pappagalli Archivi - Animali da compagnia - Il portale per i proprietari di pet https://www.animalidacompagnia.it/category/animali-da-compagnia-non-convenzionali/uccelli/pappagalli/ Fri, 31 Jan 2025 14:47:22 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 Il legame tra uomo e pappagallo https://www.animalidacompagnia.it/il-legame-tra-uomo-e-pappagallo/ https://www.animalidacompagnia.it/il-legame-tra-uomo-e-pappagallo/#respond Mon, 03 Feb 2025 09:00:21 +0000 https://www.animalidacompagnia.it/?p=56683 Il comportamento del pappagallo domestico è influenzato dal modo di agire della persona che lo alleva. È importante quindi imparare a comunicare con lui per non essere fraintesi e creare quindi conflitti e problemi.

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Il comportamento del pappagallo è influenzato dal modo di comportarsi e dalla personalità dell’uomo che lo alleva.

Come noto i pappagalli sono infatti animali sociali, portati a seguire modelli e confrontarsi con i membri del loro gruppo sociale, siano essi uccelli o umani.

Persone particolarmente chiassose o con modi di agire bruschi o minacciosi possono quindi amplificare e significativamente influire negativamente sul comportamento di questi uccelli che apprendono che per essere ascoltati o “rispettati” sono più efficaci atteggiamenti o vocalizzi energici.

Al contrario modi di agire più pacati, gentili, non certo noiosi ma empatici riescono a conquistare più facilmente la fiducia di questi animali.

La sensibilità dei pappagalli

I pappagalli sono esseri molto sensibili, soprattutto le specie di medie e grandi dimensioni adottate spesso come animale da compagnia (cinerino, amazone, cacatua, ara) e molto suscettibili e percepiscono nettamente chi in famiglia possiede più feeling o empatia.

pappagallo-accarezzato

Si badi bene, non il diverso interesse o la voglia di interagire con loro, oppure l’affetto nei loro confronti, ma la modalità con cui ci si pone nei loro confronti è fondamentale.

Occorre quindi imparare a comunicare con il pappagallo per non essere fraintesi.

Movimenti veloci, voci alte, strilli (soprattutto bambini) possono eccitare e aumentare in modo significativo il tono e la reattività dell’animale che potrebbe poi agire in modo aggressivo o distruttivo o amplificare di rimando il comportamento attuato nei suoi confronti, come ad esempio un urlo attuato per smorzare il loro eccessivo vocalizzo che funge invece da rinforzo.

Inoltre, i pappagalli sono in grado di riconoscere nella gestualità degli umani la paura nei loro confronti, così come il nervosismo o il “cattivo umore” di chi è in loro presenza, mettendo in atto comportamenti o reazioni di difesa.

Non bisogna mai dimenticare che in genere i pappagalli sono animali preda e come tali hanno sviluppato sistemi di allerta e difesa per la loro sopravvivenza, appresi dai genitori o da altri componenti del loro gruppo e in parte innati (i pappagalli allevati a mano mostrano infatti grandi lacune e problematiche proprio a causa di un innaturale percorso di apprendimento).

La giusta comunicazione tra uomo e pappagallo

L’incomprensione è sempre alla base dei conflitti: provate a immaginare un pappagallo che sta sonnecchiando o si sta rassettando le penne in un angolo dove in genere trova una sua privacy, essere manipolato in quel momento scatena sicuramente una reazione sgradevole nei confronti del disturbatore.

Dapprima si limiterà a un avvertimento: una minaccia a becco aperto, un arruffamento delle penne e rigidità della postura, una stretta con il becco o simili.

Se il disturbo viene reiterato e la comunicazione del pappagallo ignorata, l’avvertimento sarà più incisivo come una beccata ben assestata.

In questo modo però impara che se vuole restare in pace deve beccare: all’ennesimo approccio poco appropriato del proprietario non ci penserà due volte a ferire il contendente.

pappagallo uomo mano

Creare un legame di costante fiducia

Lo stato d’animo del proprietario influenza il comportamento del pappagallo domestico: allegria o stress sono percepiti e causano emozioni contrastanti.

Se il proprietario è infastidito da un comportamento o atteggiamento del suo pet (ad esempio non vuole rientrare in gabbia per la notte), può reagire anche in modo inconscio e attivare reazioni indesiderate del proprio animale, deteriorando così il rapporto con lui.

È importante lavorare su se stessi, conoscere il proprio animale, i punti deboli, i punti di forza, le preferenze e cercare sempre di fare leva sulle opportunità più che su un gioco di forza che rischia seriamente di rovinare il legame di affetto e fiducia con il proprio animale da compagnia.

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Il parrocchetto in Italia: una diffusione problematica https://www.animalidacompagnia.it/il-parrocchetto-in-italia-una-diffusione-problematica/ https://www.animalidacompagnia.it/il-parrocchetto-in-italia-una-diffusione-problematica/#respond Sat, 17 Aug 2024 16:04:07 +0000 https://www.animalidacompagnia.it/?p=56033 Anche se i dati al momento disponibili per l’Italia non permettono di trarre conclusioni definitive, anche nel nostro Paese il parrocchetto sembra competere con successo con le specie autoctone per i luoghi di nidificazione e per le risorse alimentari, così come è successo in altre parti d’Europa.

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Negli ultimi decenni l’Italia ha assistito a un fenomeno piuttosto curioso e affascinante: la diffusione del parrocchetto, in particolare del parrocchetto monaco (Myiopsitta monachus) e del parrocchetto dal collare (Psittacula krameri).

I parrocchetti sono uccelli colorati, chiassosi e sociali e si sono stabiliti in diverse città italiane: a molti mettono allegria, non mancano però i lati negativi di questa nuova diffusione di specie alloctone.

Caratteristiche biologiche del parrocchetto

I parrocchetti dal collare

I parrocchetti dal collare sono originari delle regioni tropicali africane a nord dell’equatore e dell’Asia meridionale.

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Parrocchetto dal collare (Psittacula krameri).

Sono lunghi tra i 37 e i 43 centimetri e presentano piumaggio verde, coda lunga e appuntita dal colore bluastro superiormente e ocra inferiormente, becco ricurvo rosso e zampe grigio-verdi.

I giovani si distinguono per il piumaggio più giallastro e solo i maschi adulti sviluppano una sorta di collare nero e rossastro, e una sfumatura bluastra sul capo.

Il peso varia da 95 a 140 grammi e, grazie ad ali molto strette e affusolate, il volo è rapidissimo e rettilineo, accompagnato regolarmente da un acuto “kaak kaak” d’avvertimento.

I parrocchetti monaci

I parrocchetti monaci, invece, sono originari di Bolivia, Paraguay, Brasile e Argentina.

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Parrocchetto monaco (Myiopsitta monachus).

Un po’ più piccoli (28-33 centimetri, con un peso di circa 100 grammi) rispetto ai parrocchetti dal collare, hanno regione frontale, guance e parti inferiori del corpo grigie, mentre le parti superiori sono verdi tendenti al giallastro.

Le penne remiganti sono blu scuro e le timoniere della coda verdi, con una sfumatura blu lungo il rachide (la parte esterna del calamo).

Habitat e comportamento dei parrocchetti

Nel subcontinente indiano, nei centri abitati, la popolazione di parrocchetti è divenuta così numerosa e ubiquitaria da aver sostituito la fauna aviare locale corrispondente in Europa al passero domestico (Passer domesticus), allo storno (Sturnus vulgaris) e al piccione torraiolo (Columba livia).

L’habitat di queste specie è caratterizzato dalla presenza di aree alberate (ad alto fusto) dove gli uccelli si aggregano e nidificano (i grossi nidi possono superare i 100 kg di peso).

Sono animali monogami e la stagione riproduttiva è invernale, con un alto tasso di natività.

Uccelli dalla spiccata socialità, passano gran parte del tempo al suolo alla ricerca di cibo e possono formare grandi gruppi, aggregandosi anche a specie diverse.

In Europa tendono a colonizzare le città o le aree nei pressi di frutteti, campi coltivati, granai.

Di cosa si cibano i parrocchetti?

Prevalentemente granivori e frugivori, i parrocchetti si adattano in ambiente urbano diventando opportunisti, ma la loro sopravvivenza in libertà dipende molto dalla disponibilità di risorse alimentari adeguate.

In natura le basi dell’alimentazione sono:

  • semi di piante selvatiche e coltivate (tarassaco, trifoglio, miglio selvatico, grano, orzo, avena, mais, girasole);
  • frutta e bacche (more, lamponi, sambuco, uva spina, mele, pere, fichi, ciliegie);
  • foglie, germogli e fiori presenti nei giardini e nei parchi pubblici (tarassaco e camomilla sono molto apprezzati);
  • insetti e larve, come integrazione dietetica occasionale di proteine;
  • fonti di minerali, che i parrocchetti integrano ingerendo piccole quantità di terreno o sabbia per ottenere minerali essenziali; a questo scopo sono utilizzate anche ossa di seppia o conchiglie di molluschi rinvenute nell’ambiente.

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In primavera ed estate, la disponibilità di frutta, fiori e germogli è maggiore, mentre durante autunno e inverno fonte alimentare dei parrocchetti sono essenzialmente semi e bacche.

I parrocchetti in libertà devono inoltre competere per il cibo con altre specie di uccelli e con altri animali, alcuni dei quali potrebbero anche rappresentare possibili predatori.

Presenza del parrocchetto in Italia

Secondo il progetto ParrotNet (Università di Kent, Regno Unito), in Europa si contano più di 200 popolazioni differenti di parrocchetti.

La loro diffusione è stata monitorata attraverso censimenti avifaunistici e studi ecologici, che hanno evidenziato una crescita esponenziale delle popolazioni.

Le aree urbane offrono un habitat ideale, con abbondanza di cibo proveniente dai giardini (pubblici e privati), e pochi predatori naturali.

La presenza dei parrocchetti in Italia è principalmente dovuta a fattori antropogenici.

Negli anni ‘70 e ‘80, infatti, l’importazione di questi uccelli esotici come animali da compagnia era molto comune.

Tuttavia, alcuni di questi esemplari sono riusciti a fuggire o sono stati deliberatamente rilasciati in natura.

Grazie alle loro capacità di adattamento e alle condizioni climatiche favorevoli, questi animali sono riusciti a stabilirsi e a proliferare.

Altro fattore rilevante è rappresentato dal cambiamento climatico: le temperature più miti e gli inverni meno rigidi hanno creato un ambiente più ospitale per questi uccelli tropicali, e le città italiane offrono risorse alimentari abbondanti e rifugi sicuri, facilitando ulteriormente la loro sopravvivenza.

I parrocchetti hanno colonizzato ad esempio Milano, Torino, Genova, Firenze e Roma, dove si stima la presenza di migliaia di esemplari.

Il parrocchetto dal collare è più diffuso nel Nord Italia, mentre il parrocchetto monaco è maggiormente presente nelle regioni centrali e meridionali.

Implicazioni ecologiche della presenza del parrocchetto in Italia

L’introduzione dei parrocchetti ha sollevato diverse preoccupazioni ecologiche.

Anche se i dati al momento disponibili per l’Italia non permettono di trarre conclusioni definitive, i parrocchetti sembrano competere con successo con le specie autoctone per i luoghi di nidificazione e per le risorse alimentari, così come è successo in altre parti d’Europa.

Ciò può portare a una diminuzione della biodiversità locale.

Inoltre, i parrocchetti sono animali voraci e possono arrivare a danneggiare le attività agricole locali.

Questi uccelli costituiscono anche un serbatoio naturale per il batterio Chlamydia psittaci, responsabile della psittacosi, malattia zoonosica.

Sul fronte della sicurezza soprattutto in aree urbane, il parrocchetto monaco costruisce nidi voluminosi che possono causare la rottura di rami degli alberi.

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Implicazioni sociali

Dal punto di vista sociale, i parrocchetti hanno suscitato sentimenti contrastanti tra la popolazione.

Da un lato, la loro presenza è vista come un arricchimento della fauna urbana e un tocco esotico e colorato ai parchi cittadini.

Dall’altro, i loro richiami rumorosi e la competizione con altre specie di uccelli possono essere percepiti come fastidiosi.

Inoltre, la gestione dei parrocchetti pone sfide significative.

La ricerca di soluzioni sostenibili per il controllo delle loro popolazioni è dunque essenziale per affrontare questo fenomeno in modo equilibrato.

È possibile, ad esempio, agire per contenere l’espansione dei gruppi e monitorarli anche con l’aiuto dei cittadini e imparare a gestire adeguatamente la loro invasività.

La normativa sul commercio degli animali esotici e regolamenti regionali più stringenti su possesso, trasporto e commercio di specie invasive dovrebbero poi contribuire a limitare nuove invasioni di flora e fauna alloctona.

È fondamentale continuare a monitorare la loro diffusione e a studiare le loro interazioni con l’ecosistema locale per sviluppare strategie di gestione efficaci.

Solo attraverso un approccio integrato e consapevole sarà possibile bilanciare la conservazione della biodiversità con la convivenza pacifica tra uomini e parrocchetti nelle nostre città.

Articolo a cura di Marta Conti, Medico DMV, GPCert EX-AP, Master II livello Gestione della Fauna Selvatica

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Intossicazione da metalli nel pappagallo https://www.animalidacompagnia.it/intossicazione-da-metalli-nel-pappagallo/ https://www.animalidacompagnia.it/intossicazione-da-metalli-nel-pappagallo/#respond Mon, 13 May 2024 15:23:48 +0000 https://www.animalidacompagnia.it/?p=55562 Le cause di intossicazione più frequenti nel pappagallo sono nascoste in diversi oggetti o parti della casa. Vediamo quali.

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Tra i vari pericoli domestici a cui si deve porre attenzione per la salute del pappagallo ci sono vari oggetti o arredi che contengono particelle di metalli pesanti, una volta ingerite, soprattutto se in modo continuo, possono causare intossicazione e vari disturbi, anche gravi.

Piombo e zinco i principali imputati di intossicazione nel pappagallo

Le intossicazioni più frequenti sono causate da microparticelle di piombo e zinco contenute in diversi oggetti o parti della casa: stucchi, vernici, piccoli oggetti come ad esempio bigiotteria, stagnola delle bottiglie di vino, linoleum, pesi per le tende, giocattoli (di fabbricazione non controllata o non espressamente indicati per animali, ma purtroppo anche in alcuni giochi per animali).

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Lo zinco in particolare è contenuto nelle gabbie nuove, in alcuni giochi (campanellini) per pappagalli, oppure in vernici utilizzate per colorare i giocattoli.

Come noto i pappagalli usa no molto il becco per esplorare, assaggiare, giocare e parti di essi possono essere ingeriti facilmente.

Pappagalli liberi in casa possono ingerire per curiosità o per gioco orecchini, piccoli oggetti, munizioni o parti di lenza da pesca lasciate incustodite (piombini).

Anche solo il passaggio con la lingua su sbarre zincate o campanellini durante il gioco o l’arrampicata delle sbarre crea un pericoloso contatto con lo zinco contenuto in essi.

Altri metalli pericolosi posso essere rame, cadmio, nichel, alluminio.

Attenzione al cibo?

Il piombo si trova disperso nell’ambiente a causa delle attività umane.

L’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha posto attenzione sulla presenza di metalli pesanti nel cibo a destinazione umana per scongiurarne l’accumulo nel corpo.

L’esposizione al piombo, ad esempio, è legata alle acque potenzialmente contaminate, tè, caffè, cereali, verdure, crostacei e molluschi.

La valutazione del rischio in Italia ha dimostrato che l’esposizione è decisamente limitata.

Il pericolo dunque per i pappagalli non può essere legato alla dieta?

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Per i nostri amici alati c’è un pericolo, ma legato alla modalità di somministrazione e arriva soprattutto dallo zinco.

Appendere uno spicchio di frutta direttamente tra le sbarre zincate della gabbia fa sì che l’acido contenuto nella frutta disciolga e leghi ioni zinco al succo e possa quindi essere ingerito.

Sintomi a cui prestare attenzione

I sintomi principali di una intossicazione da metalli pesanti sono: malessere, inappetenza, rigurgito e vomito, urinazione eccessiva, tremori, convulsioni, paresi degli arti posteriori.

In alcune specie, come amazone o cinerino, può essere rilevata presenza di sangue nelle urine (urine rosate- marroncine definite “chocolate milk” in caso di intossicazione da piombo).

Diagnosi e terapia

Molto importante è l’osservazione attenta dell’animale, del suo comportamento normale, dei giochi e dell’ambiente in cui vive.

La tempestività nel segnalare un’ingestione inappropriata rende tutto più semplice e meno traumatico per l’animale: se ancora contenuto nell’ingluvie, l’oggetto può infatti essere rimosso rapidamente.

Mediante radiografia i corpi estranei contenenti metalli pesanti possono essere facilmente individuati.

In casi di esposizioni croniche un esame del sangue specifico rivela il dosaggio di piombo o zinco in circolo, ma anche un controllo degli enzimi come lattato deidrogenasi, aspartato transaminasi, fosfochinasi, acido urico danno indizi su compromissioni di organi come fegato o rene.

Un dosaggio superiore ai 50 microgrammi/dl è diagnostico di intossicazione da zinco.

In casi intermedi si può solo emettere un sospetto diagnostico, che va correlato ad anamnesi, sintomi, sensibilità di specie (cacatua ed ecletti mostrano in genere livelli zinco sierico superiori ad altri pappagalli).

Terapia in caso di intossicazione da metalli nel pappagallo

La terapia deve essere mirata e tempestiva. In genere si somministrano per bocca o iniezione sostanze chelanti che legano i metalli e ne facilitano l’eliminazione.

Talvolta i corpi estranei contenenti metalli possono essere eliminati mediante lassativi o rimozione chirurgica.

Il pappagallo a seconda dei sintomi e della gravità può necessitare di un ricovero per assicurare una nutrizione forzata, fluidoterapia, terapie di supporto.

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Il pappagallo ecletto: alloggio e riproduzione https://www.animalidacompagnia.it/il-pappagallo-ecletto-alloggio-e-riproduzione/ https://www.animalidacompagnia.it/il-pappagallo-ecletto-alloggio-e-riproduzione/#respond Tue, 30 Apr 2024 15:05:22 +0000 https://www.animalidacompagnia.it/?p=55449 Il pappagallo ecletto ha necessità ambientali e sociali particolari, soprattutto in caso di sua riproduzione. Vediamo quali.

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Dopo aver parlato della gestione domestica e dell’alimentazione del pappagallo ecletto in un altro articolo, vediamo ora quali sono le sue necessità ambientali e le particolarità della sua riproduzione.

L’alloggio giusto

Il pappagallo ecletto è di indole molto socievole, ma necessita di molto tempo di interazione e soffre la solitudine, che manifesta facilmente con segni di stress come l’autodeplumazione.

Per questo molti appassionati proprietari di questa specie adottano in coppia o comunque più esemplari.

L’alloggio deve quindi tenere conto del numero e delle dimensioni dei pappagalli.

La volieretta minima per una coppia deve misurare 2 x 1 x 1 metri, ma solo per i momenti di riposo o in cui per sicurezza non possono restare liberi in una stanza o nella casa.

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Alcuni allevatori fanno vivere all’esterno tutto l’anno gli ecletti in un’ampia voliera con ripari, tettoie e un nido in cui rifugiarsi sia per la riproduzione, sia per un po’ di privacy.

In questi casi è però necessario che le temperature non scendano mai sotto i 15 °C.

Le voliere vanno corredate di giochi in legno, corda, ciotole per cibo e acqua fresca e possibilmente una bacinella di acqua per il bagno, che in alternativa può essere offerto in un altro luogo, anche tutto l’anno, con ovviamente i dovuti accorgimenti.

Gli esemplari femmina possono essere piuttosto territoriali e aggressive.

In particolare nella formazione della coppia va osservato e se necessario bloccato il comportamento indesiderato per salvaguardare il soggetto più debole.

Si consiglia in genere di accoppiare una femmina giovane con un maschio più vecchio (anche solo di un anno), oppure formare una coppia con due soggetti giovani che crescono insieme formando un buon legame.

Si sconsiglia invece far convivere due femmine assieme.

Riproduzione del pappagallo ecletto

La riproduzione in cattività del pappagallo ecletto è abbastanza semplice e i soggetti di 2-4 anni di età possono già essere fertili e pronti ad affrontare l’evento.

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Per avviare la riproduzione però è necessario assicurare un buono spazio di azione, quindi il mantenimento della coppia in una voliera di almeno 3,5 metri, provvista di cassette nido in cui inserire trucioli di legno.

È importante anche assicurare una buona aereazione (per evitare ristagni di umidità nel nido), ma proteggere da correnti d’aria.

In genere la femmina depone 2 uova che cova per 28 giorni.

Gli ecletti sono genitori molto premurosi e allevano con cura i loro piccoli.

Poiché in natura nidificano nelle cavità dei tronchi, sarebbe una buona idea ricreare in voliera un ambiente simile.

Inizialmente i piccoli sono imbeccati solo dalla madre, mentre il padre aiuterà dalle 11 settimane di età fino allo svezzamento attorno ai 3 mesi.

La riproduzione può avvenire tutto l’anno, ma i mesi migliori in genere sono quelli estivi (luglio e agosto).

La femmina di ecletto può arrivare a deporre quattro volte all’anno, ma può anche continuare a oltranza!

È quindi cruciale interrompere il ciclo ogni 4 covate per evitare che si affatichi troppo e rischi di compromettere il suo metabolismo, nonché esacerbare la sua aggressività restando perennemente nel nido.

Possibili patologie

Gli ecletti sono pappagalli dalla costituzione robusta, ma possono essere più sensibili a patologie fungine respiratorie, come ad esempio l’aspergillosi.

Se l’alimentazione non è ben bilanciata, anche le patologie epatiche possono essere un grave problema, come lipidosi ed emocromatosi.

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Il pappagallo ecletto: gestione e alimentazione domestica https://www.animalidacompagnia.it/il-pappagallo-ecletto-gestione-e-alimentazione-domestica/ https://www.animalidacompagnia.it/il-pappagallo-ecletto-gestione-e-alimentazione-domestica/#comments Mon, 08 Apr 2024 12:58:09 +0000 https://www.animalidacompagnia.it/?p=55277 Alcuni consigli su come allevare e alimentare in ambiente domestico il pappagallo ecletto, animale particolarmente intelligente e sensibile.

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Il pappagallo ecletto (Eclectus roratus) è un ottimo animale da compagnia, dai colori brillanti e dal carattere allegro e intelligente.

Attivo, vivace e fine osservatore reagisce con competenza agli stimoli.

Con pazienza e gli incentivi giusti apprende in fretta ad eseguire semplici richieste, giocando con il proprietario.

Sono piuttosto chiassosi e imparano a interagire anche attraverso le parole e a riproporre brevi melodie sentite in casa o dal proprietario.

Ma l’intelligenza e la sensibilità devo essere adeguatamente condivise dai compagni umani, come per ogni pappagallo e ogni animale da compagnia.

In cattività può raggiungere i 30 anni e, in alcuni casi, anche di più.

Particolare non indifferente, il piumaggio di maschio e femmina è completamente diverso, rendendo semplice la distinzione dei sessi.

Origine e caratteristiche del pappagallo ecletto

Gli ecletti vivono nelle foreste fluviali tropicali e subtropicali delle isole Solomon, Molucche, Nuova Guinea, Australia nordorientale, dove si districano agevolmente nella fitta vegetazione alla ricerca di frutti quali melograni, papaia, fiori, nettare, ma anche semi, noci e gemme delle piante.

Sembra che in natura non disdegnino anche qualche insetto, ma in cattività non è prudente fornire proteine animali.

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Il dimorfismo sessuale è netto:

  • il maschio è verde smeraldo, con becco arancio nella parte superiore, mentre nero nella inferiore;
  • la femmina presenta colorazione rosso-scarlatto e marroncino, addome e nuca blu; il becco è invece totalmente nero.

L’iride nei giovani è marrone-nera, mentre negli adulti gialla o arancio.

Esistono varie sottospecie di difficile distinzione; il peso, dunque, varia dai 250 ai 500 grammi.

Alimentazione dell’ecletto

La dieta ideale dell’ecletto comprende frutta e verdure fresche di stagione, frutti esotici (ad eccezione dell’avocado), erbe commestibili come il tarassaco, fiori eduli come malva, pratolina, viola, a cui aggiungere pellettati di buona qualità, semi vari per pappagalli di media taglia, riso e legumi, come lenticchie, piselli e ceci.

Nutrire un pappagallo come questo con sole miscele di semi non è mai una scelta corretta: obesità, problemi epatici e carenza di vitamina A riducono la sua aspettativa di vita.

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Gestione in casa

Come sempre la gabbia non deve essere il solo alloggio di un pappagallo, ma un rifugio ove sostare in alcuni momenti della giornata o della notte.

Deve comunque essere spaziosa, facilmente lavabile e accessibile.

Deve contenere posatoi adeguati alle zampe del pappagallo (meglio se in tronchi naturali non tossici), contenere ciotole per acqua potabile cambiata ogni giorno, cibo fresco e cibo secco.

Fondamentali i giochi atossici e sicuri con cui si può intrattenersi durante l’assenza del proprietario o della sua famiglia.

Il resto della giornata va mantenuto libero in una stanza dove possa fare attività con i membri della famiglia, con giochi e coccole, ma anche solo poter osservare e avere degli scambi con le persone, sentendosi parte di un gruppo.

Si mostrano molto chiassosi e curiosi con i membri della famiglia, ma risultano esser più diffidenti e schivi verso gli estranei.

Gli esemplari maschi in genere mostrano un carattere più dolce e docile.

Le femmine invece necessitano di maggiore esperienza.

In particolare durante il periodo riproduttivo possono diventare particolarmente aggressive soprattutto nei confronti del maschio, se convivono in coppia, e possessive verso qualche luogo appartato della stanza (dove vorrebbero creare un loro nido).

Legislazione

Eclectus roratus è in Appendice II CITES, per cui la compravendita del pappagallo ecletto deve essere accompagnata da un documento CITES che ne attesti la provenienza legale.

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Come fare rientrare in gabbia un pappagallo? https://www.animalidacompagnia.it/come-fare-rientrare-in-gabbia-un-pappagallo/ https://www.animalidacompagnia.it/come-fare-rientrare-in-gabbia-un-pappagallo/#respond Wed, 06 Mar 2024 16:14:48 +0000 https://www.animalidacompagnia.it/?p=54915 In alcuni casi può essere necessario fa rientrare il pappagallo nella sua gabbia. Come fare se lui non ne ha molta voglia? E come comportarsi per evitare che diventi fonte di stress?

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Per un pappagallo la gabbia o voliera non deve essere un luogo di reclusione, ma uno spazio dove trovare comfort e un po’ di privacy in sicurezza.

Dopo una sessione di giochi, esplorazione o condivisione in libertà nella casa potrebbe essere necessario far rientrare il pappagallo “nelle sue stanze”.

Ma non sempre il nostro amico è d’accordo, come fare?

Se il pappagallo è docile e abituato al contatto

Da solo con un richiamo

Per un pappagallo abituato al contatto e alla manipolazione il metodo migliore è sempre quello di farlo rientrare da solo nella gabbia, abituandolo a un richiamo od esercizio, facendogli trovare in gabbia il suo gioco o cibo preferito, lasciandolo poi tranquillo alle sue attività.

Un buon metodo è quello, dopo aver insegnato il “sali sulla mano”, di accompagnarlo all’apertura della gabbia, facendogli trovare un comodo trespolo su cui salire, chiudendo poi la porticina, premiando e lodandolo per la sua azione.

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La gabbia non deve essere interpretata come distacco totale: abituatelo a interagire con voi anche a gabbia chiusa, anche restando nella stessa stanza senza contatto diretto con le vostre dita.

Non “viziatelo”: se decidete che l’orario del riposo notturno è a una certa ora non tergiversate, altrimenti il pappagallo capisce che può sempre “contrattare” o semplicemente si sente confuso sulla variabilità di comportamenti.

I pappagalli sono esseri molto sensibili, necessitano di routine e di un rapporto chiaro e fiducioso con il proprietario.

È fondamentale quindi pianificare il loro tempo in modo costante e duraturo, senza concedere abitudini che poi non si possono mantenere.

Il pappagallo e il gioco di entrare nella gabbia

Altro metodo utilizzato da molti è quello di abituarlo a seguire un target (anche una semplice bacchetta in legno), in tal modo il rientro diventa uno dei giochi od esercizi da fare nella giornata.

Importante come sempre ripetere spesso l’esercizio e premiare, lodare, stare ancora qualche minuto con lui prima di allontanarsi.

La gabbia deve quindi essere adeguata e “produttiva”.

In quello spazio, non angusto e triste, ma ampio quanto possibile e ricco di stimoli, deve trovare giochi e spazio per muoversi, cibo, acqua, anche cibo come gioco (foraging), trespoli comodi per fare piccoli esercizi o riposarsi.

È sconsigliato farlo rientrare in gabbia con un tranello: una volta o due ci cascherà, poi capirà il trucco e sarà necessario escogitare un nuovo stratagemma, e così all’infinito.

Così la relazione ne risentirà, venendo a mancare la basilare fiducia.

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Il rientro in gabbia di un pappagallo selvatico o non abituato al contatto

Diverso è il discorso in caso di un animale per nulla confidente (appena acquistato o di indole selvatica per mancata socializzazione), che si spaventa al contatto con l’uomo e non si avvicina a comando.

In questo caso purtroppo bisogna ricorrere a qualche stratagemma, necessario per il bene del pappagallo per ridurre lo stress e minimizzare il disagio della cattura.

Al buio gli uccelli diurni hanno una visuale ridotta, quindi abbassare le luci nella stanza rende più agevole la cattura con un retino o con un asciugamano.

La presa deve essere salda e veloce: meglio non far svolazzare all’impazzata il pappagallo con il rischio di procurargli qualche lesione o frattura, scontrandosi con gli ostacoli.

Ovviamente non si deve gridare e vanno tenuti fuori dalla stanza bambini piccoli o altri animali domestici (cani, gatti, furetti), per cercare di mantenere la calma e non perdere mai di vista il fuggitivo.

Tirare sempre le tende alle finestre, in modo da attutire un urto contro i vetri.

Utilizzare uno strofinaccio morbido da stendere sull’animale e da utilizzare per immobilizzarlo prima di riporlo in gabbia o in un trasportino.

Cercare nella presa di contenere il corpo, bloccando le ali, ma lasciando libero l’addome (per consentire la respirazione) e le narici.

La testa deve essere bloccata con una presa da dietro, tale per cui sia ostacolato il movimento senza rischi di dolorose beccate.

Una volta rimesso in gabbia riaccendere gradualmente le luci, per consentire al pappagallo di riconoscere i trespoli su cui appollaiarsi e riprendersi dalla cattura.

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Quale gioco è meglio per un pappagallo? https://www.animalidacompagnia.it/quale-gioco-e-meglio-per-un-pappagallo/ https://www.animalidacompagnia.it/quale-gioco-e-meglio-per-un-pappagallo/#comments Sat, 24 Feb 2024 11:15:37 +0000 https://www.animalidacompagnia.it/?p=54822 Per il pappagallo il gioco è importante per accrescere le sue capacità mentali, favorire calma e concentrazione, ma anche per imparare alcune regole di convivenza sociale. Vediamo quali sono i giochi più adatti per questo pet dalla spiccata intelligenza.

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Il gioco per il pappagallo è divertimento, antistress, apprendimento, ma anche un modo per rafforzare il legame con il proprietario e i componenti della sua nuova famiglia.

È importante passare del tempo di qualità con il proprio pet, non solo scambiando vocalizzi, parole, coccole o cibo, ma anche facendo crescere le capacità mentali, condividendo emozioni, favorendo calma e concentrazione.

Giochi da distruggere o giochi da costruire?

Nelle regole di base abbiamo parlato dei giochi da lasciare a disposizione del pappagallo come anti-noia.

In genere questi giochi sono fatti per impegnare il pappagallo quando si trova solo e rischia di annoiarsi e quindi stressarsi.

Ottimi giochi sono quelli dove deve esplorare con il becco e quindi smontare per studiare forme e consistenze diverse o anche gusti contrastanti.

Infatti, non solo i giochi in legno, corda o carta possono essere utilizzati per questo scopo, ma anche il cibo non tagliato e preparato magari infilato in collane o spiedini e lasciato a disposizione del pappagallo.

Anche giochi di ricerca o foraging possono essere utili per impegnare per minuti od ore il pappagallo: palline di midollino o rami intrecciati (adeguati per dimensioni alle possibilità del pappagallo), al cui interno nascondere un pezzo di spiga di panico o frutta secca, oppure ciotoline ripiene di striscioline di carta o paglia in cui nascondere i semi.

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Possono essere utilizzati anche semplici giochini costruiti con la carta (interno dei rotoli di carta igienica, sacchetti del pane, cartocci di carta), a cui applicare piccoli fori per permettere una visione parziale del contenuto, o tutto quello che la fantasia e l’esperienza suggeriscono (pigne, rametti di alberi non tossici da scortecciare, mazzetti di erbe commestibili appese a rastrelliere, ecc.).

Attraverso la ricerca e la preparazione del cibo (sbucciare, pelare, rompere gusci) il pappagallo mima il comportamento naturale, si intrattiene, elabora strategie, si nutre con quel pizzico di difficoltà che gli permette una nutrizione costante, ma non eccessiva.

Il foraging può però essere svolto anche in presenza del proprietario e con lui condividere la ricerca e il piacere nel ritrovare una golosità oppure trovare un aiuto in caso di difficoltà.

Problem solving

Man mano che il pappagallo acquisisce abilità e autostima si possono aumentare le difficoltà: sia dal punto di vista “fisico” (ad esempio noci intere invece di proporle già in parte aperte, palline di midollino più grandi), ma anche “mentale” (foraging toys più complicati con leve o sportellini da aprire, premietti da cercare in giro per la stanza).

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Fondamentale in questi giochi è la presenza e la collaborazione con il proprietario.

Il gioco deve essere un piacevole momento, una sfida da superare insieme, il pappagallo non deve cadere in frustrazione perché non riesce a raggiungere il premio (e quindi disinteressarsi al gioco), ma neanche essere troppo facilitato.

In questo tipo di gioco si mette alla prova anche la capacità e la conoscenza del proprio animale da parte del proprietario.

Il gioco per il pappagallo è addestramento o educazione?

Un animale che impara alcune regole di convivenza sociale (sempre nel rispetto della sua indole e della sua etologia) avrà maggiori risorse nella vita in condivisione con una specie tanto distante quale l’uomo.

L’addestramento a compiere alcuni esercizi come salire sulla mano, rispondere alla chiamata, il volo controllato, seguire la mano o un target, restare comodamente a “pancia in su” oppure manipolare forme differenti utilizzando con abilità giochi destinati a bambini (infilare anelli su supporti, riconoscere forme e colori), che riempiono il web, non vanno visti come “spettacolo circensi” o meraviglie di animali plusdotati.

I pappagalli sono animali molto intelligenti, sensibili, di carattere, ma devono essere messi a loro agio e aiutati, con costanza e pazienza.

Alcune abilità sono importanti per la vita in casa, tanto quanto in altre situazioni, ad esempio una visita veterinaria.

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Insegnare al proprio amico a salire con fiducia sulla mano o sul braccio (non sulla spalla) a comando, senza rincorrerlo nella gabbia o nella stanza, insegnargli a lasciarsi toccare (delicatamente, dapprima solo sfiorare) alcune parte del corpo, a prendere con becco oggetti senza stringere (tenendo pronto un bel premietto), a seguire una bacchetta (target) per posizionarsi su un trespolo o rientrare senza ansia in gabbia sono ottime competenze che rendono la convivenza decisamente più semplice.

Non è sufficiente adottare un pappagallo allevato a mano per aspettarsi un animale da compagnia.

Un pappagallo non è un animale domestico come il cane, resta un animale sensibile, istintivo, un animale “preda”.

Se si offre la possibilità di imparare a relazionarsi senza beccare, senza comportamenti aggressivi o nervosi, apprendere qualche esercizio che serve anche ad affrontare situazioni diverse, accrescere l’autostima, allora possiamo considerarlo un vero pet dove la relazione e l’interazione è completa e corretta.

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La vita con un pappagallo: come evitare possibili problemi https://www.animalidacompagnia.it/la-vita-con-un-pappagallo-come-evitare-possibili-problemi/ https://www.animalidacompagnia.it/la-vita-con-un-pappagallo-come-evitare-possibili-problemi/#respond Sat, 10 Feb 2024 15:51:04 +0000 https://www.animalidacompagnia.it/?p=54738 Affinché un pappagallo si adatti senza problemi alla vita domestica è necessario rispettare le sue necessità di specie e comprendere come conquistare la sua fiducia.

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Il pappagallo è un animale da compagnia particolare che può dare al proprietario tantissime soddisfazioni o seri problemi: empatico, allegro, affettuoso, ma anche selvatico e diffidente, come tutte le prede che temono per la loro vita.

Una preda che cerca una compagnia sicura

I pappagalli in Natura in genere nascono in nidi ricavati all’interno di cavità profonde e buie, che proteggono dai predatori, accuditi solo dai genitori.

Per i primi giorni di vita i pulli condividono lo spazio ristretto solo con i fratelli o la mamma in un mondo caldo, ovattato, senza molti stimoli se non tattili e sonori durante l’imbeccata.

Un mondo sicuro per il pappagallo i cui imparare l’ABC della vita, con calma e tranquillità, sempre protetto da mamma e papà.

Impiumati e in grado di compiere brevi voli i piccoli pappagalli escono e rientrano dallo spazio ormai troppo ristretto del nido per conoscere il mondo circostante fatto di luce, colori, suoni, condizioni atmosferiche, altri pappagalli, altri animali.

Acquisiscono altre competenze ed esperienze, praticamente vanno a scuola!

In questa fase la socialità viene sviluppata nei confronti di altri giovani pappagalli, subadulti, adulti oltre al loro nucleo originario.

Questi in varia misura insegnano loro nuovi comportamenti, linguaggi, competenze per vivere e a loro volta creare una nuova famiglia.

Tanti maestri da cui imparare, legarsi, scambiare coccole o beccate, ma i veri maestri fidati restano per ancora alcuni mesi i genitori.

Il proprietario in genere si inserisce proprio in questa fase della vita.

Per il benessere fisico e psichico del pappagallo deve quindi configurarsi come il nuovo maestro a cui affidarsi ciecamente, imparare a vivere nel suo mondo, conoscere, sentirsi protetto, ma anche libero di sperimentare.

Una compagnia sicura e fidata con cui giocare, scambiarsi coccole, condividere il pasto, condividere la giornata.

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Lo spazio personale e la “bolla della sicurezza”

I pappagalli per natura tendono a difendere il loro spazio personale.

Per loro è una questione di sopravvivenza: se un pappagallo si fida del suo proprietario e della sua famiglia è disposto a condividere la sua “confort zone, in caso contrario lo dimostrerà con il linguaggio dei pappagalli.

Se non verrà capito e rispettato nei suoi tempi e nei suoi modi adatterà quindi il suo comportamento alla risposta che si mostrerà più efficace: urla o beccate.

Il contatto fisico e vocale

Le zone off limits

Conquistata con calma e pazienza la sua fiducia, il pappagallo si avvicinerà cercando il contatto fisico, stando il più possibile vicino al corpo del suo amico umano, scambiando con lui leggere beccatine o mostrando di gradire le sue carezze, soprattutto in zone sensibili come la nuca o il petto.

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Attenzione però a non cercare di stimolare o toccare insistentemente il becco (ranfoteca superiore) e la zona genitale per non comunicare scorrettamente le vostre intenzioni di coccola.

Per il pappagallo queste sono zone molto sensibili, utilizzate dal compagno durante l’accoppiamento, e si potrebbero quindi instaura o esacerbare comportamenti riproduttivi sgraditi o non salutari anche per il pappagallo.

Ehi, dove sei?

È anche sconsigliato cercare di toccare o aprire le ali (fondamentali per la fuga, quindi la sicurezza), se non avete ancora ottenuto un ottimo rapporto di fiducia.

Il pappagallo vi considera “uno di famiglia”, si preoccupa se non vi vede o non sente la vostra risposta mentre siete in casa.

Per accertarsi che voi stiate bene vi chiamerà con fischi, parole, vocalizzi, ecc., oppure con un richiamo dedicato solo a voi.

Una “chiamata di contatto” talvolta un po’ troppo frequente, ma che serve a tranquillizzare il vostro amico.

Potrebbe infatti entrare in uno stato di ansia e chiamarvi insistentemente fino a che non riesce ad individuarvi.

Molto spesso i vocalizzi di contatto avvengono al mattino, quando lo stormo si sveglia e inizia le sue attività.

È importante metterlo in conto, quanto si decide di adottare uno di questi splendidi, ma rumorosi uccelli.

Il sonno ristoratore

Le prede durante il sonno sono più vulnerabili ai predatori.

Alcune specie animali si organizzano in gruppi con sentinelle che allertano se scorgono un pericolo.

Altri hanno sonni molto leggeri (pare che dormano a occhi aperti!).

Anche i pappagalli necessitano di quiete, tranquillità, buio e sicurezza durante il sonno.

Se il vostro pappagallo, in buone condizioni di salute, si appisola con regolarità tranquillamente vicino a voi significa anche in questo caso che si fida di voi e non vi considera potenziali predatori.

La condivisione del pasto

Vivere in uno stormo di pappagalli significa condividere il pasto. E anche per noi umani è il top della condivisione, della convivialità e ci fa stare bene con gli altri.

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I pappagalli adorano mangiare assieme ai proprietari e stare a tavola con loro.

Oltre a essere un ottimo momento per stare insieme e fare un’attività piacevole, può essere un buon stratagemma per convincere i più refrattari a nutrirsi di frutta e verdura.

Non bisogna però condividere o incoraggiare il pappagallo a mangiare o assaggiare cibi per loro non salutari (patatine, grana, prosciutto, pasta condita, creme, ecc.).

Molto meglio mettere in ciotoline apposite erbe, frutta, verdure, estrusi dedicati a loro, e come strappo alla regola qualche pezzetto di grissino (meglio all’acqua), biscotti secchi o pasta scondita e possibilmente non (o poco) salata, ecc..

Nascondendo le prelibatezze in ciotole con erbe commestibili o striscioline di carta, la colazione o il pasto diventano contemporaneamente momento di gioco.

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Legame uomo-pappagallo: come creare una durevole amicizia https://www.animalidacompagnia.it/legame-uomo-pappagallo-come-creare-una-durevole-amicizia/ https://www.animalidacompagnia.it/legame-uomo-pappagallo-come-creare-una-durevole-amicizia/#comments Wed, 17 Jan 2024 11:15:42 +0000 https://www.animalidacompagnia.it/?p=54600 Il pappagallo è un animale intelligente, sensibile ed emotivo che riesce a instaurare un forte legame con l'uomo, a patto che venga compreso e rispettato nei suoi comportamenti istintivi.

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Diverse specie di pappagallo sono molto apprezzate per la loro allegria, vivacità, intelligenza e anche per la sensibilità e la possibilità di creare con l’uomo un rapporto di amicizia e convivenza molto lungo.

Possono dunque essere rapportati ai comuni animali da compagnia per il legame che riescono a instaurare con il proprietario o la famiglia.

Animali selvatici ed istintivi

I pappagalli non possono annoverare un millenario rapporto di convivenza con l’uomo.

Non hanno quindi subìto il processo di domesticazione tipico di molte altre specie (cane, gatto, pecore, cavalli, cammelli, bovini) e seppur confidenti mantengono il retaggio di comportamenti tipici dei pappagalli che vivono in natura.

Questi antichi lasciti, fondamentali per la vita di relazione sociale con i consimili e per la sopravvivenza, spingono i pappagalli che vivono tra le quattro mura domestiche ad esprimere comportamenti istintivi troppo spesso fraintesi dai proprietari.

Intelligenza ed empatia

È comunemente riportato che alcune specie di psittacidi possiedono un’intelligenza e un modo di rapportarsi all’uomo simile a un bambino in età prescolare.

I pappagalli sono animali sensibili, emotivi e in grado di capire e in parte immedesimarsi nelle emozioni umane.

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Empatia, ricerca di contatto, divertimento nel gioco, desiderio di comunicare non solo con il linguaggio del corpo, ma anche con vocalizzi o “parole” appropriate possono però far dimenticare quanto sia magnifico, ma anche molto delicato e complicato gestire, nella caotica e stressante vita moderna, uno di questi animali.

Un pappagallo non è un cane con le ali

Sembra un’ovvietà, ma un pappagallo non è un cane o un gatto, il comportamento e l’approccio deve essere totalmente diverso nei suoi confronti per non creare spiacevoli malintesi.

Un animale domestico ma sociale come il cane riconosce l’uomo come suo compagno, punto di riferimento, e la famiglia diventa il suo branco, in cui esistono regole, comportamenti positivi, relazioni di parità o di gerarchia, collaborazione e protezione.

Un pappagallo mantiene inconsci i comportamenti legati alla vita nel suo stormo, dalla comunicazione e relazione con i suoi pari dipende la sua sopravvivenza.

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In particolare, un pappagallo è un animale-preda e l’uomo potenzialmente è un pericoloso predatore.

Quindi, ad esempio, la vicinanza e il contatto fisico possono essere fonte di stress e paura per un animale non ancora del tutto fiducioso e confidente.

Se il cane lega e mostra interesse (anche se in modi differenti) con tutti i componenti della famiglia, un pappagallo vive in uno stormo dove la priorità è la ricerca del cibo, la riproduzione e la cura della prole, la difesa dai pericoli.

Il contatto fisico spesso è espresso mediante il grooming (la pulizia di penne e piume) dapprima da parte dei genitori o fratelli, poi dal compagno/a.

La vita di coppia è essenziale per un pappagallo e condiziona anche i suoi comportamenti e il suo modo di legare e interagire con l’uomo, quindi manifestando in modo molto differente il suo “affetto” rispetto ai carnivori domestici.

Uomo-pappagallo: un rapporto duraturo conquistato a piccoli passi

Se la relazione tra proprietario e animale è equilibrata e rispettosa, si creerà un legame molto forte e duraturo che nel tempo si rafforzerà e darà a entrambe le parti tantissime soddisfazioni.

Come già ricordato il pappagallo pensa e agisce come una preda, i primi approcci devono quindi essere molto cauti, delicati e non invadenti.

Bisogna quindi fare attenzione a rumori forti e improvvisi, mentre il contatto fisico deve essere calibrato in base alla risposta dell’animale.

L’osservazione e il rispetto della sua privacy o della sua iniziale diffidenza sono le regole basilari dell’inizio del rapporto.

pappagallo-su-spalla-uomo

Bisogna dunque prontamente cogliere i primi segni di disagio agendo conseguentemente (ad esempio, allontanandosi lentamente e con calma, terminando l’accarezzamento o il contatto fisico).

Man mano che il pappagallo acquisisce fiducia e confidenza l’interazione aumenta.

Si consiglia di incoraggiate le esplorazioni dell’ambiente, la conoscenza dei componenti della famiglia, degli amici, le esperienze di gioco o di piccole (ma ben pianificate) avventure fuori casa.

Il proprietario deve quindi diventare il “maestro” e il punto di riferimento, così pure i vari componenti della famiglia assumeranno il ruolo di “elementi fidati dello stormo”.

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Il parrocchetto monaco, un pappagallo di città https://www.animalidacompagnia.it/il-parrocchetto-monaco-un-pappagallo-di-citta/ https://www.animalidacompagnia.it/il-parrocchetto-monaco-un-pappagallo-di-citta/#comments Thu, 09 Nov 2023 11:12:11 +0000 https://www.animalidacompagnia.it/?p=54305 Originario del Sudamerica, il parrocchetto monaco è un pappagallo che si è ambientato molto bene nel nostro Paese, dove forma numerose colonie in tantissime grandi città.

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Il parrocchetto monaco (Myopsitta monachus) è un piccolo pappagallo della famiglia degli psittacidi.

Originario di Bolivia, Brasile e Argentina si è ambientato molto bene nel nostro Paese, tanto che è ormai presente in colonie stabili ormai rinselvatichite in tantissime grandi città.

Sono pappagalli abbastanza longevi, che possono sopravvivere anche 25 anni.

Sono apprezzati come pet e sanno interagire in modo molto vivace e affettuoso con i proprietari, che però devono dedicare loro molte attenzioni e tempo.

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Come mai il pappagallo parrocchetto si è adattato così bene nelle nostre città?

Liberazioni casuali o volontarie di questi pappagalli hanno innescato l’inizio della loro colonizzazione dei parchi cittadini.

Questi volatili, seppur provenienti in origine da Paesi tropicali, possono sopravvivere anche a temperature basse (-5 °C), soprattutto se riescono a trovati idonei ripari da intemperie e correnti fredde.

I parrocchetti monaci sono animali gregari e in natura come nelle città si uniscono in gruppi numerosi formati da numerose coppie e giovani soggetti.

Vanno a occupare nicchie in castelli o caseggiati, alberi cavi, luoghi dove in genere nidificavano uccelli selvatici autoctoni come picchi, storni, upupe, assioli, ecc.

nido-pappagallo-parrocchetto

I parrocchetti monaci costruiscono grandi nidi in cui si riuniscono più coppie.

Questi “condomini” possono arrivare a un diametro di un metro e pesare anche 150 kg, e ragionevolmente possono spiegare la sopravvivenza a inverni rigidi.

La vicinanza e la minor dispersione di calore, la collaborazione tra membri della colonia, il cambiamento climatico, la facile disponibilità di cibo nelle città e nelle campagne favoriscono la sopravvivenza e riproduzione di questi pappagalli, vivaci, allegri, colorati, ma anche molto voraci, quindi pericolosi per alcune aree dedicate alla frutticoltura o viticoltura.

Alimentazione del pappagallo parrocchetto monaco

I parrocchetti monaci in natura si nutrono di frutti e germogli.

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Mangiano però anche semi e cereali in genere.

In città e nei luoghi limitrofi questi pappagalli possono reperire facilmente frutta, bacche, foglie tenere e germogli.

Ma anche granaglie magari lasciate a disposizione per altri uccelli, semi di erbe selvatiche e avanzi alimentari.

In alcune regioni italiane i parrocchetti hanno preso d’assalto i frutteti (ciliegie, susine, albicocche, mandorle), ma anche uva, olive, piselli e fave.

Vita sociale del parrocchetto monaco

Uccelli estremamente vivaci, rumorosi, gregari, soffrono di depressione e possono anche infliggersi gravi mutilazioni, se allevati singolarmente o se sono loro concesse poche ore di interazione.

In natura o in colonia le interazioni tra i vari componenti dello stormo sono continue, chiassose, ma sempre funzionali.

È facile osservare il volo in piccoli gruppi sui cieli delle nostre città durante i brevi spostamenti alla ricerca di cibo, intervallati da richiami caratteristici tra i componenti del gruppo e similmente la sera richiami di adunata verso i dormitori.

Ogni coppia non utilizza nidi preesistenti, ma costruisce il proprio nido all’interno del nido comunitario, proteggendolo da eventuali predatori con rametti spinosi e confidando nella forza del gruppo.

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