Uccisioni e violenze verso gli animali sono una tragedia insostenibile.
Ne è un recente, tragico esempio Aron, il Pitbull dato alle fiamme a Palermo il 9 gennaio scorso e deceduto per la gravità delle ustioni e delle ferite, ennesima vittima dell’ingiustificabile violenza umana.
La sua uccisione ha indignato cittadini, associazioni e politici, con manifestazioni partecipate e la richiesta di approvare al più presto la legge che dovrebbe inasprire le pene per i reati commessi contro gli animali.
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Un tragico esempio delle violenze verso gli animali
Il cane Aron, che aveva ustioni su oltre l’80% del corpo, era stato dato in custodia alla LAV e curato in una clinica veterinaria nel tentativo di salvarlo.
Alla sua morte è seguito un momento commemorativo il 14 gennaio, con la LAV che ha sottolineato nuovamente la propria richiesta “alla Commissione Giustizia della Camera, al presidente Ciro Maschio (FdI) e alla relatrice Michela Brambilla (Noi Moderati), di procedere con l’esame e l’approvazione delle proposte di legge per inasprire le pene e rendere più efficaci le norme per perseguire i reati contro gli animali.
La Commissione non perda più tempo: Aron è solo l’ultimo dei molti animali che ancora sono maltrattati e uccisi in maniera crudele e spietata“.
Contro ogni tipo di violenza verso tutti gli animali
IGA (Italian Gekko Association) si unisce al dolore degli amanti degli animali e condanna con forza ogni tipo di violenza e maltrattamento nei confronti degli animali.
“Chiunque ami la natura e gli animali non può che provare disgusto e sconcerto per crimini come questo.
Il dolore inferto agli animali è inaccettabile e deve essere punito” sottolinea Emanuele Scanarini, presidente di Italian Gekko Association.
“Ci uniamo alle preoccupazioni e al sentimento espresso nelle piazze, ma allo stesso tempo non dobbiamo dimenticare che devono essere protetti non soltanto cani e gatti, ma anche gli altri pet.
La legge proposta attualmente rischia di inserire la regolare detenzione di alcune specie tra le forme di maltrattamento.
È necessaria una revisione: si tratta di animali amati e rispettati da chi se ne prende cura ogni giorno.
E questo con il maltrattamento non ha nulla a che fare” continua Scanarini.
Una giusta risposta a un fenomeno preoccupante che non deve però essere confuso con situazioni assolutamente estranee alla violenza.
“Equiparare la detenzione legale di animali (che anche la nuova legge europea identifica come da compagnia) al maltrattamento è fuorviante e pericoloso, e rischia di vietare quanto permesso e monitorato da leggi internazionali e da norme interne.
Si parla di specie che sono già veri e proprio pet per migliaia di italiani” aveva infatti già spiegato Scanarini lo scorso dicembre.
Articolo di Giuliana Corsino