Definizione
Si tratta di sostanze pesticide utilizzate per eliminare o ridurre la presenza di insetti nocivi negli ambienti domestici e agricoli. Pur se ampiamente utilizzati nel passato (DDT), attualmente gli insetticidi organoclorurati sono vietati o hanno un’approvazione limitata, a causa della notevole persistenza ambientale.
Tuttora sono utilizzati solo i composti più facilmente biodegradabili, quali il lindano e l’endosulfan.
Gli organoclorurati possono essere assorbiti sia per ingestione sia, a motivo della loro liposolubilità, per contatto cutaneo. La specie più sensibile all’intossicazione è il gatto.
Eziopatogenesi
Alcuni composti (come il DDT) agiscono interferendo con i canali del sodio e del potassio (rallentando l’entrata del sodio e inibendo l’uscita del potassio) della membrana assonica, con conseguente eccitabilità neuronale; altri inibiscono competitivamente il legame del GABA al proprio recettore, con conseguente iperstimolazione del neurone.
Possono anche provocare aumento della concentrazione encefalica di ioni ammonio e conseguente interferenza sulla produzione di energia, causando sintomatologia convulsiva.
Si tratta in genere di molecole altamente lipofile, caratterizzate da rapido assorbimento con distribuzione in tutti i tessuti e tendenza ad accumularsi a livello di fegato, rene, cervello e tessuto adiposo (che può liberare lentamente il tossico per lungo tempo).
Gli organoclorurati possono essere biotrasformati (con formazione di metaboliti a volte anche maggiormente tossici, come gli epossidi) e sono eliminati prevalentemente con la bile, andando incontro a circolo enteroepatico.
Ciò determina un’emivita variabile da giorni ad anni.