La cheyletiellosi è una parassitosi cutanea piuttosto frequente nel coniglio, ed è causata da un acaro chiamato Cheyletiella parsitivorax: attraverso poche e semplici domande andremo ad analizzare le peculiarità di questo parassita.
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Dove vive?
Cheyletiella parasitivorax è un acaro di superficie, il che significa che questo parassita si nutre sulla cute dell’animale e vive in mezzo al mantello; l’intero ciclo biologico di C. parasitivorax si compie sull’ospite: le uova vengono saldamente ancorate al pelo dell’animale e al loro interno si compiono le prime fasi di sviluppo del parassita. L’adulto è dotato di otto zampe e misura in media 400 μm (0,4 mm).
Quali sono i segni clinici dell’infestazione?
In molti casi l’infestazione è asintomatica, ovvero il coniglio colpito da questa parassitosi non mostra segni clinici oppure, se presenti, questi non sono particolarmente evidenti. Ciò accade, generalmente, quando il numero di parassiti è limitato e la risposta infiammatoria della cute dell’ospite esigua.
Al contrario, qualora ci si trovasse di fronte ad un’infestazione cospicua con presenza di numerosi acari oppure in presenza di un animale con una pelle molto delicata, si potranno avere irritazione cutanea, desquamazione (forfora) ed alopecia (caduta del pelo). Il prurito è in genere lieve o moderato ma può diventare anche motivo di grande fastidio per il coniglio che, a quel punto, inizierà a grattarsi in maniera insistente, determinando spesso l’insorgenza di infezioni secondarie a causa dei batteri penetrati nella cute attraverso le lesioni.
Una caratteristica peculiare di questo acaro è quello di provocare lo spostamento delle scaglie cutanee presenti in mezzo al pelo, tanto da venire comunemente indicato come “forfora che cammina”.
Come comportarsi con la cheyletiellosi?
Questa è, probabilmente, la domanda più importante, che richiede una risposta piuttosto articolata!
I conigli infestati contraggono la parassitosi per lo più prima dell’acquisto, pertanto una visita veterinaria nei giorni immediatamente successivi è molto importante per individuare immediatamente la presenza dell’ospite indesiderato ed intervenire prima che questa possa diventare un problema.
Poiché la cheyletiellosi è una malattia parassitaria altamente contagiosa, è bene che un coniglio di recente acquisto od adozione venga attentamente valutato prima che entri in contatto con eventuali altri soggetti già presenti in casa; qualora fosse confermata l’infestazione, bisognerà considerare la possibilità che tutti i conigli conviventi siano stati parassitati, e questo fatto è molto importante poiché potrebbe essere indicato trattare anche gli altri in via preventiva (ma sempre dietro consiglio del veterinario curante), sebbene non mostrino sintomi.
Nel caso il coniglio manifestasse segni di prurito, alopecia o desquamazione cutanea bisognerà immediatamente rivolgersi al veterinario, il quale procederà a formulare una diagnosi ed a prescrivere una terapia.
Poiché C. parasitivorax vive in mezzo al mantello dell’animale, è generalmente sufficiente un prelievo di pelo e di scaglie dermiche attraverso l’utilizzo di un pettinino e la successiva raccolta del materiale ed osservazione al microscopio: sarà così possibile individuare il parassita o le sue uova.
Esistono diverse possibilità terapeutiche, che devono sempre essere indicate dal medico veterinario il quale sceglierà la molecola più idonea, la via di somministrazione più indicata e la durata del trattamento, al fine di risolvere il problema nel più breve tempo possibile.
Sebbene l’acaro viva esclusivamente sull’animale infestato, è in grado di sopravvivere lontano dall’ospite per qualche giorno, pertanto durante la terapia è consigliabile rimuovere ed eliminare frequentemente la lettiera al fine di allontanare eventuali parassiti “raminghi” o uova disperse insieme al pelo caduto.
Quali rischi per l’uomo e per gli altri animali?
Cheleytiella parasitivorax, pur essendo un parassita piuttosto caratteristico del coniglio, è in grado di parassitare anche altre specie animali. Occasionalmente anche l’uomo può essere “aggredito” dall’acaro, durante il contatto con il proprio pet, il quale potrebbe causare l’insorgenza di reazioni cutanee e prurito; ciononostante, in genere la cheyletiellosi non viene considerata una zoonosi importante: in ogni caso è consigliabile rivolgersi al proprio medico curante.