Molto decorative e spesso presenti nei giardini e nelle case, le bacche di alcune piante possono essere in alcuni casi velenose per gli animali domestici.
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Bacche come decorazione? Attenzione se in casa c’è un pet!
Sì perché, anche se le bacche generalmente rappresentano un pericolo limitato per gli animali domestici, alcune possono causare in loro dei seri problemi.
Secondo i dati raccolti dal Centre antipoison animal et environnemental de l’Ouest (Capae-Ouest), centro antiveleni situato nel campus delle Facoltà di Veterinaria Oniris (Nantes), le piante pericolose per i pet non sono molte.
Nel periodo 2005-2020 i ricercatori hanno evidenziato che nei casi di ingestione di bacche da parte dei pet erano circa cinquanta le specie vegetali diverse coinvolte.
Tra queste però solo una decina erano la causa di più dei due terzi degli avvelenamenti.
Le piante con bacche velenose per gli animali domestici
Il lauroceraso (Prunus laurocerasus) è la specie più frequentemente incriminata e motivo di quasi il 20% delle chiamate.
Seguono la ciliegia di Gerusalemme (Solanum pseudocapsicum), il corbezzolo (Arbutus unedo), il vischio (Viscum album) e il tasso comune (Taxus baccata).
Le altre cinque specie più comuni sono il gigaro scuro (Arum maculatum), l’agrifoglio (Ilex aquifolium), il conognastro orizzontale (Cotoneaster horizontalis), l’eleagno (Elaeagnus spp.) e l’agazzino (Pyracantha coccinea).
Queste piante hanno tutte la caratteristica comune di essere particolarmente presenti nei giardini, oppure utilizzate nelle decorazioni di interni e per le feste di fine anno.
Tuttavia, alcune specie come il tasso e il lauroceraso sono più pericolose di altre.
La tossicità della bacca è dentro al seme
Per contrastare l’impossibilità di sottrarsi ai predatori, queste piante dispongono di un ampio arsenale di molecole tossiche che sono presenti nelle bacche.
In molti casi, queste tossine sono concentrate principalmente nel seme e non nell’intera bacca o nella parte carnosa del frutto.
Quindi, è il seme a rappresentare il pericolo.
Ad esempio, nel caso del tasso comune l’arillo del frutto, cioè la parte esterna al seme, è privo di tossicità a differenza del seme che custodisce.
Quando il seme è racchiuso in un nocciolo (il frutto è allora chiamato drupa), per rendere possibile l’avvelenamento è necessario che il nocciolo sia schiacciato durante l’ingestione.
In tal modo il seme è reso accessibile: questo è il caso dei frutti del lauroceraso.
Tra i vari composti vegetali tossici esistenti da citare, in particolare vi sono l’ossalato di calcio, i glicosidi cianogenetici, i glicosidi cardioattivi, le lectine, gli alcaloidi oppure la ginkgotossina da ginkgo biloba.
I loro effetti provocano una sintomatologia clinica varia.
Da segnalare, infine, che le bacche verdi, più ricche di principi tossici, sono in genere molto più pericolose delle bacche giunte a maturazione.
Quali animali possono avvelenarsi con bacche tossiche?
Le specie animali esposte sono molto diverse (anatra muta, capriolo e persino il panda rosso), anche se il cane è sovra-rappresentato (oggetto di quasi il 90% delle chiamate mediche).
Oltre a cani, anche i gatti (nel 5% dei casi), i conigli e le galline (1,6% ciascuno) sono spesso coinvolti nell’ingestione di bacche.
Più aneddotica sembra invece l’esposizione di animali da produzione, di equini e di animali selvatici.
La predominanza del cane è da attribuire al suo carattere giocoso e alla tendenza ad esplorare l’ambiente a bocca aperta.
Il gatto invece è più sospettoso.
L’ingestione avviene generalmente nell’ambiente domestico (giardino, prato, casa) e in particolare durante le passeggiate, se si tratta di cani.
In casa bisogna avere l’accortezza di evitare specie vegetali tossiche per decorare casa, con ad esempio la ciliegia di Gerusalemme, oppure appendendo il vischio per la tradizione di Capodanno.
Tuttavia, alcuni animali possono essere esposti anche direttamente al pericolo di intossicazione a opera dell’uomo.
Questo può avvenire, ad esempio, per bacche velenose nascoste di proposito in bocconi di carne (origine dolosa) oppure quando un bambino dà bacche all’animale in un contesto di gioco innocente.
Quante bacche tossiche ingerite provocano avvelenamento nell’animale?
La dose tossica è ben conosciuta in Medicina umana, poiché l’ingestione di bacche è un fenomeno frequente nei bambini, mentre è raro che in letteratura siano riportati valori per gli animali domestici.
In ogni caso, l’analisi dei dati di Capae-Ouest mostra che, per tutti i tipi di bacca che abbiano almeno una lieve tossicità, è sufficiente l’ingestione di un solo frutto per indurre la comparsa di una sintomatologia clinica.
Esistono però grandi variazioni individuali.
Quali sintomi provoca l’intossicazione da bacche velenose?
Nella maggior parte dei casi segnalati a Capae-Ouest, l’ingestione di frutti non è grave e provoca principalmente lievi disturbi digestivi, in particolare vomito.
Per alcune specie vegetali sono descritte anche alterazioni neurologiche, cardiorespiratorie o disturbi della gravidanza.
Va comunque tenuto presente che le quantità ingerite sono solo raramente note ai proprietari.
A volte è poi difficile sapere se siano state ingerite solo le bacche o anche altre parti della pianta, come le foglie o gli steli.
In caso di sospetto di ingestione di bacche tossiche da parte dei propri animali domestici occorre quindi subito consultare il Medico veterinario di fiducia.