvero in grado di produrre diversi tipi di cellule specializzate, in particolare condrociti (cellule della cartilagine), osteoblasti (cellule ossee) e adipociti (cellule del grasso), e sono presenti in diversi tessuti, specie nel midollo osseo e nel tessuto adiposo.
Come si possono usare le cellule staminali nella cura dell’osteoartrosi e delle tendinopatie?
A causa della facilità del prelievo e dell’abbondanza di cellule staminali, il tessuto adiposo viene utilizzato con maggior frequenza come fonte di cellule nella terapia veterinaria basata sulle staminali. La tecnica di prelievo non è estremamente invasiva e può essere facilmente effettuata nella pratica ambulatoriale.
Le cellule staminali derivate da tessuto adiposo spesso non vengono somministrate come un isolato puro, ma piuttosto come frazione vascolo stromale (SVF), formata, oltre che dalle cellule adipose, anche da altre tipologie cellulari, in grado di secernere tutta una serie di sostanze (citochine, fattori di crescita con effetti antinfiammatori e immunomodulatori stimolanti la neo-angiogenesi, peptidi bioattivi), compreso un pool di cellule multipotenti che contribuiscono alla formazione e organizzazione dell’architettura delle fibre tendine.
La SVF aumenta i livelli di una glicoproteina (COMP), fondamentale nella guarigione tendinea, e della matrice extracellulare, importante nel trattamento dell’osteoartosi in quanto migliora la rigenerazione della cartilagine.
In sintesi, la SVF possiede un potenziale rigenerativo dei tessuti muscolo-scheletrici danneggiati molto promettente nell’applicazione in campo ortopedico.
A supporto di quanto detto vi sono numerosi studi condotti in campo medico al fine di provare i reali benefici apportati dalla somministrazione della SVF.
Diversi studi condotti sul tendine flessore digitale del cavallo, hanno evidenziato una migliore guarigione dei tendini trattati con SVF da grasso, soprattutto in termini di riduzione del processo infiammatorio, aumento della vascolarizzazione e miglior allineamento delle fibre tendinee.
In altri studi, cani affetti da osteoartrosi dell’anca sono stati trattati con somministrazione di SVF, risultandone dei significativi miglioramenti clinici.
Numerosi sono gli studi condotti in medicina umana sull’utilizzo della frazione vascolare stromale da grasso nei diversi disturbi ortopedici, quali osteoartrosi, tendinopatia del tendine d’Achille, osteonecrosi della testa del femore, condromalacia e lesioni meniscali.
I risultati hanno dimostrato una efficacia clinica importante confermata spesso dalle analisi citologiche ed istologiche.
Per tale ragioni, sempre più anche in campo medico veterinario, queste terapie rigenerative sono utilizzate e richieste anche dai proprietari stessi che vedono soffrire il loro paziente.
In Italia, i Centri Veterinari che adottano e utilizzano in maniera razionale tali terapie per le patologie ortopediche non sono molti, tra questi alcuni centri Universitari come ad esempio l’Ospedale Veterinario Universitario Didattico dell’Università di Camerino, con sede a Matelica.
Redatto da: Prof.ssa Angela Palumbo Piccionello, Dott. Luca Pennasilico