Il drago barbuto (Pogona vitticeps) è un sauro originario delle aree desertiche dell’Australia centrale.
Per il rispetto del suo benessere necessita dunque di condizioni di allevamento e di una teca che rispecchino quanto più possibile l’habitat da cui proviene.
Dell’alimentazione di questa specie abbiamo già discusso in un altro articolo.
Ci concentreremo quindi sugli aspetti relativi al suo allevamento.
Sempre fermo restando che le informazioni presenti nel testo che seguirà devono essere considerate “indicative” e non “esaustive” per la corretta e completa gestione di un pet esotico.
Prima di acquistare una pogona (o qualsivoglia altro rettile) è necessario approfondire l’argomento prima di lanciarsi nell’impresa.
Indice dei contenuti
Dove alloggiare il drago barbuto
Acquistare o adottare una o più pogone per poi relegarle in uno spazio angusto, ristretto, povero di arricchimenti ambientali e inadatto è il primo passo per nuocere gravemente agli animali.
Il drago barbuto ha bisogno di spazio, soprattutto considerando che il suo corpo (coda inclusa) può arrivare a superare i 50 cm.
Pertanto una teca destinata a un soggetto adulto dovrebbe avere dimensioni minime di base di non meno di 100 x 60 cm, da aumentare di almeno il 5-10% per ogni esemplare aggiuntivo.
Considerando che, al momento dell’acquisto, i giovani sono molto più piccoli (10-15 cm), bisogna tenere presente che un domani cresceranno.
Pertanto la scelta della teca e la sua dimensione dovranno essere valutate anche relativamente a questo aspetto.
Trattandosi di un animale terricolo, che comunque ama arrampicarsi sui sassi e sui tronchi, un’altezza minima di 50 cm potrebbe essere sufficiente.
Le pareti e il pavimento del terrario dovranno essere lisce e lavabili; pertanto vetro, plastica e plexiglass risultano molto adatti.
I maschi sono territoriali e aggressivi, pertanto si sconsiglia vivamente di mantenere insieme più soggetti adulti di questo sesso.
Le femmine al contrario si tollerano bene tra loro e un maschio con un piccolo harem (1-3 femmine) potrebbe essere una buona soluzione, sempre in presenza di uno spazio adeguato e monitorando attentamente che soprattutto agli inizi non ci siano liti.
Solitamente per una migliore gestione degli animali e per evitare lotte o competizioni alimentari è consigliabile l’allevamento individuale.
Gli arricchimenti ambientali
Gli arricchimenti ambientali sono fondamentali per il benessere dell’animale.
Anche questi devono essere scelti in maniera tale che siano confacenti alle abitudini naturali del sauro, per rendere il terrario più “a misura di drago”.
Esistono in commercio moltissimi oggetti appositamente progettati, ma se ne possono realizzare anche in maniera più “casereccia”.
Rocce, vere o finte (in materiale plastico), tronchetti di legno, grossi pezzi di corteccia o sughero e rami purché stabili e, se del caso, fissati in modo che non si ribaltino quando l’animale tenta di scalarli.
Per tutto ciò che è “sintetico” o “artificiale” è necessario che sia realizzato in materiali e vernici atossiche onde non correre rischi di avvelenamenti.
Una o più tane dovranno sempre essere a disposizione e di dimensioni adeguate alla taglia dell’animale che vi troverà rifugio.
Un vaso di coccio capovolto e provvisto di un ampia entrata è una soluzione sicuramente economica.
È possibile acquistare anche grotte prefabbricate, sicuramente più belle da un punto di vista estetico.
L’acqua sempre a disposizione non è indispensabile a patto che la dieta sia sempre correttamente arricchita con vegetali.
Un piccolo sottovaso dai bordi bassi con acqua sempre pulita può comunque essere utilizzato.
Il fondo
Il pavimento della gabbia dovrà essere ricoperto da un fondo assorbente o facilmente igienizzabile e completamente asportabile durante le operazioni di pulizia.
Meglio evitare sabbia, truciolo e ghiaino, perché potrebbero essere ingeriti.
Si potranno invece impiegare carta di giornale, molto economica, fogli di linoleum, che possono essere lavati, igienizzati e riutilizzati, torba o terriccio.
È importante che il materiale del fondo sia facilmente asportabile e sostituito di frequente in funzione delle dimensioni della teca e del numero di animali, che devono sempre rimanere su un substrato pulito per ragioni igieniche.
Temperatura, umidità & co.
In natura il drago barbuto assume calore e raggi UV esponendosi al sole in determinati momenti della giornata al fine di regolare la sua temperatura corporea in funzione del momento fisiologico e metabolico.
La sua attività è strettamente dipendente dal fotoperiodo.
Di conseguenza, in terrario sarà compito nostro fornirgli temperatura, umidità, illuminazione e radiazione ultravioletta adeguata alle sue esigenze.
Temperatura e radiazione ultravioletta
Il terrario deve essere sufficientemente ampio da ottenere un gradiente di temperatura.
Il rettile sceglierà in autonomia se spostarsi verso il punto più caldo o quello più freddo a seconda delle proprie esigenze.
A un’estremità andranno poste delle lampade che emettono calore, luce e raggi UV (esistono in commercio anche lampade multifunzione).
Queste devono essere posizionate in alto, in modo che il sauro non possa entrarvi in contatto diretto ustionandosi, a una distanza dal suolo indicata dalla ditta produttrice della lampada, in modo che l’animale possa esporsi a una temperatura tra i 40 e i 43° C circa nel punto più caldo.
Dal lato opposto del terrario si dovrà garantire una temperatura di circa 25° C.
Durante la notte la temperatura all’interno del terrario dovrà essere abbassata intorno ai 22-24° C.
Per questa specie è meglio evitare fonti di calore a pavimento o a parete che possono causare gravi ustioni.
Il microclima della teca dovrà essere controllato attraverso un termostato e monitorato con uno o più termometri.
Per garantire la radiazione ultravioletta, indispensabile per il metabolismo del calcio e della vitamina D, si possono acquistare lampade appositamente commercializzate per le specie deserticole.
Umidità
Il clima secco del deserto in cui questo animale vive influenza anche la gestione domestica: durante il giorno l’umidità relativa (UR) dovrà mantenersi tra il 30 e il 40%, ma di notte dovrà salire fino al 50-65%.
Anche l’umidità necessita di monitoraggio attraverso un igrometro posizionato all’interno della teca.
Il terrario non dovrà mai essere chiuso ermeticamente, poiché il ricambio d’aria è fondamentale e dovrà essere garantito dalla presenza di aperture protette da griglia alle pareti.
Il drago barbuto in giro per casa?
Lasciare un drago barbuto da solo in giro per casa può essere molto pericoloso, perché potrebbe infilarsi in qualche pertugio o rimanere schiacciato.
Quindi sarà necessario tenerlo sempre sotto controllo.
Inoltre, è molto importante, durante le eventuali uscite, porre attenzione agli sbalzi di temperatura e al contatto con il pavimento freddo.
Considerando il microclima interno alla teca, è facilissimo infatti esporlo al rischio di raffreddamento anche in pochissimo tempo.