Tortore e piccioni molto spesso trovano confortevole adibire a nido mensole o vasi per fiori vuoti sui nostri balconi.
Possono essere un gradevole incontro e un interessante spunto educativo per i bambini, ma al contempo possono essere fonte di disagio.
Vediamo i pro e i contro di questo incontro ravvicinato, come assecondare e come dissuadere nel rispetto di tutti.
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Attenzione a vasi vuoti, cassoni, zone del balcone poco frequentate
Se i piccioni fanno il nido
I piccioni sono molto prolifici e si adattano molto bene alla vita in città, possono portare a termine anche 8 o 9 covate in un anno.
Molto rustici e resistenti trovano confortevole deporre le loro uova bianche, in genere 2 per covata, in luoghi riparati e protetti.
Li possono trovare anche in grandi vasi per fiori rimasti vuoti, cassoni, spazi riparati tra i mobili del balcone.
La femmina dopo aver sistemato con pagliuzze e rametti lo spazio idoneo depone a distanza di 2 o 3 giorni le sue due uova.
Poi provvede alla cova, intervallata dal maschio, per circa 17 giorni.
I giovani piccioni lasciano il nido verso i 25 giorni di età.
Non sono però ancora autonomi per almeno un altra settimana, in cui si faranno ancora imbeccare dai genitori.
Dopo l’abbandono del nido la femmina è pronta a ricominciare deposizione e cova, in modo più intensivo nel periodo caldo marzo- giugno.
Rallenta o termina la deposizione invece nei mesi più bui e freddi (ottobre–novembre–dicembre).
Riproduzione delle tortore anche sui balconi
Anche le tortore nel periodo primaverile ed estivo sono assidue e caparbie frequentatrici di balconi a scopo riproduttivo.
In questo caso vasi più minuti, mensole riparate, serrande poco utilizzate possono diventare il luogo ideale per nidificare.
In questo caso cova e svezzamento sono decisamente più rapidi: 15-16 giorni di cova e involo a 18-22 giorni.
Anche le tortore depongono in genere solo 2 uova, ma possono riprodursi tutto l’anno.
Come dissuadere le eccessive covate
Una covata o due possono essere un piacevole diversivo, ma a lungo andare gli ospiti diventano un po’ difficili da gestire.
Se si trova un nido, per non disturbare i genitori e non causare un abbandono dei pulli il balcone deve essere poco frequentato.
Le innaffiature e i lavori di giardinaggio devono essere ridotti al minimo e concentrati quando la mamma lascia il nido per pochi minuti durante la cova o la ricerca del cibo.
C’è poi il problema delle deiezioni attorono al nido o sul balcone, con anche a volte l’impossibilità di stendere fuori i panni ad asciugare (per non spaventare o non rischiare imbrattamenti), ecc.
Insomma, talvolta è meglio limitare le visite di questo tipo di uccelli.
A tal fine possono essere adottati vari metodi dissuasivi, innocui per gli animali, ma abbastanza efficaci come: movimento, colori insoliti, lampi di luce o riflessi, riduzione degli spazi di atterraggio o per la costruzione dei nidi.
Girandole e dissuasori metallici per impedire a piccioni e tortore di fare il nido sui balconi di casa
Il movimento insospettisce sempre gli uccelli, come quello di girandole colorate poste sul balcone infastidiscono e spaventano gli uccelli.
Così pure strisce di carta, meglio se riflettenti come quelle dell’incarto delle uova di Pasqua, attaccate a supporti o direttamente alla balaustra, mosse dal vento in modo disordinato risultano abbastanza efficienti per lo scopo.
Pupazzi a forma di gufo o civetta o silouette di falchi appesi al balcone possono intimidire questi uccelli, che però, dopo un po’ riconoscono essere materiali inerti e innocui.
In commercio si possono reperire dissuasori metallici formati da stecche di fili metallici paralleli che, posizionati sulla ringhiera o sulle travi, rendono difficile l’atterraggio degli uccelli di medie dimensioni, senza ferirli, naturalmente.
Oltre a ciò ovviamente non vanno lasciati incustoditi e inutilizzati vasi e cassette che possono divenire allettanti portanido per tortore e piccioni.