La riproduzione del gerbillo

Prima di fare accoppiare il gerbillo di casa è meglio avere qualche informazione sulla sua riproduzione. Vediamola nei dettagli.

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A cura di: Dott.ssa Linda Sartini

famiglia gerbilli riproduzione gerbillo
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Affronteremo qui il delicato tema della riproduzione del gerbillo (Meriones unguiculatus), piccolo e simpatico roditore che sempre più spesso viene scelto dagli appassionati di specie di animali domestici un po’ meno convenzionali.

La maturità sessuale

I nostri gerbilli, sia maschi che femmine, diventeranno maturi sessualmente tra i due e i tre mesi di vita; più tre che due ma è meglio essere prudenti, poiché non per tutti arriverà nello stesso momento.

Quando anche la maturità e l’istinto di accoppiarsi si facesse largo troppo precocemente, è bene sottolineare che la gravidanza, il parto e anche l’accoppiamento stesso richiedono uno sviluppo corporeo e condizioni fisiche adeguate.

Pertanto per la riproduzione del gerbillo meglio puntare a un’età media di 90 giorni.

riproduzione gerbillo in mano

Sessaggio nel gerbillo

È importante avere la certezza del sesso per evitare sorprese indesiderate.

Al momento dell’acquisto e dell’accasamento bisogna quindi fare attenzione a questo particolare.

Nei piccoli di gerbillo la distinzione dei sessi è più complicata, perché richiede occhio ed esperienza.

Nel maschio la distanza tra l’apertura anale e quella genitale è maggiore rispetto alla femmina.

Pertanto il riconoscimento è più semplice, se si ha la possibilità di osservare contemporaneamente due soggetti di sesso opposto e confrontarli.

In caso di dubbi meglio farsi aiutare da un Medico veterinario.

A partire dalle 7 settimane di vita sarà ben più difficile sbagliare, poiché i testicoli nel maschio saranno ben visibili.

Se non si desiderano gravidanze inattese, arrivati a questo punto bisognerà già avere effettuato la separazione dei sessi, poiché il rischio di accoppiamento è sempre dietro l’angolo.

Riproduzione del gerbillo

Nuove vite in arrivo

Fermo restando accoppiamenti accidentali, prima di decidere di far riprodurre i propri gerbilli bisogna considerare che, al di là del desiderio da parte nostra di veder nascere dei bellissimi “gerbillini”, nuove vite verranno al mondo e potrebbero essere anche numerose.

Di conseguenza dobbiamo chiederci: abbiamo spazio e strutture a disposizione per ospitarli un domani e tenerli per sempre con noi?

Oppure possiamo garantire loro un’altra famiglia che possa dargli le stesse cure e lo stesso affetto?

Bene, se avete risposto in maniera esauriente a questa domanda possiamo andare avanti.

riproduzione gerbillo

Corteggiamento e accoppiamento

I gerbilli possono riprodursi in qualunque momento dell’anno in presenza di una femmina “pronta” e ricettiva.

Il maschio la corteggerà battendo il piede sul pavimento della gabbia e la rincorrerà.

Lei a un certo punto si fermerà, inarcherà la schiena e avverrà l’accoppiamento.

E dopo? bisogna separarli? No, non è necessario, poiché il maschio non disturberà la femmina e, anzi, l’aiuterà nell’accudire la futura prole.

La gravidanza e il parto nel gerbillo

La gravidanza dura mediamente 24-26 giorni. All’inizio non si noteranno mutamenti fisici nella femmina, ma a partire dalla seconda metà l’addome inizierà ad aumentare di volume rapidamente.

Durante la gravidanza è consigliabile evitare stress alla futura mamma.

Si tratta infatti di una fase molto delicata in cui qualcosa potrebbe andare storto.

Pertanto meglio evitare cambi di gabbia, manipolazioni eccessive e qualunque altro tipo di disagio.

In fase avanzata di gravidanza l’addome sarà vistosamente dilatato.

In prossimità del parto la femmina inizierà a percepire l’esigenza di creare una nursery per i piccoli che arriveranno di lì a breve.

Quindi costruirà un nido morbido e confortevole per ospitare la prole e per farlo avrà necessità di avere a disposizione del “materiale da costruzione” come fieno, paglia, carta igienica o da cucina, trucioli di cartone, ecc., con cui coibenterà la tana.

cuccioli gerbillo

Il parto avviene generalmente di notte, il momento più tranquillo della giornata, in cui non ci sono occhi indiscreti e umani in giro.

I piccoli vengono partoriti in numero variabile da 1 fino a un massimo di 10-12.

Le placente vengono mangiate dalla madre per recuperare importanti nutrienti e ogni cucciolo viene leccato e ripulito dai liquidi fetali.

Se un piccolo nascesse morto, la femmina potrebbe mangiarlo: si tratta di un comportamento naturale, che non deve spaventare e che non mette a rischio gli altri neonati vivi e vitali.

Come già accennato non è necessario allontanare il maschio, a meno di notare comportamenti “strani”.

Bisogna però tener presente che la femmina andrà in calore entro un lasso di tempo piuttosto breve dopo il parto.

Di conseguenza, non è da escludere la possibilità di un nuovo accoppiamento e di un’altra gravidanza ravvicinata.

Piccoli gerbilli crescono

I gerbillini appena nati sono privi di pelo, ciechi e sordi. La loro sopravvivenza dipende dalle cure dei genitori (che includono anche la stimolazione alla defecazione e alla minzione), dal calore del nido e dal latte materno.

La femmina possiede quattro paia di mammelle che in genere producono una quantità di latte sufficiente a nutrire anche le cucciolate più numerose.

Entro la prima settimana il corpicino inizierà a coprirsi di pelo e già verso il decimo giorno cominceranno ad andare in giro e ad esplorare.

I primi tentativi di assaggiare il cibo solido avvengono intorno ai 15 giorni dalla nascita.

Finalmente dopo la terza settimana possono considerarsi quasi indipendenti, sebbene per lo svezzamento bisognerà attendere per lo meno i 30 giorni di vita o anche di più.

A partire dalle due settimane, momento in cui iniziano a nutrirsi autonomamente, bisognerà provvedere a rendere loro accessibile il beverino dell’acqua e del cibo adeguato, eventualmente inumidito.

Prima di separarli meglio attendere le 6 settimane, in modo che possano socializzare adeguatamente.

A proposito di socialità… e con l’essere umano? I piccoli gerbilli devono essere controllati già quando sono ancora all’interno del nido.

È necessario infatti verificare quotidianamente che sia tutto a posto, senza infastidire i genitori ed evitare di manipolarli, se non strettamente necessario.

Una volta che avranno iniziato a uscire dal nido si potranno tentare maggiori approcci facendo anche qui molta attenzione, poiché questi piccoli roditori sono molto vivaci e potrebbero cadere dalle mani, con gravi conseguenze.

Interagire con loro fin da prima dello svezzamento, con delicatezza e rispetto, li aiuterà ad abituarsi all’essere umano.

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