Cane lasciato libero? Perché è meglio tenerlo al guinzaglio

Alcuni influencer legati al mondo canino suggeriscono di lasciare il cane libero dal guinzaglio in ogni luogo. Questo, oltre ad andare contro le regole stabilite, può risultare pericoloso per gli altri e per lo stesso animale.

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A cura di: Paolo Bosatra

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Ultimamente si sta diffondendo, soprattutto sui social, la pericolosa tendenza di liberare il cane dal guinzaglio e lasciarlo libero in qualsiasi luogo.

Influencers” legati al mondo canino e anche alcuni rinomati istruttori cinofili invitano spesso e neanche troppo velatamente i propri followers a liberare i cani al fine di soddisfare appieno le loro specifiche esigenze e di andare così a evitare loro frustrazione e noia.

Per quanto possa essere condivisibile l’intento, si tratta di una presa di posizione incosciente e pericolosa.

Il cane lasciato libero può fare danni

La legge in materia parla chiaro: i cani devono sempre essere condotti al guinzaglio.

Possono essere lasciati liberi soltanto nei posti in cui è consentito farlo, ovvero le aree cani.

In campagna, così come in montagna, non sono previste deroghe: liberare il cane è vietato proprio come in ambito urbano.

Giusto oppure sbagliato, queste sono le regole.

Per strada e nei luoghi aperti al pubblico i cani devono essere tenuti al guinzaglio e, se lasciati liberi, devono obbligatoriamente avere la museruola, pena sanzione (Regolamento di Polizia Veterinaria).

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Se poi un cane è lasciato libero e senza museruola e causa qualche danno, il proprietario o il detentore ne è responsabile e deve provvedere al suo risarcimento.

La responsabilità può diventare inoltre di tipo penale (art. 590 del Codice penale), sei il cane provoca lesioni personali (ad esempio un morso a un bambino o la caduta di un anziano).

La mission di educatori ed istruttori cinofili

In un contesto come questo si sta forse perdendo di vista quella che è la “mission” di educatori, istruttori e formatori cinofili ovvero di essere promotori di benessere animale, ma anche mediatori tra le varie parti in causa.

Non soltanto mediatori della relazione “a sei zampe” tra uomo e cane, ma anche per la creazione di un dialogo con le Istituzioni.

Invitare a liberare i cani, per quanto con tutte le precauzioni del caso, equivale ad esortare a non rispettare leggi e regolamenti in materia, con tutte le conseguenze del caso.

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È il caso di ricordarlo, si va dalla semplice multa alla denuncia con capi di imputazione che possono essere quelli di omessa custodia, danneggiamento, lesioni gravi o gravissime o peggio ancora.

A questo vanno poi aggiunti i potenziali danni “collaterali” che i cani liberi e fuori controllo possono recare alla fauna selvatica.

Qualcuno potrebbe obiettare che i cacciatori invece i cani li liberano, ma non bisogna dimenticare che, se in regola con le varie licenze e nelle zone autorizzate, a loro è consentito farlo, anche a scopo di addestramento, e lo stesso vale per le unità cinofile da soccorso.

Il dialogo con le Istituzioni

Senza mettere in dubbio la preparazione e l’esperienza di chi, in qualità di esponente di spicco in questo settore, prende queste posizioni, vi invitiamo a una riflessione.

Avete mai sentito un pilota di Formula Uno, magari tra i più acclamati, invitare pubblicamente i propri fans ad andare a duecento all’ora in autostrada?

Certo, le situazioni sono differenti e non si può paragonare un’automobile a un essere senziente come il cane, però non è certo esortando a trasgredire che si crea un mondo migliore per i nostri amici a quattro zampe, ma con il dialogo.

Pertanto, un invito a tutti gli attori di questo nuovo trend, e in generale a tutti i promotori di benessere animale, a unirsi per fare valere le proprie ragioni e proposte presso le istituzioni.

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