Per aumentare lo stato di benessere del gatto è opportuno quindi consentire un certo grado di controllo sull’ambiente sociale del gatto, in quanto ciò comporta la “prevedibilità” (l’imprevedibilità nei contatti intra e interspecifici e l’assenza di routine sono per il gatto motivi di stress/ansia).
La convivenza con altri gatti può essere una buona soluzione per garantire il benessere dell’animale, ma deve essere impostata in modo corretto.
Prima di tutto è indispensabile verificare che i futuri conviventi non abbiano problemi di socializzazione intraspecifica.
Superata questa prima fase, l’introduzione del nuovo gatto in una casa dove è già presente un gatto residente deve avvenire in modo graduale.
Inizialmente, i gatti devono essere tenuti in stanze separate, impedendo ogni contatto visivo e limitandosi a “contatti” olfattivi (ad esempio, ciotole, lettiera, cuccia, ecc.).
Successivamente, la porta può essere sostituita da una rete o da una lastra di plexiglass, che consente ai gatti di potersi osservare.
Infine, i gatti possono essere lasciati liberi di circolare, sempre però sotto la supervisione dei proprietari.
Per una convivenza sicura e serena deve essere presente nell’ambiente un’adeguata quantità di risorse, in modo da ridurre al minimo eventuali situazioni di competizione.
Alcune recenti ricerche suggeriscono che, in ambito domestico, gli individui “imparentati” possono avere un maggior numero di interazioni affiliative rispetto a gatti non imparentati fra di loro.
Oltre che con i conspecifici, il gatto deve avere la possibilità di creare interazioni anche con il proprietario, attraverso sessioni di gioco e momenti di coccole.
Per quanto riguarda il gioco, il proprietario deve evitare di far giocare il gatto con le mani (soprattutto i gattini che hanno avuto uno svezzamento precoce e non hanno acquisito gli autocontrolli privilegiando altri tipi di giochi (come canne da pesca, palline, ecc.).
Dato che all’interno dei nuclei familiari in cui vivono i gatti spesso sono presenti anche bambini, è fondamentale insegnare loro a rispettare gli spazi e gli oggetti del gatto (cuccia, giochi, ciotola, ecc.) e a interagire correttamente con l’animale, supervisionando sempre attentamente, le interazioni e gli approcci messi in atto dal bambino.
La supervisione è indispensabile anche perché il bambino non è in grado di leggere e interpretare correttamente la mimica, la postura e le vocalizzazione del gatto e potrebbe perciò esporsi a situazioni di pericolo.