Il gatto persiano è un gatto molto diffuso e apprezzato, in particolare in Europa, negli Stati Uniti e in Asia, dove vengono costantemente selezionati.
Per valutare lo stato di salute dei gatti britannici appartenenti a questa razza, il Royal veterinary college, in collaborazione con l’Università di Edimburgo (Scozia), ha effettuato uno studio.
È stato monitorato lo stato di salute di 3.325 gatti Persiani, portati in visita nel 2013: si tratta del più ampio studio finora condotto sulle patologie correlata alla razza nel Persiano.
Quali sono i disturbi più frequentemente riscontrati nel gatto persiano?
Dallo studio è emerso che i disturbi più frequentemente riscontrati sono legati alle specifiche caratteristiche della razza – soprattutto la brachicefalia -, nello specifico problemi legati al mantello e ai denti.
Considerando i disturbi per apparato, i più comuni erano di carattere dermatologico, oftalmologico e dentale. Segue poi un’eccessiva crescita degli artigli e l’epifora.
La durata media della vita è risultata di 13,5 anni. Le più comuni cause di morte sono risultate la malattia renale, neoplasie e disordini associati a masse, questi includono infezioni e infiammazioni, ma probabilmente molte neoplasie non confermate, il che porterebbe a sottostimare i decessi dovuti a tumore.
Per gli autori, dato che i principali disturbi di questa razza sono legati alle sue caratteristiche fenotipiche, è necessaria una forte collaborazione tra allevatori, veterinari e proprietari per aumentare la consapevolezza dei problemi legati alla condizione di brachicefalia e un aggiornamento degli standard di razza, che prevedano conformazioni del muso meno spinte, in modo tale da indurre allevatori e proprietari a scegliere animali meno brachicefalici.
FONTE: LaSettimanaVeterinaria