Il parto nel gatto è il processo che comporta l’espulsione dei feti e degli annessi fetali ed è legato a eventi ormonali e meccanici.
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La gravidanza nel gatto
Si parla di gravidanza eutocica se tutto procede senza rischi o distocica se invece ci sono difficoltà o impossibilità ad espellere i feti.
Nel gatto la durata della gravidanza è compresa tra i 64 a 66 giorni.
Al di sotto dei 60 giorni i gattini sono meno vitali, mentre sopra i 70 giorni si è in sovraparto.
La durata della gravidanza è influenzata dal numero dei feti.
Maggiore è il loro numero infatti e più breve è il periodo intrauterino, come avviene nel Maine Coon e nei Norvegesi.
Un altro fattore che influenza la durata della gravidanza è la razza.
Ad esempio per il Maine Coon ha una durata di 65,5 giorni circa, per Siamesi e Orientali di 66 giorni e per il Korat di 63 giorni.
Tuttavia, nella gatta durante uno stesso calore l’accoppiamento avviene in più riprese, in giorni diversi, pertanto non si può sapere la data precisa dell’accoppiamento.
A metà gravidanza si possono eseguire, tramite ecografia, la biometria fetale ed extrafetale, per definire se i feti sono maturi o c’è distress fetale, e per definire una data presunta del parto.
Le fasi del parto nel gatto
Nel parto si distinguono le fasi dilatante, espulsiva e di secondamento.
Fase dilatante
Nella fase dilatante, che dura 6-12 ore, la cervice uterina si dilata progressivamente e si ha un aumento, di frequenza e intensità, delle contrazioni uterine.
La gatta appare irrequieta, con il respiro affannoso; fa le fusa e a volte dei vocalizzi.
Inoltre, prepara il posto dove partorire, si isola o, a volte, segue il proprietario.
Fase espulsiva
Alla fase dilatante fa seguito la fase espulsiva, che inizia con la comparsa delle prime contrazioni addominali evidenti e si può osservare perdita di liquido allantoideo.
Questa fase termina con l’espulsione dell’ultimo feto.
Dall’inizio di questa fase alla prima nascita non deve passare più di un’ora e l’intervallo tra i nati deve essere di 10-60 minuti.
La fase espulsiva dura in genere fino a 6 ore e non è influenzata dall’ordine di parto (se è il 1°, 2°, 3°… parto che fa la gatta), dal sesso e dalla presentazione del gattino.
Questa nel 30% dei casi è posteriore (in questo caso sono per lo più maschi) e non influenza la sopravvivenza.
Fase di secondamento
Nella terza fase, quella di secondamento, avviene l’espulsione della placenta, che deve avvenire entro 10-15 minuti dall’espulsione dell’ultimo feto.
Quando nel gatto una gravidanza è a rischio di parto distocico?
Una gravidanza si considera ad alto rischio distocico se fa seguito a una precedente distocia, quando i gattini sono pochi (1-2), se la gatta ha subito precedenti fratture pelviche, se ha un’età avanzata, se ci sono concomitanti patologie uterine o riassorbimenti.
Le cause di parto difficile possono essere materne, fetali o materno-fetali.
Le conseguenze di una distocia possono avere ricadute sulla sopravvivenza e sulla fertilità materna, nonché su sopravvivenza e sofferenza fetale.
Nella gatta il 67% delle distocie ha cause materne quali inerzia uterina primaria e secondaria e anomalie del canale del parto.
Le cause fetali rappresentano il 30% dei casi e sono date da anomalie di presentazione, posizione e atteggiamento, da feti eccessivamente grossi, malformazioni, morte fetale.
Il restante 3% è rappresentato da cause materno-fetali legate ad anomalie della dimensione della cucciolata, incompatibilità feto-pelvica, presentazione simultanea di due feti nel canale del parto.
I segni che inducono a sospettare una distocia sono:
- il mancato inizio della fase espulsiva;
- quando passa più di un’ora dall’inizio del parto all’espulsione del feto;
- se si osservano 20-30 minuti e più di contrazioni forti senza espulsione fetale;
- se è trascorsa più di con 1 ora dall’ultima espulsione;
- se si hanno deboli e improduttive spinte per 2-3 ore;
- in presenza di un visibile malposizionamento o atteggiamento fetale;
- evidenti segni di malessere o di sofferenza della madre;
- presenza di un solo cucciolo o cucciolata numerosa;
- sofferenza fetale.
Quando è necessario un parto cesareo?
Il taglio cesareo si può rendere necessario in presenza di inerzia uterina primaria.
I fattori di rischio sono la “stanchezza della muscolatura uterina”, l’obesità, un utero troppo disteso (cucciolate numerose), lesioni infiammatorie localizzate, stress.
I segni clinici indicativi di inerzia uterina parziale o secondaria sono contrazioni scoordinate e poco frequenti, progressione lenta dei feti e pause lunghe tra le contrazioni.
Questi sono il risultato dell’esaurimento “funzionale” della muscolatura dell’utero in seguito ad esempio a cucciolate numerose, ecc.
Il Medico veterinario attua il parto cesareo anche in caso di distocia di origine fetale, generalmente ostruttiva.
Si verifica quando c’è un solo cucciolo con presentazione/postura anomala o malformazioni, o quando il feto è troppo grande e nei casi di morte fetale.