Il coniglio da compagnia può instaurare una tenera, allegra ed empatica relazione non solo con i proprietari, ma anche con utenti in progetti o attività di pet therapy assistite da operatori qualificati.
Deve però essere ben socializzato, abituato all’uomo e alle manipolazioni (carezze, pulizia del pelo, prendere cibo dalle mani).
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La fragilità come risorsa nella pet therapy
Il coniglio necessita di una maggiore attenzione e delicatezza nell’interazione e nelle manualità da parte degli utenti di pet therapy, per la sua struttura fisica e comportamentale.
Animale di piccole dimensioni, ha una struttura ossea fragile e un carattere a tratti timoroso.
È però in grado di reagire anche con decisione, se messo alle strette.
A fronte di un pericolo il coniglio mette in atto una serie di comportamenti volti a difendere i suoi spazi e la sua incolumità.
Utilizza posture, mimiche o rumori sommessi che possono essere letti come richiesta di protezione o rispetto dei suoi limiti.
Diviene quindi facilmente un ponte, un punto di incontro con persone o bambini “fragili”, timidi o introversi.
L’utente in presenza del piccolo batuffolo modula il suo tono di voce e muscolare, presta maggiore attenzione nel calibrare i movimenti, si concentra sull’attività con delicatezza e precisione.
I risvolti nel progetto di pet therapy sono tangibili: in presenza del coniglio si instaura un clima di calma e serenità, le tensioni si attenuano.
La scelta del coniglio per gli Interventi assistiti con animale
Come non esiste un animale passepartout, non si può pensare di inserire un coniglio in ogni progetto di Interventi assistiti con animale (IAA) o pet therapy.
Un coniglio nano o gigante, tenuto in grembo, in una cesta o a terra, dove sia possibile il contatto visivo e fisico, nelle condizioni adeguate, è scelto dall’équipe multidisciplinare di IAA per promuovere e favorire la relazione, l’autostima, la socialità, la collaborazione, i ricordi, ecc.
Sempre in base agli obiettivi e alle modalità specifiche per ogni utente.
Non tutti i conigli sono adatti alla pet therapy
Non tutti i conigli possono essere impiegati nell’attività di pet terapy.
Per il benessere dell’animale e la buona riuscita della terapia, il coniglio deve essere un animale ben socializzato, abituato all’uomo e ad ambienti diversi.
Deve essere dotato di tempra, docilità, adattabilità e gradire le interazioni con estranei.
Possibilmente deve gradire o comunque partecipare alle attività.
Per lui non deve essere un problema farsi spazzolare, mangiare dalle mani o dalle ciotoline premietti o cibo preparato per lui dagli utenti, muoversi nello spazio con una certa confidenza, fare giochi con materiali atossici o naturali.
Solo i conigli in buono stato di salute, esenti da condizioni dolorose e da problemi comportamentali e psicologici possono trovare impiego in una seduta di IAA.
Anche le loro condizioni fisiologiche devono essere adeguate. Quindi sono utilizzati preferibilmente conigli adulti o giovani dopo la pubertà, e non in condizioni riproduttive o disturbati da influssi ormonali.
Il binomio animale-coadiutore è un’unità imprescindibile
Si parla di coniglio, ma in una seduta di educazione, terapia o attività assistita non è presente solo l’animale.
C’è anche il suo coadiutore, formato e preparato in IAA, con cui l’animale ha intesa, confidenza, fiducia.
Il suo amico “umano” lo accompagna, lo promuove, diventa il suo “avvocato” sul campo.
Lo rassicura, lo protegge, lo aiuta ad esprimersi al meglio e provvede a tutte le sue necessità prima, durante e dopo il lavoro di assistenza.
In una parola lo conosce! Infatti, nella stesura di un progetto “cucito su misura” dell’utente o del gruppo di utenti di IAA è scelto il binomio animale-coadiutore che presenta le caratteristiche più indicate per svolgere il lavoro.
Si analizzano soprattutto inclinazioni personali, attitudini dell’animale, disponibilità ed esperienza.