L’habitat del coniglio selvatico è circoscritto all’Europa occidentale ma, grazie alla diffusione operata dall’uomo, sia della specie selvatica sia della specie domestica, il coniglio è presente in tutto il mondo.
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Anatomia del coniglio
Cute
La cute del coniglio è sottile e ricoperta da folta pelliccia, composta da peli principali e da sottopelo più sottile (giarra); nelle femmine, la cute sotto la gola forma la giogaia.
Zampe
Anche le superfici plantari delle zampe, sia anteriori sia posteriori, sono ricoperte di peli, mentre sul muso sono presenti numerose vibrisse tattili.
Ghiandole
Il coniglio non possiede ghiandole sudoripare, ma 3 tipi di ghiandole odorifere: le ghiandole del mento, anali e inguinali.
Udito e olfatto
Dato che il coniglio è un animale preda, udito e olfatto sono molto sviluppati; infatti, le orecchie sono grandi, rappresentano il 12% della superficie corporea e svolgono funzioni di termoregolazione.
Il coniglio è un animale notturno e, quindi, non tollera il calore eccessivo (nelle ore più calde vive in tane sotterranee).
La temperatura ambientale ottimale è di circa 18 °C, mentre una temperatura superiore a 25 °C deve essere considerata critica.
Di conseguenza, è necessario evitare l’esposizione prolungata a temperature superiori a questo valore soglia, in quanto i conigli possono andare incontro a colpi di calore, anche mortali.
Il campo visivo del coniglio è molto ampio e l’unico punto cieco è davanti al naso.
Nel coniglio, il 90% della respirazione è nasale e, di conseguenza, l’occlusione delle narici, anche per un breve periodo, causa arresto respiratorio.
Tutta la struttura fisica del coniglio è adatta alla fuga: muscoli potenti, struttura ossea leggera (8% del peso) e ossa lunghe con corticale sottile.
L’apparato digerente è peculiare; la cavità orale è lunga e stretta, mentre la lingua, grande e muscolosa, copre l’apertura della glottide.
Tutti i denti (incisivi e molariformi) sono ipsodonti, ovvero a crescita continua, e gli incisivi hanno una crescita media di 1 cm al mese.
La morfologia dentale è mantenuta dall’occlusione corretta (gli incisivi inferiori si collocano tra gli accessori e gli incisivi superiori) e dall’usura, assicurata dalla masticazione di alimenti abrasivi contenenti lignina (cortecce), silice (erba) e fibra (fieno).
A differenza degli incisivi inferiori, gli incisivi superiori sono rivestiti dallo smalto solo sulla superficie labiale.
I movimenti laterali e rostro-caudali dell’articolazione temporo-mandibolare consentono agli incisivi e ai molari una masticazione indipendente.
Lo stomaco è unicavitario e, nel coniglio sano, è sempre moderatamente pieno.
Nel colon le particelle alimentari sono separate a seconda delle dimensioni e inviate in direzioni opposte: quelle più sottili si spostano in senso anterogrado, fino a raggiungere il cieco, mentre quelle più grossolane sono eliminate con le feci.
Dal cieco, dove avviene la fermentazione da parte dei batteri cellulosolitici, con produzione di acidi grassi volatili, aminoacidi e vitamine, l’alimento torna nel colon, per essere poi eliminato come cecotrofo, che il coniglio ingerisce nuovamente (cecotrofia).
Le particelle grossolane indigeribili sono indispensabili per stimolare la motilità intestinale.
I reni del coniglio sono unipapillari e circondati da abbondante grasso; il rene destro è più craniale rispetto al sinistro, che si localizza più medialmente.
Nel maschio, l’uretra si apre alla sommità del pene, mentre nella femmina sbocca nel vestibolo della vagina.
I reni hanno una scarsa capacità di compensare gli squilibri acido-base (maggior suscettibilità all’acidosi metabolica) e regolano l’eccessiva assunzione di calcio (assorbito dall’intestino), eliminandolo con le urine.
Il coniglio è quindi predisposto alla formazione di calcoli urinari d’ossalato di calcio e produce urine alcaline (pH 8), per escrezione di bicarbonati.
La principale caratteristica dell’apparato riproduttore femminile è la presenza di un utero bicorne e di una doppia cervice (una per corno).
A livello di legamento largo è presente un notevole deposito di grasso, mentre la vagina è lunga e flaccida.
Durante l’isterectomia è necessario porre particolare attenzione all’estrazione dell’organo e alla legatura, sia per la presenza di grasso sia per la fragilità dei tessuti, che possono facilmente lacerarsi.
Alimentazione del coniglio
Nonostante il coniglio sia un erbivoro stretto, ancora oggi è alimentato con pellettati o fioccati, pane secco, poche verdure (spesso solo carote e mele) e poco fieno.
Tale alimentazione è totalmente errata, in quanto contiene carboidrati in eccesso (cereali) e poca fibra, predisponendo il coniglio a patologie intestinali (timpanismo gastrico, stasi ciecale, pseudodiarrea da fermentazioni anomale, enteriti/enterotossiemie), malocclusioni dentali, lipidosi epatica e calcoli urinari.
La dieta ideale per il mantenimento deve contenere una percentuale di fibra variabile dal 15 al 18% (a seconda dello stato fisiologico), il 13% di proteine e il 3% di grassi.
Nel periodo della crescita e in gravidanza, la percentuale di fibre deve essere pari al 14%, le proteine devono rappresentare il 15-18% della razione, mentre i grassi, in lattazione, devono essere pari a 5%.
Quindi, l’alimento deve essere composto soprattutto da fieno, erba, verdure e, solo occasionalmente, frutta e carboidrati.
La verdura non causa diarrea, ma deve essere introdotta nella dieta gradualmente (per i piccoli, a partire dalla dodicesima settimana di vita) e fornita fresca tutti i giorni.
Inoltre, deve essere messa a disposizione del coniglio a temperatura ambiente.
Se la dieta è corretta non è necessario integrare con vitamine: le vitamine del gruppo B e K sono sintetizzate nell’intestino dai batteri, la vitamina A è sintetizzata a partire dai carotenoidi, la vitamina C è sintetizzata a partire dal glucosio (il fabbisogno può aumentare solo in condizioni di stress), la vitamina D è presente nei pellet e sintetizzata quando l’esposizione alla luce solare è adeguata, la vitamina E è abbondante nei vegetali.
I mangimi commerciali devono contenere la giusta quantità di fibra (almeno 18%), erbe, vegetali e una ridotta quantità di cereali, senza farine di latte o carne.
I mangimi commerciali sono alimenti completi e bilanciati, ma non forniscono sufficiente fibra indigeribile e non favoriscono il consumo dei denti. Per questo devono essere razionati.
Gestione in casa del coniglio
Il coniglio come animale da compagnia è vivace, curioso, ama giocare e interagire col proprietario.
Ancora troppo spesso è considerato un animale da gabbia, dove alcuni proprietari lo lasciano costantemente.
Questo comportamento impedisce la corretta socializzazione, senza tener conto che spesso la gabbia è eccessivamente piccola.
In realtà, la gabbia deve essere la tana- rifugio del coniglio e, quindi, deve essere spaziosa (almeno 0,2 m2), robusta, priva di elementi taglienti (l’animale può impigliarsi o ferirsi), facile da pulire e disinfettare e collocata in una zona tranquilla e riparata della casa.
La lettiera deve essere assorbente, ma non polverosa o agglomerante, e deve formare uno strato morbido, per evitare l’insorgenza di pododermatiti.
Pertanto, si sconsiglia l’uso della lettiera per gatti, mentre è possibile usare fieno, pellettato di carta, segatura grossa o trucioli di legno (sconsigliato per le razze a pelo lungo).
Il coniglio deve poter muoversi per casa o nel giardino senza incorrere in pericoli.
Importante è anche il gioco e l’interazione con il proprietario; infatti, se privato della possibilità di fare esperienze, è predisposto a blocchi gastroenterici emozionali (per eccessiva produzione di serotonina).
Si possono quindi fornire grossi tubi che danno al coniglio la possibilità di esplorare e nascondersi, palline porta-pellet, giochi da piede per pappagalli, erba pressata e scatoloni con buchi.
Dove posizionare la cassetta igienica
La cassetta igienica deve essere posizionata in un luogo tranquillo, non solo all’interno della gabbia ma anche all’esterno, e un lato deve avere una sponda bassa per facilitare l’entrata.
L’acqua può essere fornita sia con abbeveratoi a goccia sia con ciotole, possibilmente di coccio e svasate, per ridurre la possibilità di ribaltamento.
Il coniglio è molto territoriale: se tenuto in coppia, è necessario fornire ripari e ciotole per cibo e acqua separati, in modo che il dominante non impedisca ai consimili di assumere l’alimento o di nascondersi.
In caso di riproduzione, il maschio deve essere allontanato e la madre lasciata tranquilla coi suoi piccoli; questi ultimi, fino a quando sono nel nido, non devono essere maneggiati per evitare fenomeni di cannibalismo o l’abbandono.
La madre allatta i piccoli una sola volta al giorno e non ha altre cure parentali.
È fondamentale istruire i proprietari sulla corretta gestione della coniglia in lattazione.
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