La lettiera per il gatto: quale scegliere?

Esistono diverse tipologie di lettiera per gatto, che variano in base a materiale e caratteristiche fisiche. Ecco qualche consiglio su quale scegliere.

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A cura di: Marco Moresco

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Esistono in commercio varie tipologie di lettiera per il gatto realizzate con diversi materiali (bentonite, argilla, silicio, vegetali) e differente granulometria e grado di assorbimento.

Conoscere le diverse caratteristiche delle “sabbiette” aiuta a soddisfare al meglio non solo le esigenze del gatto, ma anche quelle di noi proprietari.

Il gatto e le sue esigenze

La compagnia di un gatto è tra le esperienze più appaganti che si possano vivere con un pet.

Il piccolo felino sa stabilire relazioni, creare legami e manifestare affetto, anche se non è fortemente sociale come il cane.

È infatti un animale piuttosto autonomo e indipendente, ma questo non significa che non richieda qualche piccola attenzione per una sua corretta gestione nell’ambiente domestico.

Il gatto che vive in ambiente domestico necessita di diversi accessori, come ciotole, spazzole, giochi, tiragraffi e, naturalmente, di una vaschetta per la lettiera.

Realizzata tradizionalmente con sabbie, fieno e giornali, la lettiera per raccogliere le deiezioni del gatto è oggi disponibile in diversi materiali, ciascuno dei quali dotato di specifiche caratteristiche, anche sul piano della sostenibilità ambientale.

Quello delle lettiere è un piccolo mondo che è bene conoscere per poter valutare ogni prodotto, non solo in base alle nostre esigenze, ma soprattutto tenendo presente la soggettività del gatto.

Lettiera per gatto: le tipologie disponibili

Possiamo considerare le varie tipologie di lettiera in base a diversi criteri e funzionalità.

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Granulometria e polverosità della lettiera per gatto

Una prima distinzione, riguardante in particolare le lettiere minerali, riguarda il diametro dei granuli e la loro polverosità: più la granulometria è fine, maggiore sarà la polvere che ne deriva.

Potrebbe sembrare facile ricorrere solo alle lettiere meno polverose, ma la dimensione dei grani può influenzare la predilezione del gatto per un materiale piuttosto che per un altro.

Grado di assorbimento

Per quanto riguarda la modalità di assorbimento dei liquidi, le lettiere si dividono in assorbenti e adsorbenti (o agglomeranti).

Nelle prime i granuli trattengono i liquidi, imbibendosi sia per gravità, sia per contiguità.

Le lettiere adsorbenti invece trattengono l’urina fino a formare una palla.

Tipologia di materiale

Le lettiere si distinguono anche in base al materiale utilizzato. A questo riguardo, ne esistono sostanzialmente di tre tipi: minerali, di silicio e organiche.

Tra le minerali troviamo le assorbenti in argilla e le adsorbenti in bentonite.

Quelle in silicio sono costituite da cristalli di questo materiale, hanno un potere altamente assorbente, non sono polverose e sono facili da pulire, prevenendo anche la proliferazione di batteri e germi.

Le lettiere organiche sono realizzate da materiali biodegradabili a basso impatto ambientale e possono essere smaltite senza difficoltà.

A proposito di smaltimento, quelle minerali e in silicio vanno perlopiù considerate come un rifiuto indifferenziato.

Le lettiere organiche invece possono essere eliminate nell’“umido”, ma spesso anche nel WC e come compost.

Le variabili da considerare

Scegliere una lettiera implica la considerazione di alcune variabili riguardanti le nostre esigenze e, soprattutto, quelle del piccolo felino.

Il gradimento del gatto

Per quanto riguarda il felino di casa, dobbiamo inevitabilmente andare per tentativi, valutando di volta in volta il comportamento del gatto e cercare di capire se è di suo “gradimento”.

Ad esempio, spesso i gatti prediligono i materiali di granulometria fine, che consentono di coprire meglio le deiezioni, ma vi sono anche soggetti che apprezzano invece i grani più grossi.

È quindi necessario considerare sempre la soggettività del piccolo felino, tenuto presente che una lettiera sgradita spesso comporta la deposizione di deiezioni fuori dalla cassetta.

La praticità di utilizzo

Dal punto di vista umano la questione è essenzialmente pratica.

La tipologia agglomerante è, ad esempio, la più indicata per chi non riesce spesso a pulire completamente la cassetta.

Grazie ai materiali adsorbenti possiamo infatti asportare non solo le feci ma anche le urine, potendo contare su tempi di riciclo più dilatati.

Chi invece può occuparsi spesso della vaschetta e procedere a smaltimenti frequenti può puntare su materiali assorbenti, più adatti a gatti che urinano molto di frequente.

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Una certa importanza ha anche il grado di polverosità della lettiera: i grani fini possono essere infatti più facilmente sparsi in giro per casa soprattutto da gatti a pelo lungo.

Da non sottovalutare è poi il contenimento dei cattivi odori.

Tra le lettiere assorbenti, quelle in silicio sono tra le più efficaci in questo senso, ma vanno tenute presente anche le lettiere agglomeranti che sono tra le migliori a neutralizzare in modo naturale gli odori.

L’opzione vegetale per la lettiera del gatto

La crescente sensibilità ambientalista ha portato alla ribalta le lettiere vegetali, ottenute da materie prime biodegradabili al 100%.

Questi prodotti possono infatti essere smaltiti con facilità insieme ai rifiuti umidi, spesso nel WC, o essere anche gettati nel bidone del verde se “biologiche compostabili”.

Ai fini di un loro corretto utilizzo e smaltimento, è però fondamentale che si tratti di prodotti realizzati con materiali 100% naturali, senza l’aggiunta di additivi artificiali e/o chimici.

Di tipologia sia assorbente che agglomerante, le lettiere vegetali controllano la formazione degli odori e in genere sono poco polverose, evitando l’inalazione di polveri da parte del gatto e il loro spargimento in giro per casa.

Tra i materiali utilizzati per la loro produzione, troviamo residui della produzione alimentare, scarti di mais, orzo (parti non edibili destinate allo smaltimento), pellet, trucioli di legno, segatura, carta riciclata, paglia, fibre di grano e altri materiali non trattati.

Si tratta di prodotti che si inseriscono nell’idea di un’economia circolare su cui si fonda la prospettiva di un mondo più sostenibile.

Un’ulteriore caratteristica positiva di questo genere di lettiere sta nella loro leggerezza rispetto a quelle realizzate con materiali tradizionali.

Le lettiere per la raccolta delle urine: come si usano?

Nell’arco della vita del gatto possono verificarsi situazioni che rendono opportuno, o necessario, svolgere specifiche analisi di laboratorio.

Casi tipici sono quando si debba accertare la sussistenza o meno di un’eventuale alterazione alle vie urinarie inferiori, oppure, nel caso sia già stato diagnosticato dal Medico veterinario un problema urologico, divenga necessario procedere ad analisi urinarie frequenti.

Ricorrendo queste ipotesi, esistono apposite lettiere studiate per facilitare la raccolta delle urine nel gatto.

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In genere si tratta di prodotti realizzati con perle non assorbenti che consentono di raccogliere l’urina in modo rapido e totalmente indolore (senza l’uso del catetere vescicale).

Per effettuare il prelievo dell’urina, dopo aver svuotato e pulito la cassettina igienica, possiamo disporre al suo interno questa specifica lettiera.

Le perle, come abbiamo detto, non sono assorbenti e consentono ai liquidi di depositarsi sul fondo.

Da qui l’urina può essere facilmente prelevata tramite una pipetta e conservata in un’apposita provetta fino al momento dell’analisi di laboratorio.

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In commercio sono disponibili veri e propri kit che, oltre alla lettiera, si compongono appunto di pipetta, provetta e in certi casi anche di salviette.

È bene sottolineare che, al fine di ottenere risultati diagnostici affidabili, è opportuno far trascorrere il minor tempo possibile tra il momento dell’eliminazione dell’urina, la raccolta del campione e l’effettuazione delle analisi.

Queste lettiere possono ovviamente essere utilizzate anche per la raccolta di feci destinate all’accertamento, ad esempio, della presenza di parassiti intestinali.

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