Tutti i pappagalli imparano a parlare? Riprodurre la voce umana non è una prerogativa di tutti i pappagalli, le specie più portate a questo sono cinerini, amazona, ara, in minor misura cacatua, cocorite (si, proprio i piccoli ondulati!) e calopsite.
Ma l’attitudine a riprodurre le parole umane o motivetti fischiettati è una caratteristica e predisposizione individuale associata a un soggetto con un buon equilibrio psichico e un ottimo rapporto con l’essere umano con cui vive.
E anche se queste condizioni sono rispettate, alcuni pappagalli preferiscono esprimersi con il loro linguaggio, interagendo in modo affettuoso e gioioso con i loro compagni umani senza “dire paroline”.
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Per non far sentire solo il pappagallo accendo la radio, è corretto?
I pappagalli usano tantissimo il senso dell’udito, in natura vivono in una giungla di suoni diversi oltre che forme, colori, profumi e consistenze e sentire suoni accattivanti e stimolanti certamente possono incuriosire questi animali.
Ma la radio o la televisione non sono dei compagni con cui passare le giornate.
I pappagalli imparano a parlare con parole umane solo se associano la parola a un evento
Comunicazione vuol dire mettersi in relazione e i pappagalli non fanno eccezione: imparano a riprodurre suoni e a “parlare” con parole umane solo se associano un suono/parola a un evento (meglio se ritualizzato e positivo).
Pertanto, i rumori di sottofondo restano appunto in contorno che a volte possono attrarre (canzoncina tanto quanto un suono stridulo) ma non fanno compagnia.
Anche un registratore con la voce del proprietario per un breve periodo può rassicurare l’animale ma ben presto il pappagallo capirà che si tratta di un semplice e freddo elettrodomestico.
Se il pappagallo deve restare solo per troppe ore al giorno, forse è il caso di chiedersi se la scelta di questo animale è stata presa con responsabilità.