Con il termine reazione avverse al cibo (RAC) si indicano genericamente tutte le reazioni anomale scatenate dall’ingestione di un alimento, di un integratore alimentare o di appetizzanti e additivi contenuti nel cibo per cane o gatto.
Indice dei contenuti
Allergie e intolleranze alimentari
Le allergie alimentari
Le allergie alimentari (AA) propriamente dette sono legate all’iperattivazione del sistema immunitario scatenata dal contatto con un allergene, ad esempio una proteina quale il pollo o il manzo.
Come abbiamo già visto per la dermatite atopica (DAC) in precedenti articoli (Dermatite atopica, la malattia allergica più comune nel cane; Diagnosi e terapia della dermatite atopica nel cane), anche in corso di AA possono essere prodotti anticorpi specifici (le immunoglobuline di tipo E).
Le intolleranze alimentari
Esempi di intolleranze alimentari nell’uomo
Esistono però diverse reazioni avverse al cibo, molto ben conosciute nell’uomo, non mediate dal sistema immunitario.
Nell’uomo la più nota e della quale magari soffrite è l’intolleranza al lattosio.
Questa è causata da una carenza o un’assenza dell’enzima lattasi, che ha il compito di scomporre il lattosio in zuccheri semplici utilizzabili dall’organismo.
Il lattosio, se non digerito, fermenta e determina un accumulo di acqua e gas nell’intestino.
Si stima che fino al 50% della popolazione italiana soffra di questo problema, purtroppo non abbiamo dati altrettanto precisi per i nostri animali.
Nell’uomo sono descritti altri tipi di intolleranza, ad esempio la sindrome sgombroide, causata da alte concentrazioni di istamina in tonno, sgombro, sarde, sardine, acciughe mal conservati.
Intolleranze alimentari particolari
Nel cane invece ricordiamo il pericoloso avvelenamento di cioccolato con quantitativi pari o superiori a 20 mg di teobromina (sostanza contenuta nel cacao) per kilo di peso dell’animale.
Sia nell’uomo, sia nei nostri animali è infine possibile avere reazione avverse al cibo da tossine.
Sono ad esempio quelle prodotte da batteri Escherichia coli enteroemorragico o da Clostridium botulinum.
Questi microrganismi possono contaminare rispettivamente carni crude o prodotti latto-caseari non pastorizzati e le conserve.
Incidenza delle reazioni avverse al cibo nel cane e sensibilità di razza
La percentuale di RAC nel cane non è nota con precisione, ma si stima che non superi il 25% delle forme allergiche cutanee.
Il numero invece si alza fino a raddoppiare nei pazienti con disturbi gastro-intestinali.
Alcune razze hanno mostrato una maggiore incidenza di sviluppo di RAC, quali Pastore Tedesco, West Highland White Terrier, Boxer, Rhodesian Ridgeback, Labrador, Golden Retriever e Carlino.
I cani allergici con un’età inferiore a 1 anno o superiore ai 6 anni hanno un rischio più elevato di sviluppare AA.
Sintomi di reazioni avverse al cibo nel cane e nel gatto
Sintomi nel cane
In maniera analoga a quanto visto per la dermatite atopica, il prurito è il sintomo principale e le zone maggiormente interessate sono le medesime.
Vi sarà quindi subito chiaro che un cane con un’allergia alimentare e uno con una forma ambientale sono clinicamente indistinguibili.
Quello che può essere di aiuto in certi casi è la cronologia del prurito.
Nei cani allergici alimentari infatti i sintomi non sono stagionali e tendono a presentarsi in maniera più o meno continuativa durante tutto l’anno.
Un altro dato che può suggerire una RAC è la concomitante presenza di disturbi gastro-enterici con alterazioni delle feci, eventualità però purtroppo non così comune.
Anche nei cani con allergie alimentari possiamo notare arrossamenti e perdita di pelo nelle fasi acute e ispessimenti e iperpigmentazione (cute scura) della cute nelle fasi croniche.
Infezioni secondarie da batteri o lieviti sono comuni e si manifestano con pustole e croste o cute untuosa.
L’otite è molto comune nei cani affetti da RAC, si stima che quasi la metà ne soffra.
Sintomi nel gatto
Nei gatti l’incidenza di RAC è con ogni probabilità più bassa e spesso si associa alla forma ambientale.
Anche per loro il sintomo principale è il prurito che può associarsi o meno a diarrea e perdita di peso.
Nei gatti allergici spesso il prurito è visibile a livello di collo e testa con la presenza di lesioni escoriative, crostose e ulcerative o di addome e arti posteriori con peli rotti, poco pelo o alopecia completa.
Oltre a questo è possibile che una RAC si manifesti attraverso una dermatite miliare o il complesso del granuloma eosinofilico (ulcera indolente, granuloma e placca eosinofilica), di cui parleremo in maniera estesa in un prossimo articolo.
Come distinguere in cane e gatto un’allergia alimentare da una ambientale?
Ora vi chiederete, come si fa a capire se un cane o un gatto hanno un’allergia alimentare o ambientale (a pollini, graminacee, erbe, muffe, acari della polvere) se sono visivamente indistinguibili?
La cattiva notizia è che ad oggi non esistono esami del sangue o test allergologici che ci indichino in maniera chiara e certa quali alimenti possa mangiare il nostro animale e quali no.
Diffidate anche da chi propone esami dei peli o della saliva per ottenere facili e veloci diagnosi.
L’unico modo per valutare se il prurito del nostro animale è di origine alimentare è effettuare una dieta specifica, la cosiddetta dieta ad eliminazione o privativa seguita da un test di provocazione.
La dieta a eliminazione
La dieta a eliminazione può essere eseguita impostando una dieta casalinga o una dieta commerciale con proteine e carboidrati selezionati.
Questi non devono mai essere stati ingeriti in precedenza, in modo che non ci possa essere stata una sensibilizzazione.
Oppure si può somministrare una dieta idrolizzata.
I cibi idrolizzati sono alimenti nei quali le proteine, spesso comuni quali il pollo, il pesce o la soia, vengono sminuzzate raggiungendo dei pesi molecolari molto bassi.
Ora immaginate il sistema immunitario come un sistema di controllo dotato di un radar.
Le proteine idrolizzate sono talmente piccole da non poter essere intercettate e quindi non sono in grado di attivare una risposta immunitaria.
La durata raccomandata è di almeno 8 settimane, periodo necessario per raggiungere una diagnosi di certezza in più del 90% dei casi.
Bisogna fare attenzione al fai-da-te nei cambi alimentari e affidarsi sempre al Medico veterinario.
Lui saprà indicarvi quale tipologia di alimento è maggiormente adatta in base alla storia alimentare del vostro animale, a quali marche affidarvi per non cadere in errore e a quali reazioni crociate stare attenti.
Infatti, ad esempio, è importante sapere che il sistema immunitario può confondere il manzo con l’agnello a causa di allergeni comuni.
Il test di provocazione
Per confermare una RAC in quei pazienti che non mostrano prurito al termine del test dietetico, deve essere eseguito il test di provocazione.
Questo test prevede la somministrazione del cibo abituale o delle singole proteine usate prima del test.
La diagnosi di RAC è confermata se il prurito si ripresenta entro 2 settimane dalla loro introduzione.
Quali alimenti scatenano più frequentemente reazioni avverse al cibo nel cane e nel gatto?
Per curiosità, gli alimenti che scatenano RAC più frequentemente nel cane sono il manzo, i prodotti caseari, il pollo e il grano, mentre nel gatto sono il manzo, il pesce e il pollo.
E il glutine? Report di ipersensibilità alla gliadina e alla glutenina (le due componenti principali del glutine) responsivi a dieta gluten-free sono stati segnalati occasionalmente solo nel Setter Irlandese e nel Border Terrier.
Queste reazioni nel cane sono estremamente rare rispetto all’uomo e provocano sintomi intestinali.