Le malattie autoimmunitarie sono caratterizzate dalla produzione, da parte di un organismo, di anticorpi che riconoscono come estranei e quindi attaccano elementi costitutivi dell’organismo stesso.
Per tale motivo sono definiti autoanticorpi.
Il pemfigo rappresenta un complesso di rare malattie autoimmunitarie, caratterizzate dalla produzione di autoanticorpi diretti contro le strutture di connessione dell’epidermide.
Questi sono i desmosomi, che hanno la funzione di tenere tra loro unite le cellule che costituiscono lo strato più superficiale della pelle, i cheratinociti.
Una volta danneggiati tali sistemi di connessione, i cheratinociti tendono a distaccarsi gli uni dagli altri, con conseguenti alterazioni dell’epidermide.
I desmosomi sono formati da diverse molecole, ciascuna con una propria localizzazione all’interno dell’epidermide.
Pertanto, a seconda della molecola desmosomiale verso cui sono prodotti gli autoanticorpi, il distacco tra i cheratinociti può avvenire a diversi livelli dell’epidermide, caratterizzando così i vari tipi di pemfigo.
Nel presente articolo parleremo solo del pemfigo foliaceo, nel quale il distacco avviene negli strati più superficiali dell’epidermide, e del pemfigo volgare, nel quale invece la separazione tra le varie cellule si verifica negli strati più profondi.
Indice dei contenuti
Il pemfigo, una delle malattie autoimmunitarie più diagnosticate nel cane
Il pemfigo foliaceo, insieme alla sua variante benigna chiamata pemfigo eritematoso, rappresenta la malattia autoimmunitaria più diagnosticate nel cane e nel gatto, pur rappresentando in assoluto una condizione di raro riscontro.
Ancor più raro è il pemfigo volgare, osservato anch’esso sia nel cane che nel gatto, mentre altre forme sono state diagnosticate rarissimamente solo nel cane, come il pemfigo pustoloso panepidermico, il pemfigo paraneoplastico e la malattia di Darier.
Alcuni fattori, quali dermatiti croniche, farmaci, tumori e luce ultravioletta, potrebbero favorire l’insorgenza del pemfigo in soggetti geneticamente predisposti.
Pemfigo foliaceo nel cane e nel gatto
Sintomi nel cane
Nel cane il pemfigo foliaceo si caratterizza per la presenza di lesioni rilevate e circoscritte, a contenuto denso e di colore giallo (pus), chiamate pustole, nonché, quale risultato della loro rottura, di croste di color giallo miele.
Può manifestarsi anche con altre lesioni, quali perdita del pelo (alopecia), erosioni e depigmentazione.
Tali lesioni risultano in genere localizzate, con distribuzione bilaterale e simmetrica, a livello di muso (dorso del naso, aree periorbitali) e dei padiglioni auricolari.
Possono però coinvolgere anche i genitali esterni, i cuscinetti plantari (che appaiono tumefatti, ispessiti e fissurati) e le unghie.
Solo in rari casi la condizione può risultare generalizzata, cioè estesa a gran parte della superficie corporea.
Sintomi nel gatto
Nel gatto, sono in genere riscontrabili croste di color giallo miele, quale risultato della rottura delle pustole.
Queste sono localizzate in genere a livello di muso (dorso del naso, aree periorbitali) e dei padiglioni auricolari, attorno ai capezzoli, sui cuscinetti plantari e nel letto ungueale, in cui si accumula materiale caseoso biancastro.
Pemfigo eritematoso
Il pemfigo eritematoso è caratterizzato, sia nel cane che nel gatto, da lesioni simili a quelle del pemfigo foliaceo, ma confinate a livello del dorso del naso e, a volte, della regione periorbitale e dei padiglioni auricolari, senza alcuna tendenza alla diffusione.
In particolare nel cane, a carico del tartufo si possono riscontrare erosioni, ulcere, croste e fenomeni di depigmentazione, mentre in rari casi possono essere coinvolti anche i cuscinetti plantari.
Pemfigo volgare
Nel pemfigo volgare la lesione caratteristica è la vescicola: lesione rilevata, circoscritta, traslucida e ripiena di liquido chiaro o emorragico.
Questa è peraltro difficilmente osservabile, in quanto, a causa dell’esiguo spessore che caratterizza l’epidermide negli animali, tende facilmente a rompersi, trasformandosi in erosioni e ulcere, localizzare in genere a livello di cavo orale, ma anche di giunzioni muco-cutanee di genitali e/o dell’ano.
Nel cane, in alcuni casi, possono essere presenti anche nelle regioni perioculari, nella faccia interna dei padiglioni auricolari, nel letto ungueale e nei cuscinetti plantari e nelle parti maggiormente sottoposte a frizione.
Malattie autoimmunitarie: diagnosi di pemfigo nel cane
Anche se caratteristiche, le lesioni descritte nei vari tipi di pemfigo non permettono di formulare con certezza la diagnosi, potendosi manifestare anche in corso di numerose altre malattie.
Solo il Medico Veterinario di fiducia può quindi essere in grado, attraverso un iter diagnostico, arrivare a confermare definitivamente la presenza di una forma di pemfigo.
Peraltro, la necessità di diagnosticare con certezza questo tipo di malattia autoimmunitaria risulta indispensabile per poter impostare la relativa terapia, in grado in genere di controllare efficacemente la malattia, pur dovendo protrarsi per tutta la vita dell’animale.