Si può riconoscere il meraviglioso canto dell’usignolo nelle sere primaverili ed estive.
Un canto cristallino e melodioso nell’oscurità che attrae e allieta chi ha la fortuna di poterlo udire.
I duetti canori dei maschi sono udibili anche al mattino o al crepuscolo.
Nel silenzio della notte è però più semplice per l’orecchio umano apprezzare le note e i ritornelli cantati da questo piccolo passeriforme.
Indice dei contenuti
Un uccello migratore
L’usignolo (Luscinia megarhynchos) arriva dall’Africa in primavera per nidificare e crescere la prole nei nostri boschi e nelle campagne.
I primi a prendere possesso del territorio sono i maschi, che con trilli e fraseggi indicano la loro presenza a possibili rivali.
Terminata l’estate gli usignoli si preparano al lungo viaggio di migrazione verso le savane, dove possono continuare a nutrirsi di bacche e insetti.
Il corteggiamento canoro del maschio
Il maschio prende possesso di un piccolo territorio dove poter costruire il nido e allevare in relativa sicurezza la prole.
Quando scorge la futura compagna inizia una danza fatta di battiti d’ali, parata con la coda e ovviamente trilli e canti melodiosi.
Il nido è costruito interamente dalla femmina in un cespuglio, non molto distante da terra, con rametti e foglie secche.
Qui al sicuro da occhi indiscreti depone 5 uova color verde oliva che cova per una quindicina di giorni.
Dall’alto di un ramo il maschio canta e controlla il territorio, pronto a difendere la compagna.
Smetterà di cantare per intraprendere il frenetico lavoro di padre alla schiusa del primo uovo, per aiutare la mamma nel nutrire la prole.
Ricomincerà a esibirsi in duetti canori con altri maschi vicini quando tutti i piccoli saranno involati e, se il tempo lo permette, si prepara a una seconda covata.
Di cosa si nutre l’usignolo?
Nel bosco gli usignoli trovano tutto il necessario per sopravvivere e al contempo svolgere un’utile azione di limitazione degli insetti o larve che potrebbero danneggiare gli alberi.
Ghiotto di ragni, larve di coleotteri, insetti, vermi, ma anche bacche e frutti di bosco come il sambuco, lamponi, mirtilli, fragoline, ciliege selvatiche, prugnolo, ribes, ecc.
Come riconoscere l’usignolo?
L’usignolo comune è un uccellino lungo circa 16-17 centimetri.
Ha un’apertura alare di 25 cm e pesa dai 16 ai 39 grammi.
Non è evidente un netto dimorfismo sessuale.
Le femmine però sono più mimetiche per necessità e mostrano una livrea più spenta.
La colorazione del piumaggio assume varie tonalità di marrone, in particolare groppa e coda assumono una colorazione ruggine.
Le ali appaiono invece più chiare di una tonalità color fulvo.
Addome, mento e gola sono bianchi, mentre i fianchi color sabbia.
Il becco sottile è nero, le zampe variano dal color carnicino al marrone.
Gli occhi, brillanti, sono marroni con intorno un sottile anello di colore bianco.
Gli esemplari giovani appaiono di una tonalità più chiara sia nel piumaggio che nella colorazione del becco e delle zampe e presentano alcune macchie beige sul corpo e sulla testa.
Gli appassionati di birdwatching devono allenare l’occhio per scorgerlo tra le fronde degli alberi dove si mimetizza.
Si può intravedere la lunga coda color ruggine/fulva tra il fogliame e le cortecce.
Riconoscere l’usignolo dal canto
Il canto di usignolo viene ritenuto tra quelli più belli del mondo ed è strutturato in modo piuttosto complesso.
Ogni performance canora dell’usignolo è formata da diverse strofe composte a loro volta da toni singoli e doppi.
Il suo canto non è mai monotono e viene molto spesso variato.
Per riconoscere l’usignolo dal canto, può aiutare una registrazione audio come quella qui sotto (Fonte: https://www.chosic.com/free-music/all/).
Il canto per l’usignolo è una dote naturale, ma diversi studi hanno dimostrato che i pulcini maschi imparano a cantare da piccoli nel periodo precedente all’involo dal loro padre.
In tal modo le generazioni trasmettono la memoria e le melodie ai discendenti.
Ogni usignolo è in grado di raggiungere un repertorio composto da oltre 2.000 canti diversi.
Conservazione in natura dell’usignolo
L’usignolo è molto diffuso. Le popolazioni europee ed asiatiche appaiono stabili e attualmente non è una specie minacciata.
I cambiamenti nel loro habitat potrebbero provocare dei cali nel loro numero, soprattutto nell’Europa occidentale.
La Lista Rossa 2018 della IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) lo annovera tra le specie LC, cioè soggette a minor rischio.
Le leggi nazionali però impongono la protezione delle popolazioni selvatiche e ne proibiscono la cattura.
Possono essere commercializzati e detenuti solo se nati da generazioni in cattività e da genitori autorizzati.
Necessitano per la regolare detenzione e compravendita di anello inamovibile (FOI – Federazione Ornicoltori Italiani).
In cattività possono vivere fino ai 10 anni.
Sono però animali abbastanza schivi e delicati, a cui va curata in modo molto preciso l’alimentazione e l’ambientazione.