One Health, zoonosi e animali da compagnia come cane e gatto

Il termine One Health indica l'esistenza di uno stretto legame tra salute umana, ambientale e animale. E le zoonosi che interessano cane e gatto ne sono un esempio.

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A cura di: Dott.ssa AnnaPaola Rivolta

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Si sente parlare sempre più spesso del modello One Health, ma cosa significa e perché interessa anche animali da compagnia come cane e gatto?

Cosa vuol dire One Health?

La salute unica (o circolare), ovvero One Health, indica la forte convergenza e connessione tra salute umana, ambientale e animale, sempre più evidente negli ultimi decenni con le varie emergenze pandemiche e la crisi climatica in corso.

Nel mondo bisogna considerare che su 10 malattie infettive emergenti umane 6 derivano da animali, sia domestici che selvatici.

La connessione si fa più stretta nel momento in cui aumenta il numero delle persone, cambia il tipo di rapporto con gli animali, il clima si modifica e alimenta la diffusione di malattie zoonotiche trasmesse da vettori (come insetti o altri mammiferi), e soprattutto gli scambi globali e i viaggi facilitano lo spostamento dei patogeni.

Le zoonosi sono malattie infettive trasmesse dagli animali agli umani tramite il salto o passaggio da una specie all’altra (processo di spillover) e sono causate da patogeni come parassiti, virus, funghi e batteri.

La trasmissione delle zoonosi può essere:

  • diretta tramite contatto con gli animali infetti;
  • indiretta tramite ambiente e oggetti contaminati o il passaggio tramite vettori o il consumo di acqua e alimenti contaminati da agenti zoonotici.

Non bisogna spaventarsi da questa situazione, è corretto invece conoscere il problema anziché temerlo.

Sull’argomento si possono trovare maggiori informazioni nell’European Scientific Counsil Companion Animal Parasites (ESCCAP), in cui esperti in parassitologia hanno redatto importanti linee guida per la diagnosi, il controllo e il trattamento dei parassiti anche a rischio zoonotico, nonché i fattori di rischio da considerare per prevenire queste patologie.

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Esempi di zoonosi trasmesse da cane e gatto

Tra i parassiti ci sono, ad esempio, i vermi intestinali come gli ascaridi, le cui uova sparse in ambiente dal cane parassitato possono essere ingerite e infestare l’uomo.

Ma anche l’echinococcosi, un’elmintiasi molto grave, si trasmette con la medesima via di infestazione.

Un altro importante parassita intestinale zoonotico è Toxocara canis, che dà problemi nel cane, ma è un agente di zoonosi che nell’uomo causa la sindrome da larva migrans viscerale, con conseguenze anche fatali.

Il cane è inoltre considerato un serbatoio, ma anche un indicatore di rischio, per le zoonosi trasmesse dalle zecche.

Questo perché, ad esempio, nuove specie di Babesia che colpiscono il cane sono correlate alla comparsa di queste nella fauna selvatica e quindi indicano anche il rischio che tramite le zecche possano giungere a colpire l’uomo.

Per le zoonosi l’importanza del loro contrasto è quindi doppia e interessa la corretta gestione del problema sanitario e parassitario dell’animale, ma anche il mantenimento della sanità pubblica.

Cosa si può fare?

Le linee guida ESCCAP si basano su dati scientifici che dimostrano che si riduce il rischio di presenza dei parassiti tramite corrette terapie con tempistiche precise.

Le linee guida suggeriscono per quanto riguarda le ascaridiosi un trattamento antiparassitario specifico mensile per i primi 6 mesi di vita del cane e poi trimestrale (almeno) negli adulti.

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Sarà però il Medico veterinario a valutare lo stile di vita, di convivenza con altri animali o con umani “a rischio” (bambini e anziani), o se il cane è di utilità e nel caso aumentare i trattamenti fino a essere mensili per controllare e debellare il rischio di passaggio delle parassitosi agli uomini.

Inoltre, per i parassiti esterni (ectoparassiti), indicano l’uso di antiparassitari ad azione insetticida verso le zecche, le pulci e di repellenza/uccisione dei vettori come i flebotomi, per ridurre ed evitare il rischio di trasmissione di patogeni agli animali e, di conseguenza, all’uomo.

Per maggiori informazioni si consiglia di rivolgersi sempre al proprio Medico veterinario di fiducia e di leggere le linee guida ESCCAP su www.esccap.org.

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