L’encefalitozoonosi è una patologia piuttosto frequente nel coniglio da compagnia, ma è spesso sottostimata poiché molto di frequente decorre in maniera asintomatica. Vediamo insieme di cosa si tratta!
L’encefalitozoonosi è causata da un parassita intracellulare obbligato conosciuto come Encephalitozoon cuniculi, un microsporidio che può infestare diverse specie animali (ad es. cane, gatto, primati, roditori e molte altre) e potenzialmente anche l’uomo (rarissimo).
Il coniglio è, forse, la specie bersaglio più importante, tanto che diversi studi epidemiologici condotti negli ultimi anni hanno dimostrato un’elevata prevalenza dell’infestazione sia negli allevamenti di conigli da carne che nei soggetti da compagnia.
L’animale colpito elimina le spore del parassita attraverso le urine per un periodo di tempo limitato, circa 6-8 settimane, le quali penetrano all’interno di un nuovo ospite per ingestione, inalazione oppure per via transplacentare (da madre a feto durante la vita intrauterina).
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I caratteri della encefalitozoonosi
Una volta penetrato nell’organismo dell’animale, il parassita si localizza a livello di diversi organi e tessuti dove viene in genere “sequestrato” dalla reazione immunitaria dell’ospite che determina la formazione di granulomi.
Proprio l’entità della risposta immunitaria dell’animale determina l’insorgenza o meno dei segni clinici e la loro gravità. Nonostante i tests sierologici eseguiti nell’ambito dei diversi studi, condotti sia a livello nazionale che internazionale, dimostrino un elevato numero di soggetti positivi, la malattia si sviluppa in forma clinica solamente in una piccola parte di essi.
I sintomi possono essere diversi ma il più frequente ed evidente è proprio il torcicollo, spesso associato ad altre alterazioni di natura neurologica quali difficoltà nella deambulazione, tremori, incoordinazione motoria, scarso equilibrio e nistagmo (movimento anomalo dei globi oculari); in alcuni soggetti la rotazione della testa è talmente grave da rendere addirittura impossibile muoversi ed alimentarsi e possono insorgere paralisi, convulsioni e morte.
Tra gli altri segni clinici associati a questa patologia possiamo ricordarne alcuni legati al danno renale, come dimagrimento, anoressia, assunzione eccessiva di acqua ed urinazione abbondante, oppure alle lesioni a livello oculare (uveite, cataratta e rottura del cristallino).
Come già accennato, molti conigli, pur essendo stati infestati dal parassita, non mostrano alcun segno clinico ascrivibile a questa patologia, ciononostante potrebbero manifestare il problema anche a distanza di molto tempo dall’acquisto o dall’adozione.
Esiste una soluzione?
Il più delle volte, al momento dell’acquisto di un giovane coniglio, l’animale, anche se parassitato, raramente mostra segni clinici che lascino sospettare la presenza della malattia.
Durante la visita post-acquisto è consigliabile discutere di questa patologia con il medico veterinario esperto in esotici, il quale illustrerà le caratteristiche dell’encefalitozoonosi, quali siano gli eventuali segnali cui prestare attenzione e le possibilità di una diagnosi precoce.
In caso di comparsa di segni clinici sospetti, a partire dal più evidente torcicollo fino a quelli meno specifici sopra descritti, è necessario comunque rivolgersi immediatamente al medico veterinario che provvederà ad eseguire tutte le procedure diagnostiche necessarie e ad impostare la terapia del caso, seppur soggetta a numerose limitazioni in quanto i danni causati dal parassita risultano essere spesso irreversibili.
Qualora si desiderasse acquistare o adottare un altro coniglio per tenere compagnia ad un soggetto già in nostro possesso, è più che mai importante che il nuovo arrivato venga fatto visitare e controllare prima di qualunque contatto con l’animale residente.