L’osservazione di alcuni cambiamenti fisici o comportamentali può consentire di capire, con una buona approssimazione, se uno scoiattolo giapponese o tamia sta bene oppure no, se è sano o se sono in corso delle malattie.
Per fare ciò è fondamentale, prima di tutto, avere conoscenza dell’animale in salute, quello che abbiamo tutti i giorni sotto agli occhi, per immediatamente individuare eventuali alterazioni.
Visitare un animale, diagnosticare una patologia e prescrivere una cura adeguata è il ruolo del Medico veterinario.
A noi proprietari spetta però un compito altrettanto importante: renderci conto quando il nostro pet sta male.
Siamo noi, infatti, quelli che lo ospitano, lo nutrono, lo accudiscono e lo osservano!
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Le abitudini stagionali del tamia
Il tamia o scoiattolo giapponese è un animale molto vivace e quasi sempre in movimento durante la veglia: si arrampica, esplora, cerca il cibo, mangia, dorme e interagisce.
Se fino a ieri il nostro scoiattolo era “normalmente attivo” e oggi vediamo che è un po’ più apatico, meno responsivo agli stimoli, passa più tempo nella tana ed esce malvolentieri, mangia meno o rifiuta addirittura il cibo, è segno che qualcosa non va.
Bisogna però ovviamente distinguere ciò che succede durante la bella stagione da quanto accade nel periodo freddo.
Con l’arrivo dell’inverno e il successivo letargo, lo scoiattolo infatti tende naturalmente a essere più pigro.
Durante il sonno invernale, poi, il pet mangia meno e non più tutti i giorni.
Questo perché dorme di più e i suoi fabbisogni diminuiscono notevolmente a seguito delle minori necessità metaboliche.
L’influenza dell’ambiente
Non dimentichiamo che lo scoiattolo giapponese è una specie facilmente stressabile.
Alterazioni del comportamento possono essere quindi conseguenza anche di fattori ambientali.
Fonti di stress possono essere: gabbie troppo piccole o prive di arricchimenti, sovraffollamento o incompatibilità con altri soggetti conviventi, presenza di altri animali (ad esempio, cani o gatti) che creano di disturbo o paura, rumori o spaventi.
Due palline non sospette
Nel caso il nostro primo scoiattolo fosse un maschio non stupiamoci, a un certo punto, della comparsa di due rigonfiamenti inguinali.
Potrebbero essere i testicoli durante il periodo degli amori.
Allo stesso modo, la presenza di due vistose “palle” al posto delle guance non rappresenta niente di anomalo.
Sono infatti le tasche guanciali “piene” di cibo, poiché i tamia lo trasportano nella tana utilizzando la bocca come un container per le merci.
Osservare feci e urine
Uno sguardo giornaliero allo stato delle feci e delle urine risulta molto utile per ottenere diverse informazioni, tipo se si è “liberato” nelle ultime 24 ore, se le feci hanno una consistenza normale oppure diarroica, se vi è sangue nelle deiezioni e così via.
La diarrea, ad esempio, riconosce molteplici cause come stress, errori alimentari o brusco cambio nella dieta, parassiti intestinali e molto altro ancora.
In presenza di cistite, lo scoiattolo tenderà a urinare di più mostrando segni di dolore e nelle urine potrebbe essere presente del sangue.
Fortunatamente gli scoiattoli giapponesi tendono, di norma, a defecare e urinare sempre nello stesso punto della gabbia.
Questo ne facilita quindi l’osservazione oltre che la rimozione, importante per mantenere buone condizioni igieniche.
Osserviamo attentamente lo scoiattolo da vicino
Lo scoiattolo giapponese è un animale piuttosto schivo e non ama farsi manipolare ma, se adeguatamente abituato fin da piccolo, magari offrendogli una ricompensa per la sua pazienza, si può rendere questa operazione non poi così spiacevole.
Una volta nelle nostre mani, non aspettiamoci che rimanga fermo o immobile, ma se questo dovesse accadere sarebbe un indizio importante.
Durante la manipolazione possiamo osservare tante cose: è dimagrito?
Vuol dire che mangia meno o ha difficoltà nell’assorbire e metabolizzare i principi nutritivi.
Magari è ingrassato? È un problema frequente quando l’animale non fa sufficiente movimento o è alimentato in maniera non corretta.
I suoi denti incisivi sono della lunghezza giusta oppure sono cresciuti troppo?
Non dimentichiamo che gli incisivi sono a crescita continua, pertanto un loro eccessivo allungamento o deviazione non è più “normale”.
Malattie di pelliccia e pelle nello scoiattolo giapponese
Anche l’osservazione della pelle e della pelliccia può fornire utili indicazioni sulle condizioni di salute dell’animale.
Prurito, perdita di pelo (soprattutto a chiazze), cute arrossata, squamosa o crostosa e presenza di ferite sono segni clinici comuni a diverse patologie.
Pertanto un’alterazione a questo livello deve comunque allarmare poiché potrebbe essere conseguenza di stress, problemi ormonali, micosi, ectoparassiti e molto altro.
Da non confondere la perdita di pelo “patologica” con quella “fisiologica”.
La muta è un processo naturale che porta alla sostituzione della pelliccia invernale con quella estiva e viceversa.
La muta, però, di solito procede in modo tale che non lascia aree alopeciche e la nuova pelliccia normalmente si distingue da quella vecchia perché lucida e uniforme.
La presenza di neoformazioni, cioè noduli di recente comparsa, potrebbe essere un indizio di ascessi o tumori cutanei.
Osserviamo bene anche l’estremità delle zampe e della coda: la presenza di ulcerazioni non deve essere sottovalutata.
Infine, abbiamo già accennato alle tasche guanciali che sono riempite e svuotate di frequente.
Se però a un certo punto ci accorgiamo che una delle due rimane sempre leggermente gonfia, determinando un’asimmetria a livello della testa, potrebbe anche in questo caso essersi creato un ascesso o una neoplasia.
La respirazione del tamia
I problemi respiratori in questa specie sono piuttosto frequenti.
Diversi agenti patogeni possono esserne la causa, il più delle volte favoriti da fattori predisponenti o scatenanti come sbalzi di temperatura, correnti d’aria, stress, alimentazione inadeguata e scarsa igiene della gabbia.
Le affezioni delle alte vie respiratorie (riniti) si presentano sotto forma di starnuti, difficoltà respiratoria, presenza di muco intorno alle narici e agli occhi e congiuntivite.
Ben più gravi sono le patologie delle basse vie respiratorie (bronchite e broncopolmonite), le cui cause sono le stesse già descritte.
L’interessamento di bronchi e polmoni aggrava però notevolmente il quadro clinico aggiungendo a quanto sopra anche la perdita di appetito, il peggioramento dello stato del pelo, l’apatia e la debolezza fino anche, se trascurato, alla morte del soggetto.
Il colpo di calore
Attenzione: questa è una condizione gravissima e rapidamente letale anche per lo scoiattolo giapponese.
Il colpo di calore si verifica soprattutto in estate e in animali la cui gabbia è posizionata in una stanza che tende a scaldarsi troppo oppure lasciata esposta al sole e al caldo in terrazzo o in giardino.
All’inizio il pet inizia a respirare più velocemente e si mostra irrequieto, ma nel giro di pochissimo potrebbe accasciarsi, smettere di muoversi e non rispondere più agli stimoli.
In quel caso bisognerà spostarlo immediatamente in un luogo più fresco e riparato per abbassare la temperatura corporea e contattare subito il Veterinario per ricevere indicazioni.
Quando portare dal veterinario lo scoiattolo
Per il tamia non sono previste vaccinazioni di routine.
Nonostante ciò una prima visita post-acquisto o post-adozione è indispensabile e una o due visite all’anno sono sempre consigliate per far controllare le sue condizione di salute generali, possibilmente prima del letargo e subito dopo.
Al di là di questa ottima abitudine, qualunque segnale di malessere o malattia non deve essere trascurato e rende necessaria una visita immediata.
Per il trasporto si consiglia un contenitore (trasportino) non troppo grande e un viaggio tranquillo, affinché l’animale non venga “sballottato” troppo.
In estate, onde evitare il colpo di calore, meglio viaggiare con l’aria condizionata accesa, ma evitando il getto direttamente su di lui e alzando gradualmente la temperatura prima di scendere.
Allo stesso modo, per evitare sbalzi termici in inverno, meglio disporre all’interno del trasportino una bottiglia piena di acqua calda, avvolta in un asciugamano e non a diretto contatto con l’animale per evitare ustioni.
Portiamo sempre con noi un campione di feci e non tralasciamo di raccontare al veterinario tutto quello che abbiamo osservato.
Facciamoci consigliare anche la modalità migliore per somministrare le eventuali terapie, considerando che il paziente potrebbe non essere del tutto collaborativo.