Parlando di letargo delle tartarughe si può dire che soprattutto la T. hermanni e la T. greca possono sopportare il letargo naturale, cioè il letargo in giardino sotto terra anche nel Nord Italia, dove le temperature possono comunque scendere diversi gradi sotto lo zero.
Siccome un inverno particolarmente rigido potrebbe risultare pericoloso per le tartarughe, bisogna valutare molto bene la regione, la zona e l’esposizione del giardino utilizzato per il letargo, oltre che l’età e lo stato di salute.
Il letargo nel giardino è certamente più naturale e potrebbe essere più corretto come regolazione naturale del ciclo vitale delle tartarughe, ma ovviamente può avere diversi inconvenienti, soprattutto nelle regioni nordiche d’Italia.
Le tartarughe di terra che si interrano sono di fatto difficili da monitorare per diversi motivi: spesso se il giardino è ampio, è difficile trovare il nido dove si interrano, inoltre togliere una tartaruga dal suo nido e rimetterla di nuovo sotto terra potrebbe portare a stress e rinterramento errato, questo potrebbe causare l’insorgenza di danni alla salute.
Non si possono escludere danni inflitti da altri animali che frequentano il giardino come per esempio dissotterramento da parte dei cani o, più facilmente, danni causati da roditori e in modo particolare da ratti, che si nutrono di parti delle tartarughe in letargo; queste ultime, essendo profondamente addormentate non sono in grado di scappare o proteggersi.
Le temperature non sono mai prevedibili, un inverno particolarmente rigido può risultare pericoloso o addirittura letale anche per animali che hanno affrontato da sempre il letargo naturale senza problemi.
Per chi non ha un giardino adeguato o non si fida di affrontare l’inverno in modo non controllato c’è la possibilità di impostare un letargo controllato.
Questo tipo di gestione rende più o meno semplice il mantenimento di un monitoraggio adeguato, che permette di prevedere eventuali problemi di salute che possono insorgere durante il letargo invernale.
Indice dei contenuti
Tipologie di letargo delle tartarughe
Il letargo controllato
Un letargo controllato, cioè tartarughe tenute in scatole o contenitori e fatte invernare in luoghi chiusi, con temperature adeguate al letargo dell’animale (Testudo Hermanni, T. Greca a 5-10°C e T. Marginata a 10-16°C) possono essere monitorate durante questo periodo con minor difficoltà e senza disturbare eccessivamente l’animale.
Il letargo controllato è consigliabile per animali al di sotto dei 2-3 anni di età e per animali deboli e specie che non possono affrontare le temperature esterne.
Il monitoraggio durante questo periodo consiste nel controllo mensile dell’animale e del suo peso.
Durante il periodo del letargo non devono manifestarsi sintomi di malattie, inoltre il peso delle tartarughe alla fine del letargo non deve essere diminuito più del 6-7 % del peso iniziale.
Se si osservano dei segni di malattie o un calo eccessivo di peso è meglio interrompere il sonno dell’animale ed approfondire la malattia in atto.
Per evitare, o meglio per prevenire, l’insorgenza di malattie durante e dopo il periodo di letargo è utile effettuare una visita di controllo prima del letargo; con un esame delle feci ed un esame del sangue se il veterinario lo ritiene opportuno.
Se una tartaruga entra in fase di letargo con una patologia anche lieve può risvegliarsi dopo l’inverno con la patologia amplificata e spesso cronicizzata.
Per questo motivo possono sopportare un letargo senza correre rischio alla salute solo animali in buono stato di salute e in ottimo stato nutrizionale.
Animali malati o animali che hanno subito malattie prima del letargo e di conseguenza sono debilitati non dovrebbero entrare in letargo.
Quali sono i rischi legati al letargo delle tartarughe?