Per definizione gli oli essenziali sono il prodotto, idrofobo, della distillazione in corrente di vapore delle piante aromatiche oppure, ma solo nel caso speciale degli oli estratti da agrumi, il prodotto idrofobo della spremitura a freddo.
Son registrate più di 17.000 piante. Le famiglie botaniche generalmente citate per la loro ricchezza in oli essenziali sono Apiaceae, Asteraceae, Cupressaceae, Lamiaceae, Lauraceae.
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Gli oli essenziali e il loro uso nella medicina comportamentale
Gli oli essenziali sono stati studiati in diverse specie animali che vivono in particolari contesti, come ad esempio zoo, canili, gattili, oltre che nei cavalli.
Da questi è emersa una variazione emozionale che passa attraverso l’arricchimento olfattivo. Tuttavia, nonostante la componente olfattiva rivesta una grande importanza sotto vari aspetti, gli arricchimenti olfattivi sono stati, fino ad ora, poco studiati.
Nell’ambito animale, gli oli essenziali sono stati indagati principalmente per il loro effetto ansiolitico, l’influenza sull’apprendimento, la memoria, l’attenzione e l’eccitazione, e contro lo stress.
Lavanda
Diversi studi riportano l’utilizzo dell’olio essenziale di lavanda per ridurre l’ansia dei cani durante i viaggi in macchina nonché nei cani di canile e nei gatti in gattile.
Secondo un altro studio, l’applicazione locale di quest’olio nella pinna dell’orecchio ha determinato l’abbassamento della frequenza cardiaca, probabilmente per la stimolazione vagale.
Menta, rosmarino e valeriana
La menta (Mentha piperita L., Lamiaceae) e il rosmarino in diffusione possono migliorare l’attività mentale del topo e del cane.
Inoltre, il rosmarino è noto per incrementare l’attività locomotoria e l’attività della corteccia cerebrale.
La valeriana invece, che notoriamente nell’uomo ha un effetto calmante, nel gatto è stata studiata per il suo effetto stimolante positivo.
FONTE: LaSettimanaVeterinaria