È quasi arrivato il momento di andare in letargo per alcune specie di testuggini e tartarughe. Cosa fare?
Visto che si avvicina per loro il momento per schiacciare il “pisolino”, è utile una visita dal veterinario prima del lungo sonno?
È necessaria la visita pre-letargo delle tartarughe? Vediamo cosa bisogna fare.
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Il letargo di testuggini e tartarughe
L’estate è ormai solo un ricordo e il sopraggiungere dell’autunno ci rammenta che, molto presto, arriverà l’inverno.
Ai nostri animali, però, non serve un calendario per capire che la stagione sta cambiando. Loro si basano su ben altri parametri, come l’abbassamento delle temperature e la diminuzione delle ore di luce.
Moltissime specie trascorrono i mesi più freddi “dormendo”, in letargo, in attesa di condizioni climatiche più favorevoli per nutrirsi e riprodursi, compresi i cheloni, e quindi tartarughe e testuggini.
Non tutte le specie di tartaruga e testuggine devono andare in letargo
Prima di proseguire con la nostra breve trattazione è importante ricordare un concetto fondamentale: non tutti i cheloni possono o devono andare in letargo.
L’ibernazione invernale è riservata solamente a quelle specie che vivono nelle aree del globo in cui esiste una notevole escursione termica tra estate e inverno.
Insomma laddove le temperature, a un certo punto, diventano proibitive per la sopravvivenza di animali a sangue freddo, il cui metabolismo è così fortemente influenzato dal calore e dalla radiazione solare.
In buona sintesi, in linea di massima i rettili originari dell’equatore e delle regioni tropicali non devono andare in letargo.
Devono invece rimanere ricoverati durante la stagione fredda in ambienti a temperatura e umidità quanto più possibile controllate e in linea con i loro bisogni fisiologici.
Per questo è fondamentale essere sicuri della specie di tartaruga o testuggine che si possiede.
Spingere al lungo sonno il chelone sbagliato o lasciarlo in condizioni di umidità e temperatura legate alla stagione, ma non adatte, potrebbe infatti risultare fatale.
Non tutti i soggetti possono andare in letargo
Al di là della specie, anche tra quelle che potrebbero andare in letargo esistono numerosi fattori individuali legati al singolo animale.
Infatti, possono influire sull’opportunità o meno di lasciare ibernare la tartaruga o la testuggine: l’età, il peso e le condizioni di salute.
Indipendentemente dal fatto che si tratti di una tartaruga terrestre o acquatica, il soggetto destinato al letargo deve essere in grado di affrontarlo.
Pertanto è necessario prima di tutto che non sia sottopeso e che possieda riserve corporee adeguate.
Per questo ci sentiamo di sconsigliare di lasciarlo fare ad animali troppo giovani, come ad esempio le tartarughine schiuse nei mesi immediatamente precedenti.
Lo stesso vale per i cheloni convalescenti o malati oppure per quelli che hanno recentemente superato una malattia e non siano ancora in perfette condizioni di salute.
Con il letargo rallenta il metabolismo dell’animale e il suo sistema immunitario è meno efficiente e ciò lo rende più vulnerabile agli agenti patogeni.
Ferite, lesioni di cute e corazza o qualunque patologia a carico di altri organi ed apparati (come ad esempio le infezioni alla cavità orale e le malattie respiratorie) o la presenza di endoparassiti deve comunque far propendere il proprietario ad evitare il letargo.
Inoltre, è ben noto che la tartaruga che sta per andare in ibernazione smette gradualmente di alimentarsi alcune settimane prima, poiché l’apparato digerente deve essere svuotato con un certo anticipo.
La presenza di cibo durante il sonno può essere molto dannosa, addirittura letale. Pertanto il corretto digiuno è un altro fattore fondamentale.
L’importanza della visita veterinaria pre-letargo di tartarughe e testuggini
Ed eccoci al dunque: la visita pre-letargo è importante? Assolutamente sì, sia per l’animale apparentemente sano che per quello in evidente stato di salute alterata.
Un veterinario, soprattutto se esperto in animali non convenzionali, è in grado di effettuare un’attenta valutazione delle condizioni generali di salute, dell’adeguato stato fisico e di ingrassamento.
Durante la visita procederà poi ad eseguire un esame microscopico delle feci e, in caso di necessità, a prescrivere le terapie necessarie.
Se del caso, quindi, il veterinario consiglierà o sconsiglierà il letargo. Inoltre, potrà fornire tutte le indicazioni necessarie in funzione della specie e delle condizioni di allevamento (ad esempio all’aperto o in casa), affinché questo si svolga nel migliore dei modi.
È opportuno, oltretutto, pesare con cura l’animale e prendere nota, al fine di verificare (laddove possibile) l’eventuale calo ponderale eccessivo durante l’ibernazione e al momento del risveglio.
La visita, dunque, è sempre consigliata, soprattutto nel caso di animali di recente acquisizione e di proprietari neofiti o con poca esperienza.
È importante che il controllo medico venga effettuato con il debito anticipo. Meglio almeno qualche settimana prima del presunto ingresso in letargo e ben prima che l’animale inizi a manifestare segni di torpore.