Conosciuto dagli europei a partire dal XVI secolo l’uccello del Paradiso (Cicinnurus regius) stimolò fantasia e scienza già nei primi scopritori che tentarono di classificarlo, rappresentarlo, dipingerlo.
Il suo nome deriva dal latino cicinus ovvero ricciolo, dal greco oura, cioè coda, e ancora dal latino regius o regale.
Questo passeriforme dall’aspetto regale con coda a ricciolo fu protagonista di miti e leggende.
Una di queste racconta come tali uccelli Paradiseidi avessero la capacità di riconoscere l’acqua limpida e pulita da quella avvelenata e quindi sapessero scegliere l’acqua da bere senza incappare nelle trappole degli umani.
Per questo vennero nominati “re degli uccelli del Paradiso”.
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Distribuzione in natura
Nativo delle isole Papua, Nuova Guinea, isole Aru, l’uccello del Paradiso trova rifugio tra le fronde degli alberi teak, nutrendosi dei suoi frutti e di altre bacche.
Ne sono state descritte 6 sottospecie:
- Cicinnurus regius regius che vive nelle isole Aru e in Indonesia;
- C. r. rex , simile al regius regius, ma che presenta parte frontale scarlatta invece di rosso-arancio;
- C. r. gymnorhynchus che vive nel golfo di Huon e più piccolo del regius;
- C. r. similis dalla colorazione verde-nera, che vive a nord della Nuova Guinea;
- C. r. cryptorhynchus che vive lungo il fiume Mamberamo, nella zona est e nei pressi delle montagne;
- C. r. coccineifrons, che vive nell’isola Yapen, dal piumaggio verde-nero.
Descrizione
I maschi di questa specie assomigliano nell’aspetto ai galletti di roccia: conformazione della testa, coda, occhi azzurri.
Il dimorfismo sessuale è molto marcato. Le femmine delle varie sottospecie sono tutte molto simili e dall’aspetto poco appariscente, dai colori bruno su testa e dorso, grigio- bianche alla gola, ventre, codrione.
I maschi presentano un piumaggio sgargiante, color carminio su testa, gola, dorso e ali, con sfumature giallo-arancio alla base del becco.
Il petto presenta piume verdi iridescenti. Caratteristici sono due ciuffi di piume ai lati del petto, dal color grigio e ornate da una banda verde che vengono allargate a ventaglio ad ali spiegate in volo o durante le danze nuziali, mentre il ventre è bianco.
La coda nera è caratterizzata da due lunghe penne filiformi che terminano arricciate in un bottone verde metallico pendente.
Le zampe sono bluastre in entrambi i sessi.
In media questi volatili pesano 38-65 g e la loro la lunghezza si aggira sui 16-19 cm (nei maschi 31 cm coda compresa).
Riproduzione dell’uccello del paradiso
Il maschio vive solitario, rifugiandosi tra le fronde degli alberi in cerca di cibo e mimetizzandosi per sfuggire ai pericoli.
Le femmine possono viveri in piccoli gruppi.
La riproduzione può avvenire tutto l’anno. I maschi si esibiscono in lek o forme ritualizzate di corteggiamento per attrarre più femmine possibile.
Le loro danze nuziali sono complesse e molto particolari.
In una prima fase il maschio si posiziona su un ramo ben visibile e richiama le femmine con versi gracchianti.
Poi inizia la parata vera e propria caratterizzata da alternanza di fasi in cui in postura eretta arruffa le penne ai lati del petto e ondeggia le spalle mantenendo la coda alta, in modo da far ondeggiare le 2 timoniere filiformi sulla testa.
In altre fasi vengono arruffate anche le penne bianche del ventre e il becco tenuto aperto.
Durante la danza il maschio di sposta sul posatoio, cambia posizione e direzione fino a restare appeso a testa in giù continuando a dondolare con le penne arruffate.
Le femmine osservano più esibizioni di vari maschi, prima di decidere con quale di essi accoppiarsi.
Dopo la costruzione del nido si ha la cova in genere di solo 2 uova.
L’allevamento dei piccoli dura fino a che questi involano dopo circa 15 giorni dalla schiusa.
Alimentazione e ambiente
Cosa mangia l’uccello del paradiso
In natura si nutrono di bacche, frutti e insetti. La stessa alimentazione deve essere mantenuta anche in caso di allevamento in cattività: papaya, mirtilli neri e rossi, melograno, mangime per tucani a basso tenore di ferro, insetti durante imbecco.
Per l’uccello del paradiso un ambiente curato nei minimi particolari
Per sperare in una riproduzione in cattività l’ambiente deve essere curato nei minimi particolari, cercando di ricreare l’ambiente tropicale.
Il clima deve essere caldo umido con escursione notte-giorno; nella stagione invernale fredda è possibile allevare i soggetti a temperature più rigida, ma mai sotto lo zero e con aree riscaldate almeno a 10 °C.
Arbusti e vegetazione devono essere messi a dimora nelle voliere del maschio e della femmina, comunicanti solo per il corteggiamento e l’accoppiamento.
La femmina dopo l’accoppiamento si occupa di arredare un nido a coppa scavato in un tronco di albero.
La privacy e la tranquillità sono fondamentali per assicurare calma e serenità alla neomamma, che da sola deve occuparsi di tutta la fase riproduttiva.
Stato di conservazione dell’uccello del paradiso
Al momento lo stato di conservazione negli habitat naturali di questa specie risulta stabile.
Le minacce antropiche, la caccia, il cambiamento ambientale possono però minare le popolazioni locali.