La borreliosi o malattia di Lyme è causata dall’infezione da parte di un batterio, Borrelia burgdorferi, ed è trasmessa con la puntura dalla zecca Ixodes ricinus sia all’uomo che agli animali domestici.
Si tratta di una patologia caratterizzata da una sintomatologia e un iter diagnostico particolari, sia in medicina umana che in veterinaria.
Indice dei contenuti
Somiglianze e differenze della malattia di Lyme negli animali e negli esseri umani
La borreliosi o malattia di Lyme colpisce sia l’uomo che il cane (oltre ai ruminanti e al cavallo) attraverso la puntura dello stesso vettore, la zecca Ixodes ricinus.
Questa zecca, presente sia in zone rurali che urbane (in particolare in ambienti umidi come boschi, parchi e terreni sabbiosi), mostra il picco di attività in primavera e in autunno e la sua rilevazione può essere difficile.
Ha infatti dimensioni relativamente piccole allo stadio di ninfa (1,5 mm), mentre dopo il pasto di sangue arriva fino a 11 mm.
La zecca deve rimanere fissata al suo ospite per al meno 24-48 ore per poter trasmettere dell’agente patogeno: il batterio Borrelia burgdoferi.
Nell’uomo, una ventina di specie costituisce il gruppo “Lyme”, ma solo una decina di queste può causare la malattia.
La maggior parte delle infezioni umane in Europa è dovuta a B. afzelii e B. burgdoferi ss (sensu stricto), mentre nel cane si riscontra B. burgdorferi sl (sensu lato).
Sintomatologia della malattia di Lyme
Nel cane come nell’uomo, dopo una puntura di zecca la percentuale di trasmissione batterica è bassa.
Nelle aree con presenza più elevata di malattia di Lyme, solo il 10-20% delle zecche Ixodes ricinus è infettato da Borrelia.
Inoltre, nel 90% dei casi di infezione umana (e nel 95% dei casi nei cani), il sistema immunitario è efficace, oppure il pasto di sangue della zecca non è completo, portando a un’infezione asintomatica o abortita.
Nell’uomo la malattia è classificata in diversi stadi quando sintomatica (10% dei casi di infezione):
- la fase precoce localizzata, nella quale l’eritema migrante si osserva in oltre il 90% dei casi; si verifica tra i 3 e i 30 giorni dopo il morso;
- in assenza di trattamento, e solo nel 10% dei casi, la malattia progredisce verso la fase precoce disseminata. Questa fase è caratterizzata da affezioni variabili (forma neurologica, articolare con artrite, cutanea e, in casi molto rari, forma cardiaca od oculare);
- sempre in assenza di trattamento, può svilupparsi una fase tardiva con danni neurologici, articolari o cutanei, mesi o addirittura anni dopo il morso.
I cani sintomatici presentano invece principalmente febbre, mono o poliartrite e/o danno renale (glomerulo-nefrite).
Non esiste una descrizione dell’eritema migrans nella specie canina, a differenza di quanto avviene per l’essere umano.
Il gatto può contrarre la malattia di Lyme?
Nella maggior parte dei casi nel gatto, l’infezione è asintomatica, dunque i casi clinici descritti sono estremamente rari.
Inoltre, i test diagnostici rapidi utilizzati per i cani nelle strutture veterinarie non sono affidabili per la specie felina.
I gatti affetti da malattia di Lyme sintomatica presentavano principalmente aritmie cardiache e zoppia.
Diagnosi di borreliosi
Nel cane come nell’uomo, la diagnosi di malattia di Lyme è clinico-biologica: non ci si basa solo sulla sierologia per la ricerca di anticorpo, poiché essa mostra solo l’avvenuto contatto con il batterio, senza prognosi clinica.
Inoltre, Borrelia è poco presente nei fluidi organici e la sua coltura è difficile e lenta.
In Medicina umana la strategia diagnostica si svolge in due fasi:
- dapprima è eseguito un test sierologico (ELISA) che ricerca gli anticorpi contro Borrelia;
- se il test è positivo o dubbio, è fatto un test di conferma (Western Blot) che rileva gli anticorpi in modo più specifico.
La sierologia non è effettuata durante il mese successivo alla puntura di zecca, poiché non si sono ancora formati gli anticorpi contro Borrelia: le immunoglobuline M (IgM) compaiono tra le 3 e le 6 settimane dopo l’infezione e le IgG tra le 4 e le 9 settimane dopo l’infezione.
La sierologia può inoltre rimanere positiva per mesi o addirittura anni dopo l’infezione.
Negli animali domestici la diagnosi deve associare: i segni clinici specifici, la presenza della zecca nell’ambiente, un test sierologico positivo e l’esclusione di altre malattie.
Terapia e prevenzione
In Medicina mana, la gestione dipende dallo stadio della malattia e dai sintomi, ma la pietra angolare del trattamento rimane, come per i cani, la terapia antibiotica.
Come misura preventiva, è importante trattare il cane con un antiparassitario esterno efficace contro le zecche, nonché di disinfestarlo e spazzolarlo dopo ogni uscita in una zona a rischio.
Anche le persone dovrebbero ispezionarsi quando si torna da una passeggiata.
Se si osserva una zecca, questa deve essere immediatamente rimossa completamente (assicurarsi che anche la testa sia stata effettivamente rimossa).
Esiste un vaccino per i cani, a differenza della Medicina Umana, e costituisce un ulteriore aiuto per ridurre il rischio di malattia, soprattutto in caso di forte prevalenza nell’ambiente circostante.
Tuttavia, la vaccinazione non deve sostituire la prevenzione contro l’agente vettore mediante la somministrazione di un antiparassitario specifico consigliato dal Medico veterinario di fiducia.