Nei precedenti articoli abbiamo conosciuto i gufi, come vivono in natura e quali sono alcune problematiche di una vita in cattività.
Ma quali regole bisogna seguire per allevare un gufo?
Accanto alla falconeria, attività nota che prevede un connubio tra uomo e falco, si accompagna sempre più spesso la “guferia” con i suoi pregi e particolarità.
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Il gufo non è un animale domestico
Seppure abituati all’uomo, in molti casi docili e giocherelloni, i rapaci notturni restano degli animali selvatici, con le loro esigenze, carattere e limiti.
Non possono essere detenuti liberamente. La legislazione infatti impone regole precise (e pesanti sanzioni ai trasgressori).
Solo i gufi allevati in allevamenti riconosciuti e autorizzati, dotati di anello inamovibile o microchip e documento CITES possono essere acquistati e detenuti.
Ricreare l’habitat e dare il giusto spazio
I gufi devono potersi muovere e volare in un ambiente che ricostruisca il loro ambiente naturale.
Devono quindi essere ospitati in giardino, in una voliera che permetta loro di riposare nascosti in un riparo (tronco d’albero o cassetta nido).
Gli spazi devono avere posatoi adeguati, vegetazione, reti che ne impediscano la fuga, ma al contempo lo facciano sentire protetto nella penombra (reti ombreggianti o di colore scuro).
L’appartamento non è consigliato per allevare un gufo
Per i gufi esotici occorre un riparo spazioso e riscaldato per l’inverno.
Non è consigliabile far vivere in appartamento questi animali.
Anche gli esemplari più piccoli infatti possono danneggiare mobili e suppellettili.
Ma possono anche mettersi in pericolo sia volando per casa (vetrate, porte, pentole sul fuoco, cavi elettrici, ecc.), sia ingerendo per errore materiali estranei (elastici, piccoli giochi ecc.).
Altro particolare non indifferente è che il gufo è un rapace notturno.
È quindi attivo durante le ore notturne, mentre di giorno tende ad appisolarsi e cercare un ricovero tranquillo, buio e silenzioso.
Nelle case non è sempre conciliabile questa sua necessità etologica.
Alimentazione, punto cardine per allevare un gufo
A seconda delle dimensioni i gufi si nutrono di prede differenti: larve di insetti, piccoli topi, ratti, pulcini, quaglie, piccioni, conigli, parti di pollo.
I pulli inizialmente vanno nutriti con piccoli pezzi disossati, mimando ciò che avviene anche in natura.
Crescendo le prede vanno lasciate intere con piume o pelo per favorire la formazione della borra.
Vanno nutriti giornalmente, preferibilmente al tramonto, rimuovendo la mattina successiva i residui e la sporcizia.
Se il cibo è variato, completo, adeguato al metabolismo di questi uccelli non servono integrazioni, tutt’al più saltuarie durante periodi particolari come muta, convalescenza, periodo riproduttivo.
L’acqua deve sempre essere a disposizione sia per consentire un’adeguata idratazione, sia per la pulizia del piumaggio, in larghe bacinelle o sottovasi.
Animali longevi ed esigenti
I gufi sono animali longevi. In cattività raggiungono (a seconda delle specie) dai 20 ai 50 anni.
Si legano molto alla persona che li accudisce, anche perché in genere vengono acquistati da pulli, subendo quindi una sorta di imprintig.
Questo ha il pregio di creare grande attaccamento e facilità di contatto con la persona.
Dall’altro lato della medaglia bisogna però mettere in conto le continue e insistenti richieste di attenzione (anche rumorose) e la difficoltà ad abituarsi ad altre persone (pensiamo alle vacanze).
Chi si vuole dedicare alla “guferia” dopo un corso di formazione e pratica con allevatori e falconieri esperti, dovrà quindi occuparsi anche dell’addestramento al volo libero per consentire il giusto movimento e allenamento muscolare di questi animali.