La voce del consumatore | Animalidacompagnia.it https://www.animalidacompagnia.it/category/parliamo-di/la-voce-del-consumatore/ Tue, 30 May 2023 08:18:56 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 Può un cane o un gatto essere vegano? https://www.animalidacompagnia.it/puo-un-cane-o-un-gatto-essere-vegano/ https://www.animalidacompagnia.it/puo-un-cane-o-un-gatto-essere-vegano/#respond Mon, 29 May 2023 13:02:48 +0000 https://www.animalidacompagnia.it/?p=53100 Alcuni proprietari vorrebbero sottoporre allo loro stesso regime dietetico vegano anche il loro cane o gatto. È possibile per loro, anche se sono carnivori, seguire un'alimentazione vegana?

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Un cane o un gatto possono seguire la stessa alimentazione priva di alimenti di origine animale del loro proprietario vegano? Vediamo se è possibile.

Veganesimo e animali

Il veganesimo è un comportamento alimentare praticato da alcune persone che, soprattutto per motivi ideologici, evitano di consumare qualsiasi alimento di origine animale.

I vegani non mangiano carne, latte, uova, pesce, miele e anche, ovviamente, gli alimenti che li contengono come ingredienti, seppure in quantità molto ridotte.

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Fanno molta attenzione anche ai materiali utilizzati nella produzione degli alimenti.

Ad esempio, evitano l’uso di derivati delle uova o del latte per la “chiarificazione” del vino.

Alcuni vegani che possiedono cani e gatti ritengono di dover sottoporre allo stesso regime dietetico i loro animali, anche se questi ultimi, almeno in origine, sono dei carnivori.

È possibile quindi anche per loro seguire un’alimentazione vegana?

Da carnivori a onnivori

La “domesticazione” ha sicuramente modificato la fisiologia dei nostri animali da compagnia che, pur mantenendo lo stesso apparato digestivo, di fatto li ha resi “onnivori”.

Ciò è dovuto al fatto che l’introduzione continua di alimenti diversi da quelli di origine animale e della carne, in particolare, ha indotto la produzione in quantità importanti di enzimi di digestivi presenti in piccole quantità negli stessi animali che vivono allo stato brado.

Anche la flora batterica intestinale si è adattata al regime dietetico “onnivoro”, quindi i nostri “pet” possono facilmente consumare i nostri stessi alimenti, come spesso gli avanzi di cibo dei pasti.

Nonostante gli adattamenti nutrizionali dei cani e dei gatti domestici rimane per loro sempre l’esigenza degli amminoacidi essenziali e di alcune vitamine presenti negli alimenti di origine animale, che non sono in grado di produrre autonomamente.

Si tratta delle stesse esigenze che hanno gli esseri umani, con la differenza che le persone vegane possono scegliere gli alimenti combinando tra loro i diversi vegetali, aiutandosi poi con integratori che forniscono i nutrienti di cui hanno bisogno.

Regime dietetico vegano per cane e gatto e mangimi

Gli animali da compagnia per i loro fabbisogni alimentari dipendono dai loro proprietari.

L’aumentata attenzione verso le loro esigenze nutrizionali ha fatto sì che, da una dieta onnivora basata soprattutto un tempo sui residui dei pasti e sugli scarti di macelleria (frattaglie, ossa da spolpare, tagli non graditi all’uomo), si passasse allo sviluppo di una produzione di mangimi “piatto unico” contenenti tutti i nutrienti di cui hanno bisogno i nostri pets.

Questi alimenti sono il frutto di ricerche nutrizionali molto approfondite che garantiscono l’apporto ottimale di proteine, grassi, carboidrati, vitamine, sali minerali, e utilizzano materie prime sia di origine animale, sia di origine vegetale, ma anche additivi alimentari prodotti dall’industria chimica.

Negli ultimi tempi, per venire incontro ai proprietari che vogliono che anche il loro cane o gatto segua il loro stesso regime alimentare vegano, sono nati mangimi specifici a loro dedicati.

Tali mangimi sono costituiti esclusivamente da materie prime di origine vegetale, combinate per assicurare l’apporto dei nutrienti di cui hanno bisogno gli animali.

Tuttavia, anche in questo caso si possono avere delle carenze alle quali si sopperisce integrando la dieta con vitamine, sali minerali e aminoacidi.

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Come evitare le carenze nutrizionali

Se si vuole somministrare al proprio cane o gatto un’alimentazione vegana bisogna studiare delle diete casalinghe specifiche, che sono però difficilmente attuabili con i normali alimenti.

Una soluzione arriva dai mangimi reperibili in commercio per un’alimentazione vegana.

Si raccomanda però ai proprietari che desiderano fornire una alimentazione vegana ai propri animali di consultare sempre il proprio Medico veterinario per evitare possibili carenze nutrizionali.

Il Veterinario potrà infatti suggerire i comportamenti corretti da tenere per mantenere in buone condizioni di salute i “pet” alimentati in regime vegano.

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Autore: Agostino Macrì, Unione Nazionale Consumatori

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Il coniglio da compagnia e la sua particolare alimentazione https://www.animalidacompagnia.it/coniglio-da-compagnia-e-sua-particolare-alimentazione/ https://www.animalidacompagnia.it/coniglio-da-compagnia-e-sua-particolare-alimentazione/#comments Thu, 22 Sep 2022 08:00:22 +0000 https://www.animalidacompagnia.it/?p=51353 Il coniglio da compagnia è un ottimo animale da affezione che richiede però di essere rispettato nelle sue particolari esigenze, soprattutto di tipo alimentare.

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Il numero di persone che sceglie il coniglio come animale da compagnia è sicuramente elevato.

Si tratta di una animale molto docile, che non crea particolari problemi “igienici” ed è molto riservato.

La sua attitudine alla compagnia ha spinto nel 2010 a formulare nel 2010 una proposta di legge per riconoscere il coniglio esclusivamente come animale da affezione.

Ciò porterebbe di fatto a impedire l’allevamento del coniglio a scopo alimentare umano e per lo sfruttamento delle pelli per farne delle pellicce.

L’alimentazione del coniglio da compagnia è particolare

Considerando l’importanza che riveste il coniglio come animale da affezione è bene conoscere meglio le sue esigenze e anche i pericoli sanitari cui può andare incontro.

Di particolare importanza è l’alimentazione.

Denti a crescita continua

Si tratta di un animale lagomorfo, caratterizzato dallo sviluppo pronunciato dei denti incisivi a crescita continua.

La sua alimentazione è esclusivamente vegetale.

coniglio compagnia cassettina

Di particolare importanza è quindi la disponibilità di materiale legnoso, il cui “consumo” gli consente di “limare” i denti e di conseguenza impedirne una crescita eccessiva.

Se il coniglio non “limasse” i denti questi crescerebbero e potrebbero danneggiare le gengive.

In natura il coniglio si ciba di vari vegetali, ma anche di rametti, bastoncini e altri vegetali duri.

In cattività è quindi necessario fornirgli alimenti duri.

In commercio sono disponibili dei mangimi “pellettati” formati da farine compresse contro corrente di vapore e quindi della necessaria durezza che consente appunto di consumare i denti.

Una doppia digestione

Altro aspetto molto importante della fisiologia digestiva del coniglio e il grande sviluppo dell’appendice intestinale che prende il nome di ciecotrofo.

In questa cavità intestinale si accumulano gran parte del vegetali assunti con l’alimentazione.

Analogamente a quanto avviene nei ruminanti, nel “ciecotrofo” avvengono dei processi fermentativi che degradano le cellulosa e gli amidi in composti facilmente assimilabili.

Affinché siano effettivamente biodisponibili è però necessario che il coniglio ingerisca il contenuto del ciecotrofo.

Questo avviene durante la notte quando il materiale elaborato è espulso attraverso l’ano e immediatamente ingerito.

È quindi raccomandabile fornire un’alimentazione vegetale adeguata e lasciare nella massima tranquillità il coniglio nelle ore notturne.

coniglio compagnia vet

La prevenzione delle malattie del coniglio

I conigli sono sensibili ad alcune malattie parassitarie e batteriche che richiedono l’attuazione di misure igieniche adeguate.

È pertanto utile ricorrere a un’assistenza del Medico veterinario anche di tipo preventivo.

Si ricorda infine che esiste la possibilità di applicare dei “microchip” al coniglio che consente di poterli rintracciare in caso di fughe.

Il “chip” ha un costo che va dai 25 ai 45 euro.

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Autore: Agostino Macrì, Unione Nazionale Consumatori

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Avvelenamento da alghe tossiche nel cane https://www.animalidacompagnia.it/avvelenamento-da-alghe-tossiche-nel-cane/ https://www.animalidacompagnia.it/avvelenamento-da-alghe-tossiche-nel-cane/#respond Tue, 05 Apr 2022 08:00:03 +0000 https://www.animalidacompagnia.it/?p=49651 Bisogna evitate ai cani di entrare nei bacini palesemente ricchi di alghe, perché in alcuni casi possono rivelarsi pericolose trappole. Vediamo in quali casi.

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Cosa succede se il cane si tuffa e ingerisce l’acqua di bacini pieni di alghe? È pericoloso?

Bisogna fare sempre attenzione perché in alcuni casi rari casi può essere pericoloso. Vediamo in quali.

La proliferazione delle alghe

Con l’approssimarsi dei primi caldi in molti dei bacini idrici sia marini, sia di acqua dolce (fiumi, laghi, stagni, vasche, ecc.) si verifica uno sviluppo molto sostenuto di alghe microscopiche.

Questo fenomeno si può facilmente osservare per la loro massiccia presenza sulla superficie delle acque che perdono la loro trasparenza.

L’acqua assume quindi colori di varie tonalità che vanno dal verde, al marrone, al giallo.

alghe cane bagno

La crescita delle alghe dipende in gran parte dalla contaminazione delle acque con fosforo e azoto inorganico (nitrati), derivante dagli scarichi urbani oppure da reflui agricoli.

Questi elementi infatti sono il loro “nutrimento” essenziale.

Grazie a queste sostanze e alle temperature elevate dei periodi estivi le alghe si sviluppano e muoiono in brevissimo tempo.

Sulle alghe morte possono poi svilupparsi degli altri microrganismi come i cianobatteri.

Questi microrganismi, di fatto, provocano la formazione di biomasse putride e maleodoranti che sottraggono l’ossigeno disciolto nell’acqua.

In tal modo rendono difficile la vita di animali acquatici e compromettono gli equilibri ambientali preesistenti.

Le aghe tossiche per il cane

Alcune alghe sono in grado di produrre delle tossine che possono essere ingerite e accumulate da organismi acquatici come i molluschi che, se consumati a scopo alimentare, possono intossicare l’uomo.

Quelle sinora conosciute si possono raggruppare nelle paralitiche, le diarroiche e le anamnesiche.

Tale classificazione si basa sulle patologie che provocano a seguito della loro ingestione da prodotti ittici contaminati.

Un pericolo non molto conosciuto è il contatto diretto con le alghe o addirittura l’ingestione di acqua contenente le alghe e/o le loro tossine.

È un pericolo cui vanno incontro i bagnanti sia umani, sia animali.

alghe cane bagnato

In particolare sono stati segnalati numerosi cani che si sono gravemente intossicati o addirittura morti dopo essersi immersi nell’acqua di laghetti presenti nei parchi pubblici in cui erano presenti delle fioriture algali.

Nelle giornate calde i nostri animali possono cercare un po’ di refrigerio bagnandosi.

Alle volte siamo noi stessi a lanciare qualche oggetto in acqua per spingere gli animali a recuperarli.

Queste situazioni possono trasformarsi, seppur raramente, in pericolose trappole che vanno evitate impedendo ai nostri cani di entrare nei bacini palesemente ricchi di alghe.

Nei casi in cui gli animali dovessero intossicarsi con le acque contaminate da tossine algali è necessario ricorrere con la massima urgenza dal Medico veterinario.

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Autore: Agostino Macrì, Unione Nazionale Consumatori

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Perché il cioccolato è un alimento pericoloso per il cane? https://www.animalidacompagnia.it/perche-il-cioccolato-e-un-alimento-pericoloso-per-il-cane/ https://www.animalidacompagnia.it/perche-il-cioccolato-e-un-alimento-pericoloso-per-il-cane/#respond Sat, 05 Feb 2022 09:01:08 +0000 https://www.animalidacompagnia.it/?p=48885 Perché il cioccolato è pericoloso per cane, gatto e altri animali? Cosa posso fare se il mio animale domestico lo mangia per errore? Ecco le risposte.

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Il cioccolato, come il tè e il caffè, contiene delle sostanze che esercitano effetti benefici e stimolanti per l’uomo, ma che allo stesso tempo lo rendono un alimento pericoloso per cane, gatto e altri animali.

Gli effetti tossici del cioccolato

Rispetto al tè e al caffè, il cioccolato ha un buon valore nutrizionale per la presenza di grassi, proteine e  carboidrati.

Inoltre, sono presenti sali minerali, vitamine, antiossidanti che sono utili complementi alimentari.

Gli effetti stimolanti sono dovuti a delle sostanze chimiche naturali appartenenti al gruppo delle xantine.

Fanno parte di questo gruppo caffeina, teobromina e teofillina che, rispettivamente, troviamo nel caffè, nel cacao, con cui si prepara il cioccolato, e nel tè.

cioccolato pericoloso cane cioccolatini

Queste sostanze sono però dei veri e propri veleni per i cani e per i gatti.

La tossicità è dovuta al fatto che esse sono rapidamente assorbite attraverso la parete intestinale, entrano nel circolo sanguigno e raggiungono il fegato.

Nel fegato umano le xantine sono metabolizzate e trasformate in derivati idrosolubili che sono poi eliminati con le urine.

Il fegato dei cani e dei gatti non è invece in grado di metabolizzare queste sostanze.

Rimangono quindi inalterate per diverso tempo provocando effetti tossici, la cui gravità dipende dalla dose assunta.

La pericolosità del cioccolato dipende dalla dose assunta da cane o gatto

Per la teobromina, ma anche per la caffeina e la teofillina,  100–200 mg per kg di peso corporeo possono risultare letali.

Se le dosi assunte sono di 40–50 mg per kg di peso corporeo si possono avere effetti negativi sul sistema cardiocircolatorio.

Dosaggi di circa 20 mg causano disturbi gastrointestinali, quali vomito e diarrea.

Il cioccolato non è tutto uguale

Un grammo di cacao in polvere contiene poco meno di 30 mg di teobromina.

Nel cioccolato fondente scende a circa 16 mg per grammo, mentre nel cioccolato al latte si scende da 2 a 5 mg, in funzione della quantità di cacao presente.

Nel cioccolato bianco la quantità di teobromina è invece trascurabile.

La taglia dell’animale è importante

Facendo riferimento a questi dati si può facilmente calcolare che un cane di piccola taglia se mangia qualche quadratino di cioccolato fondente può morire.

Ovviamente il pericolo è minore se la stessa quantità viene mangiata da un cane che pesa qualche decina di kg.

Attenzione a quello che mangiano o bevono i nostri animali da compagnia

Anche se il pericolo di un’ingestione accidentale di tè o caffè è inferiore a quella del cioccolato bisogna ricordare che una tazzina di caffè può contenere oltre 50 mg di caffeina.

Infine, ricordiamo che alcune bevande “energetiche” e anche le “cole” contengono quantità importanti di caffeina.

Ovviamente bisogna evitare assolutamente che siano bevute dai nostri amici a quattro zampe.

Anche se la stragrande maggioranza dei proprietari di cani o gatti conosce il pericolo dell’ingestione di cioccolato, tè, caffè e bevande energetiche è opportuno ribadire l’invito a fare la massima attenzione a quello che mangiano (o bevono) i nostri animali.

Non si può dimenticare che anche l’alcol e il dolcificante xilitolo sono pericolosi.

cosa fare cioccolato pericoloso cane

Cosa fare in caso di ingestione di cioccolato?

Se però nonostante le precauzioni gli animali dovessero ingerire alimenti o bevande pericolose è necessario rivolgersi nel più breve tempo possibile al Medico veterinario fornendo le informazioni sulle modalità di assunzione.

Nel caso del cioccolato è importante riferire se si è trattato di fondente, al latte oppure bianco.

Infine, si ricorda che i trattamenti terapeutici richiedono interventi professionali piuttosto complessi.

Pertanto si raccomanda di non tentare cure improvvisate, che potrebbero peggiorare la situazione.

Autore: Agostino Macrì, Unione Nazionale Consumatori

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Come proteggere dal Covid-19 in nostri animali domestici https://www.animalidacompagnia.it/come-proteggere-dal-covid-19-in-nostri-animali-domestici/ https://www.animalidacompagnia.it/come-proteggere-dal-covid-19-in-nostri-animali-domestici/#respond Tue, 23 Nov 2021 09:04:49 +0000 https://www.animalidacompagnia.it/?p=47648 Gli animali possono infettarsi se sono a contatto con persone ammalate di Covid-19 e tra questi anche i cani e i gatti. Come impedire la trasmissione della malattia ai nostri animali da compagnia? Come proteggerli dal virus?

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L’origine del Covid-19 è tuttora oggetto di dibattiti scientifici. L’ipotesi più accreditata è che il virus fosse “ospitato” da animali selvatici, presumibilmente pipistrelli senza provocare in loro danni rilevanti.

In Cina è diffusa l’abitudine di consumare molti animali selvatici, che sono catturati nell’ambiente in cui si trovano e poi venduti vivi e/o macellati nei “wet market”.

In questi mercati esiste un’elevata promiscuità e, a fianco degli animali domestici (volatili, conigli, ecc.), si possono trovare anche altri animali selvatici di diverse specie che sono venduti a scopo alimentare umano.

E in tale situazione sembra che sia avvenuto il “salto” di specie.

Il virus avrebbe infettato alcune persone che a loro volta hanno trasmesso la malattia ad altre persone, e da lì è partita la pandemia.

Probabilmente, se gli animali fossero stati lasciati nel loro ambiente, non sarebbe successo niente.

Covid-19 e animali: una zoonosi al contrario?

Con ogni probabilità ci troviamo davanti a una “zoonosi”, ovvero una malattia trasmessa dagli animali all’uomo e viceversa.

Nella stragrande maggioranza delle zoonosi sono gli animali a trasmettere la malattia all’uomo, ma nel caso del Covid-19 è successo qualcosa di diverso.

In Danimarca e in Olanda in alcuni allevamenti di visoni gli animali sono stati infettati dal personale ammalato di Covid-19.

La malattia si è diffusa rapidamente e per evitare guai peggiori si è proceduto allo “stamping out”, ovvero all’uccisione e alla distruzione con incenerimento di milioni di visoni.

Anche altri animali possono infettarsi se sono a contatto con persone ammalate e tra questi anche i cani e i gatti.

Covid-19 animali

Ci sono infatti diversi casi in varie parti del mondo di animali che hanno contratto la malattia dai loro proprietari.

Osservazioni recenti dimostrano che il Covid-19 nei cani e nei gatti oltre alle lesioni a carico dell’apparato respiratorio ben conosciute nell’uomo, provoca anche miocarditi.

Insomma il Covid-19 è una zoonosi dove rispetto ad altre, in cui sono gli animali a infettare, avviene il contrario.

Dalle informazioni disponibili risulta però improbabile che gli animali da compagnia ammalati a loro volta trasmettano il virus all’uomo.

Il pericolo è che il virus una volta infettati i cani e i gatti possa andare incontro a delle mutazioni, con rischi del tutto imprevedibili.

Come evitare la trasmissione della malattia ai nostri animali da compagnia

Sulla base di quanto premesso è assolutamente necessario adottare tutte le misure necessarie per impedire la trasmissione della malattia ai nostri animali da compagnia.

Come? In caso di infezione da Covid-19, evitando anche verso di loro le manifestazioni di affetto che possono fare inalare l’aria da noi espirata e anche di sternutire vicino agli animali.

La cosa migliore è di indossare la mascherina quando ci troviamo vicini ai nostri animali.

Covid-19 animali gatto

Non essendo praticabile l’uso della mascherina nei cani e nei gatti, la sola misura preventiva che si può praticare è quella di evitare che i proprietari si contagino e adottare tutte le misure preventive disponibili, in particolare la vaccinazione.

Ricordiamo quindi che vaccinandoci contro il Covid-19 proteggiamo la nostra salute, quella delle persone con cui veniamo a contatto, ma anche i nostri animali domestici.

Infine, ricordiamo che evitando il contagio agli animali eliminiamo una possibilità che il virus vada incontro a mutazioni, le cui conseguenze non sono prevedibili sia per la salute degli animali, sia per la nostra.

Autore: Agostino Macrì, Unione Nazionale Consumatori

 

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È possibile portare il cane nell’auto a noleggio?   https://www.animalidacompagnia.it/e-possibile-portare-il-cane-nellauto-a-noleggio/ https://www.animalidacompagnia.it/e-possibile-portare-il-cane-nellauto-a-noleggio/#respond Mon, 04 Oct 2021 08:10:36 +0000 https://www.animalidacompagnia.it/?p=46633 Ecco alcuni consigli dell’Unione Nazionale Consumatori per chi vuole portare il cane in un’auto presa a noleggio.

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Per il prossimo viaggio avete in programma di prendere in affitto un’auto e volete portare il cane nell’auto a noleggio con voi?

Ecco alcuni consigli dell’Unione Nazionale Consumatori per chi vuole portare il cane in un’auto presa a noleggio.

Il kit per il cane nell’auto a noleggio

Molte società di autonoleggio mettono a disposizione di chi lo richiede un pratico kit per ospitare all’interno dell’auto il proprio amico a quattro zampe.

Questo kit solitamente è composto da un telo particolarmente impermeabile, che va incastrato tra i due sedili, così che l’animale non danneggi in alcun modo il veicolo.

In molti casi viene fornito anche un guinzaglio per viaggiare in sicurezza in auto con il cane.

cane nell’auto a noleggio cintura

Una delle sue estremità va inserita nell’attacco della cintura di sicurezza, mentre l’altra agganciata al guinzaglio del cane.

Qualora non si avesse familiarità con il veicolo preso a noleggio è diritto del consumatore farsi aiutare dal personale della compagnia nella fase di allestimento del kit del cane.

Questo per non incorrere in errori che potrebbero danneggiare l’auto in affitto.

Al termine del noleggio alcune compagnie seguono una policy aziendale che lascia al cliente il kit del cane, così da poterlo utilizzare anche nella propria vettura.

Un’eventuale pratica di questo tipo deve essere chiaramente esplicitata al momento della firma del contratto.

Sarà bene poi appurare a chi spetteranno eventuali spese di pulizia e sanificazione del veicolo dopo il noleggio con animale.

Alcuni consigli (extra) per il cane nell’auto a noleggio

Che il vostro prossimo viaggio preveda un cane oppure no, la cosa migliore da fare è richiedere che vi venga inviata una mail da parte della società di autonoleggio.

Nella mail dovrebbero essere riepilogati tutti i dettagli e i costi degli eventuali servizi aggiuntivi.

Questa precauzione vi permetterà di evitare che al termine del noleggio vi vengano addebitati servizi extra di cui non eravate a conoscenza.

Il kit per trasportare un animale rientra in questo genere di servizi.

cane nell’auto a noleggio macchina

Al momento di scegliere l’auto da noleggiare per un viaggio, in particolare se in compagnia di un cane o di un gatto, è bene tenere presente, in primis, la capienza del veicolo.

Tra valigie per gli esseri umani e il necessario per l’animale sarebbe bene scegliere un’auto che possa contenere il tutto grazie a un ampio portabagagli.

Inoltre, in ogni caso, sarebbe preferibile attivare l’assicurazione.

Questa vi eviterà d’incorrere in costi ben più elevati in caso di problemi di vario tipo.

Prima di usare l’auto poi, è bene controllare che vi sia tutta la documentazione necessaria (libretto di circolazione, ecc.) e tutta la dotazione di bordo, come il triangolo.

E naturalmente, in questo caso, anche l’attrezzatura per il viaggio con il cane a bordo.

La riconsegna dell’auto

Infine, in fase di riconsegna la cosa migliore è organizzarsi per lasciare il veicolo nelle ore di apertura del punto di noleggio e far accettare il veicolo da un addetto.

Eventuali danni dovranno esservi contestati subito, insieme alle eventuali modalità di valorizzazione degli stessi.

Riceverete fattura per posta o e-mail e l’addebito sulla vostra carta di credito.

Se invece dovete lasciare le chiavi e correre via, sarebbe buona cosa fotografare il veicolo nel parcheggio del punto di noleggio.

Questo per documentarne il rientro e l’assenza di danni, oppure l’estensione dei medesimi.

In caso di problemi, oltre a farsi consigliare dagli addetti del desk dell’autonoleggio su cosa fare in situazioni di emergenza, è possibile contattare gli esperti di consumatori.it che risolvono ogni giorno numerose problematiche relative al noleggio auto.

Sì, guidare, anche con il cane

Questi, come altri consigli, sono contenuti nel podcast “Sì, guidare” a cura di consumatori.it.

Grazie a questo podcast l’Unione Nazionale Consumatori aiuta l’utente a conoscere meglio il mondo della mobilità odierna, attraverso consigli e racconti utili per ogni genere di viaggio.

Puoi ascoltare tutti i podcast di consumatori.it sulle principali piattaforme come Spotify, Apple Podcast, Spreaker.

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Autore: Lorenzo Cargnelutti, Unione Nazionale Consumatori

 

 

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Farmaci umani per animali da compagnia https://www.animalidacompagnia.it/farmaci-umani-per-animali-da-compagnia/ https://www.animalidacompagnia.it/farmaci-umani-per-animali-da-compagnia/#respond Mon, 27 Sep 2021 08:04:05 +0000 https://www.animalidacompagnia.it/?p=46527 Il Decreto Ministeriale del 14 aprile autorizza l’impiego dei farmaci per uso umano anche per gli animali da compagnia, ma soltanto in precise circostanze e, soprattutto, sotto la stretta sorveglianza del Medico veterinario.

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Lo scorso 14 aprile è stato emesso il Decreto Ministeriale che autorizza l’impiego dei farmaci umani anche per gli animali da compagnia, non produttori di alimenti per l’uomo.

Il provvedimento ministeriale prevede che il Medico veterinario possa prescrivere medicinali per uso umano per la cura degli animali domestici.

Questo però “a condizione che tale medicinale contenga il medesimo principio attivo del medicinale veterinario”.

In pratica quindi ai cani e ai gatti si possono somministrare i nostri stessi farmaci.

Farmaci per animali da compagnia e la responsabilità del veterinario

Va ricordato che i farmaci per uso veterinario, prima di essere messi in commercio, seguono un lungo iter di controllo attraverso severi studi scientifici, che ne dimostrino l’efficacia e la sicurezza per le singole specie.

farmaci umani per animali gatto

Inoltre, si studiano i dosaggi più appropriati in funzione del peso degli animali.

I farmaci per uso umano sono invece ovviamente studiati per l’uomo.

Per quando riguarda i loro dosaggi nella maggior parte dei casi si parla in modo generico di adulti e bambini.

I vari animali possono reagire in modo diverso alla somministrazione dei farmaci.

Per questo motivo esiste una farmacovigilanza veterinaria che è ovviamente diversa da quella umana.

Per evitare ogni possibile problema il Decreto Ministeriale ha quindi fissato una serie di “paletti” che di fatto consentono l’impiego dei farmaci umani soltanto in precise circostanze e, soprattutto, sotto la stretta sorveglianza del Medico veterinario.

farmaci umani per animali veterinario

Al veterinario rimane la responsabilità di individuare il farmaco più adatto e di prescriverlo.

Esistono poi forti limitazioni nell’uso degli antibiotici.

Infatti, qualora in un singolo animale si intendesse utilizzare un antibiotico per uso umano è necessario che non esista un farmaco veterinario specifico per trattarne l’infezione e che vi sia prova che dimostri l’efficacia sul singolo caso.

Meglio evitare il “fai da te” con i farmaci umani per gli animali da compagnia

Considerando quanto premesso si raccomanda quindi di evitare il “fai da te” per qualsiasi uso dei farmaci umani per gli animali da compagnia.

È invece fondamentale la diagnosi della malattia e la prescrizione dei farmaci da parte del Medico Veterinario che dovrà assumersi la responsabilità della terapia scelta.

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Autore: Agostino Macrì, Unione Nazionale Consumatori

 

 

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Lo xilitolo delle caramelle e gomme è pericoloso per il cane! https://www.animalidacompagnia.it/lo-xilitolo-delle-caramelle-e-gomme-e-pericoloso-per-il-cane/ https://www.animalidacompagnia.it/lo-xilitolo-delle-caramelle-e-gomme-e-pericoloso-per-il-cane/#comments Tue, 03 Aug 2021 08:00:57 +0000 https://www.animalidacompagnia.it/?p=45428 Come ben sappiamo, lo xilitolo è presente in molte delle gomme e delle caramelle “senza zucchero” ma bisogna fare attenzione che il nostro cane non assuma questi alimenti contenenti xilitolo perché è pericoloso per la salute. Andiamo a vedere cos'è lo xilitolo e perché è pericoloso per il cane. 

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Come ben sappiamo, lo xilitolo è presente in molte gomme da masticare e caramelle “senza zucchero” ma bisogna fare attenzione che il nostro cane non assuma questi alimenti contenenti xilitolo perché è pericoloso per la salute. Andiamo a vedere cos’è lo xilitolo e perché è pericoloso per il cane. 

Cos’è lo xilitolo?

Si tratta di una sostanza presente in natura in alcuni vegetali (betulla, fragola, lampone), ma che può essere ottenuta anche con processi chimici mediante l’idrogenazione dello zucchero Xilosio, un polialcole o poliolio che ha un buon potere dolcificante, ma un valore energetico di circa la metà del comune zucchero.

Non si tratta quindi di un edulcorante acalorico come l’aspartame, la saccarina o lo stevia, ma un prodotto con minore apporto energetico.

Lo xilitolo è presente in molte delle gomme e delle caramelle “senza zucchero” ed in altri alimenti solidi (farmaci, yogurt, prodotti da forno), ma non nelle bevande.

Lo xilitolo, inoltre, ha la capacità di abbassare il livello glicemico nel sangue: il fenomeno è dovuto alla stimolazione della produzione di insulina che consente la “metabolizzazione” degli zuccheri.

Lo xilitolo è da evitare per il cane?

Bisogna però fare attenzione ai nostri cani che non dovrebbero assumere alimenti contenenti xilitolo, in quanto la sua somministrazione induce una elevata produzione di insulina.

La conseguenza è una rapida metabolizzazione degli zuccheri in circolo e la conseguente ipoglicemia.

Se gli animali assumono quantità importanti di xilitolo relativamente elevate possono anche morire.

Quindi cosa fare?

Bisogna evitare di mettere a disposizione del cane alimenti che contengono lo xilitolo, come le caramelle senza zucchero o le “gomme americane”.

Può essere utile controllare le etichette poiché esistono anche altri alimenti che contengono questo dolcificante anche se in concentrazioni più basse di quelle contenute nelle “gomme americane”.

Nel caso dovessero verificarsi delle intossicazioni, è bene ricorrere con urgenza alle cure di un medico veterinario che potrà intervenire con le opportune “terapie”.

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Il foie gras di anatra o di oca è destinato a scomparire? https://www.animalidacompagnia.it/il-foie-gras-di-anatra-o-di-oca-e-destinato-a-scomparire/ https://www.animalidacompagnia.it/il-foie-gras-di-anatra-o-di-oca-e-destinato-a-scomparire/#respond Sat, 05 Jun 2021 08:00:16 +0000 https://www.animalidacompagnia.it/?p=44541 La notizia è che la stragrande maggioranza delle catene dei supermercati che operano in Italia ha deciso di interrompere la vendita del “foie gras” di anatra o di oca. Quest'ultimo non è altro che fegato di anatre o di oche “steatosico”, ovvero infarcito di grasso ottenuto con una particolare tecnica di allevamento. Tale alimento non è di uso molto comune, ma è molto apprezzato dai buongustai soprattutto francesi.

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La notizia è che la stragrande maggioranza delle catene dei supermercati che operano in Italia ha deciso di interrompere la vendita del “foie gras” di anatra o di oca.

Cos’è il foie gras?

Si tratta del fegato di anatre o di oche “steatosico”, ovvero infarcito di grasso ottenuto con una particolare tecnica di allevamento.

Tale alimento non è di uso molto comune, ma è molto apprezzato dai buongustai soprattutto francesi.

Come si produce?

Negli allevamenti, maschi delle oche o delle anatre sono allevati in condizioni del tutto normale per un periodo di 11 – 14 settimane.

Dieci o diciotto giorni prima di essere macellati si alimentano in modo forzato somministrando loro attraverso un tubo collegato a un imbuto, del mais sotto forma di “pastone” o anche intero.

La somministrazione avviene in modo molto rapido e richiede al massimo qualche decina di secondi; normalmente viene ripetuta tre volte al giorno.

Al termine di questo tipo di alimentazione a un’oca sono “ingozzati” dai 15 ai 20 kg di mais, mentre alle anatre la quantità è di 10 – 15 kg.

Questo tipo di alimentazione altamente energetica, comporta la trasformazione dei carboidrati in grasso che si accumula rapidamente nel fegato dando origine a una grave forma di steatosi.

La conseguenza è un forte aumento del peso del fegato che nelle oche oscilla tra gli 850 e i 950 grammi, mentre nelle anatre è di circa 100 grammi  inferiore.

Per ottenere un migliore risultato si cerca di limitare al massimo i movimenti degli animali.

Dopo la macellazione il fegato viene prelevato e successivamente lavorato per essere trasformato nel prodotto finale che troviamo in commercio crudo o cotto, sia intero, sia sotto forma di “patè”.

Foie gras di anatra o di oca dal punto di vista etico

L’eticità dell’allevamento dei palmipedi per ottenere il “foie gras” è stata oggetto di importanti dibattiti che hanno coinvolto l’opinione pubblica e ovviamente delle organizzazioni che si occupano di tutela del benessere degli animali.

È evidente che si tratta di una tecnica di allevamento che comporta uno stato patologico degli animali.

Una “analisi” molto accurata di tale tecnica è stata fatta dal Comitato Scientifico Veterinario e del Benessere Animale dell’Unione Europea la cui conclusione è stata : “that force feeding, as currently practised, is detrimental to the welfare of the birds”, ovvero che tale  tecnica di allevamento compromette il benessere degli animali.

Il parere del Comitato Scientifico ha obbligato l’UE a prendere una decisione sulla possibilità o meno di continuare a produrre il “foie gras”.

La decisione è stata un capolavoro della diplomazia.

Si è, infatti, deciso di proibire questo tipo di allevamento nella UE, consentendo però di continuare a praticarlo in quei Paesi dove si è sempre fatto e fa parte delle produzioni “tradizionali”.

In pratica è stato consentito alla Francia di continuare a produrre tranquillamente il “foie gras” e di esportarlo in tutto il mondo.

FONTE: Sicurezzalimentare.it

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Farfalline nella pasta o nei biscotti? Ecco cosa sono e come comportarsi https://www.animalidacompagnia.it/farfalline-nella-pasta-o-nei-biscotti-ecco-cosa-sono-e-come-comportarsi/ https://www.animalidacompagnia.it/farfalline-nella-pasta-o-nei-biscotti-ecco-cosa-sono-e-come-comportarsi/#respond Sat, 22 May 2021 08:00:04 +0000 https://www.animalidacompagnia.it/?p=44786 Trovare la pasta o i biscotti “contaminati” da vermetti, farfalline o altri piccoli insetti è un fenomeno non troppo raro. Si tratta di situazioni che generano preoccupazione e anche ribrezzo benché si tratti di fenomeni del tutto “naturali”. Cerchiamo di capire da cosa dipendono.

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Trovare la pasta o i biscotti “contaminati” da vermetti, farfalline o altri piccoli insetti è un fenomeno non troppo raro. Si tratta di situazioni che generano preoccupazione e anche ribrezzo benché si tratti di fenomeni del tutto “naturali”. Cerchiamo di capire da cosa dipendono.

Gli insetti che possono provocare la “contaminazione” sono veramente molti. Quelle che vediamo come farfalline sono dei piccoli lepidotteri chiamati anche “tarme” della farina o “tignole”. Le uova si raggruppano sotto forma di piccole ragnatele.

Anch’esse vanno incontro a una metamorfosi che in tempi più o meno lunghi dipendenti dalle condizioni ambientali (temperatura e umidità) passano dallo stadio larvale a insetto adulto.

Tra i più comuni c’è anche il Tenebrio molitor; si tratta un piccolo coleottero le cui femmine possono deporre fino a 600 uova che, in condizioni ambientali favorevoli,  in un paio di settimane si trasformano in larve che noi possiamo osservare come “vermetti” che poi divengono insetti adulti.

Come possono contaminare la pasta?

Gli insetti “contaminanti” si possono facilmente trovare nei granai, nei silos, nei mezzi che trasportano i cereali, dove depositano le loro uova.

Nelle lavorazioni successive come la macinazione che avviene a temperatura ambiente, le uova mantengono la loro vitalità e possono essere presenti nelle farine.

Se sono utilizzate per i prodotti da forno trattati termicamente a temperature superiori ai 100 °C le uova dei parassiti sono completamente distrutte e di conseguenze non esiste la possibilità dello sviluppo delle larve o degli insetti adulti.

Diversa è la situazione nella produzione della pasta. La temperatura che si raggiunge nelle lavorazioni è relativamente blanda e raramente supera i 75 °C.

In queste condizioni esiste la possibilità che parte delle uova sopravviva.

Quindi se la pasta viene conservata in modo inadeguato (ambienti umidi e temperature intorno ai 30 °C) le uova hanno la possibilità di svilupparsi e quindi contaminare la pasta stessa.

Esiste poi la possibilità che nella nostra casa siano presenti i parassiti che possono depositare le uova sugli alimenti non adeguatamente protetti e quindi provocare la contaminazione.

Ci sono pericoli?

Oltre al naturale ribrezzo, non ci sono pericoli particolari legati al consumo di pasta e/o di prodotti da forno contaminati.

Ci sono però delle persone che sono allergiche ai parassiti di cui abbiamo parlato e potrebbero subire dei danni che spesso sono lievi e passano inosservati.

La presenza di uova o d’insetti potrebbe comunque creare dei problemi ai vegetariani e ai vegani che rifiutano il consumo di qualsiasi alimento in cui sono presenti, seppure in tracce, tessuti animali.

Cosa fare?

Quando si acquistano pasta, biscotti, cereali o altri alimenti simili, bisogna fare attenzione alle date di scadenza.

Anche se c’è scritto “preferibilmente”, i prodotti più vecchi sono maggiormente a rischio soprattutto se conservati in modo inadeguato.

È comunque consigliabile acquistare le quantità che consumeremo nello spazio di una – due settimane e di non fare scorte eccessive magari invogliati dalle offerte speciali.

Se tornando a casa ci accorgiamo che l’alimento acquistato è contaminato, è opportuno riportarlo al rivenditore e farselo rimborsare o sostituire.

In ogni caso è bene evitare il consumo di cibi, come pasta o biscotti, “parassitati” da farfalline o altri insetti.

Fonte: Sicurezzalimentare.it

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