Il gusto negli uccelli è un senso poco sviluppato, ma non per questo meno importante per la loro relazione con il mondo, alimentazione e sopravvivenza.
I pochi recettori e geni che codificano per i numerosi sapori percepiti invece dai mammiferi non impediscono però agli uccelli di scegliere i loro cibi preferiti, anche se con alcune eccezioni.
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Negli uccelli ci sono pochi recettori per il gusto
Gli uccelli possiedono dalle 30 alle 70 papille gustative, in alcune specie queste arrivano al massimo a 500, mentre noi umani ne abbiamo almeno 9.000.
In genere amaro e dolce non sono ben percepiti e differenziati dai volatili.
In recenti studi sui colibrì pubblicati sulla rivista Science e svolti in collaborazione da alcune tra le più prestigiose università (Harvard, Tokio, Cambridge, Dublino) sono stati esaminati i geni che codificano nei vertebrati i recettori per i diversi sapori.
I risultati hanno portato alla scoperta di coppie di geni che negli uccelli, in particolare nei colibrì che si nutrano in modo esclusivo di nettare dei fiori e quindi di alimenti zuccherini, si attivano in presenza di glucosio.
Nei mammiferi questi rilevano invece il sapore umami ovvero il glutammato, vale a dire il sapore sapido.
Il gene che codifica il recettore per i carboidrati è presente nei rettili, ma non nelle specie di uccelli esaminate.
Gli scienziati hanno quindi ipotizzato che nell’evoluzione dai dinosauri questo gene si sia perduto nei primitivi uccelli, restando attivo invece in rettili e poi nei mammiferi.
Gli uccelli come scelgono i cibi migliori?
Potendo apprezzare soprattutto il gusto salato, in parte l’aspro e l’amaro e in maniera decisamente limitata gli altri sapori, gli uccelli hanno imparato a riconoscere i loro alimenti con altri mezzi: vista, olfatto, tatto (consistenza del cibo), memoria e apprendimento.
Anche la facilità di reperimento o di assunzione può fare la differenza in natura nella scelta di un alimento, così pure la scelta di occupare una diversa nicchia ecologica, come appunto i colibrì.
I pinguini riconoscono il salato e l’amaro
In uno studio pubblicato su Current Biology è emerso che dall’analisi genetica i pinguini dovrebbero riconoscere il gusto l’acido e il salato.
Hanno però perso quelli del dolce, dell’amaro e anche dell’umani, che invece di solito è presente nei carnivori.
Probabilmente l’evoluzione ha selezionato pinguini sprovvisti di questo recettore dato che inghiottono il pesce senza masticarlo e quindi senza usare la lingua.
Sempre nel campo delle ipotesi queste caratteristiche potrebbero essere sia una causa che una conseguenza dell’alimentazione, della modalità di ingestione e anche delle temperature a cui sono esposti questi uccelli.
Infatti, a temperature molto basse la trasmissione al cervello di queste informazioni da parte dei recettori non avviene o comunque è estremamente rallentata.
La pica negli uccelli e l’ingestione di sostanze tossiche
Particolare attenzione va dunque posta in casa o all’aperto durante il volo libero, la curiosità potrebbe essere fatale.
Piccoli oggetti o sostanze o piante tossiche potrebbero infatti essere ingeriti in modo inconsapevole con gravi conseguenze per i nostri pet.
Noti sono gli struzzi che possono ingerire sassi, tappi, siringhe, fili metallici, ecc., e andare in contro a gravi conseguenze.
Anche canarini o pappagalli possono però causarsi guai seri con orecchini, spille, cioccolatini, sigarette, detersivi o sostanze chimiche lasciati incustoditi.
Attenzione a quali cibi dare agli uccelli
Imitazione, facilità di assunzione, calorie contenute nell’alimento, neofobia per i nuovi cibi sono tutte costanti da valutare attentamente e modulare con attenzione quando ci prendiamo cura di un volatile.
Non tutte le miscele di semi sono adatte o sono “sane”. Un trucco degli allevatori è quella di far germinare una piccola parte di essi per valutarne la vitalità e la freschezza.
Purtroppo in commercio si possono rinvenire partite di semi vecchi o avariati, quindi all’acquisto occorre prestare molta attenzione e rivolgersi a venditori seri e professionali.
Alimenti resi più interessanti da miscele di spezie profumate o colori, più accattivanti per i compratori che per i diretti consumatori devono essere sapientemente forniti come arricchenti ambientali, premi, cibi complementari.
Devono fornire con il loro tenore di zuccheri o grassi (ad esempio gli snack) un valore aggiunto, ma non la base della dieta.
In cattività gli uccelli dipendono da noi per il cibo. Ogni proprietario deve quindi impegnarsi nel seguire una corretta educazione alimentare, tanta pazienza nel modificare le abitudini, la costante valutazione degli alimenti e la variazione della dieta con alimenti freschi.