Grazie all’inconfondibile cappello (ad ombrello aperto) color rosso vermiglio cosparso di verruche bianche o gialle, l’Amanita muscaria è ben conosciuta da tutti. Soprannominata anche “ovolo malefico”, “fungo dei pazzi” oppure “ovolaccio”, l’Amanita muscaria è tossica sia per l’uomo sia per il cane e gli altri nostri pets.
L’Amanita muscaria è nota per essere responsabile della sindrome psicotropa causata, probabilmente, dall’acido ibotenico, dal muscimolo e dalla bufotenina. La sintomatologia, simile a quella provocata dall’L.S.D., produce nell’uomo delirio, movimenti spasmodici, iperattività, ed allucinazioni acustiche e visive.
L’exitus (sinonimo di morte), raro alle dosi allucinogene, può avvenire in seguito all’ingestione di oltre 10 funghi (Istituto Superiore della Sanità).
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Ingestione di Amanita muscaria, quali sono i sintomi nel cane?
Nel cane o comunque in generale nei nostri pets, tra i sintomi riscontriamo: ipersalivazione, nausea, vomito diarrea, coliche e sintomi a carico del sistema nervoso centrale come sonnolenza seguita da eccitazione, andamento da “ubriaco”, attacchi epilettici e coma.
La dose tossica di muscimolo nell’essere umano corrisponde a 6 mg, mentre quella di acido ibotenico a 30-60 mg.
Le leggende sulla Regina dei boschi
E’ ormai certo che popolazioni scandinave, artiche e della Siberia Occidentale abbiano fatto uso dell’”ovolo malefico” sia in ambito religioso che per migliorare le prestazioni psicofisiche: sembra infatti che i guerrieri vichinghi consumassero l’Amanita muscaria prima delle battaglie per ottenere uno stato di “frenesia” indotto dalle sostanze psicotrope contenute in esso.
Molti dei simboli natalizi come i doni, le renne volanti e lo stesso Babbo Natale derivano in realtà da tradizioni sciamaniche dei popoli tribali pre-cristiani del nord Europa che prevedevano la raccolta ed il consumo di Amanita muscaria.
Gli “uomini sacri” facevano uso del “fungo dei pazzi” per comunicare con gli spiriti, visitare nuovi mondi, favorire la trance durante le pratiche curative, interpretare i sogni e presagire il futuro. Questi antichi sciamani indossavano cappotti bianco-rossi (i colori dell’”ovolo malefico” e … di Santa Claus!) e lunghi stivali neri. Una volta colti i funghi “magici” li condividevano con gli abitanti del villaggio: da qui la tradizione che vede Babbo Natale scendere dal camino per distribuire i doni contenuti nel grande sacco che porta sulle spalle!
E le renne volanti? Presto detto: questi cervidi, considerati animali sacri per le tribù semi-nomadi lapponi e siberiane, sono soliti mangiare il “fungo dei pazzi” per poi vagare senza meta nei boschi, saltellando e scalciando. Credere di vedere degli animali prendere il volo e stagliarsi nel cielo, non è un evento così improbabile se anche chi guarda le renne in preda ai “deliri” dell’”ovolo malefico”, ha da poco assaggiato l’Amanita muscaria!
Classificazione degli avvelenamenti da funghi
Esistono diversi miceti, più o meno tossici, oltre ad Amanita muscaria e phalloides. Prima però di parlare di alcuni di essi, è bene spendere due parole riguardo la classificazione degli avvelenamenti da funghi fatta in base al tempo che intercorre tra l’ingestione e la comparsa dei sintomi.
- Sindromi a lunga latenza nelle quali i sintomi compaiono da 6 a 24 ore od oltre dal pasto, da considerarsi potenzialmente gravi e mortali in alcuni casi.
- Sindromi a breve latenza nelle quali i sintomi compaiono dopo pochi minuti fino a un massimo di 4-6 ore dal pasto, a decorso benigno nella maggior parte dei casi. Esse rappresentano oltre l’80% dei micetismi (sinonimo di intossicazioni da funghi) osservati.
Elenco di alcuni funghi tossici
- Amanita panterina dal cappello castano-bruno, cresce nei boschi di collina e montagna. Gli effetti che si palesano 30-60 minuti dopo l’ingestione, sono simili a quelli causati da Amanita muscaria e comprendono: incoordinazione motoria, difficoltà respiratoria, allucinazioni, vomito, diarrea, dolori addominali e coma.
- Amanita verna: detta anche “tignosa di primavera”, è estremamente velenosa (mortale! 40 grammi sono sufficienti per uccidere una persona adulta) poichè contiene amanitina presente anche nell’angelo della morte. Di colore bianco, viene spesso confusa con il comune prataiolo. I sintomi (prevalentemente gastroenterici) vengono avvertiti 12-24 ore dopo l’assunzione: il soggetto colpito generalmente muore per complicazioni epatiche e renali.
- Amanita virosa: conosciuta come “angelo distruttore”, è un fungo letale poco diffuso di colore bianco candido che condivide le micotossine e l’andamento sintomatico della “tignosa verdognola”. Le prime avvisaglie dell’avvelenamento si hanno 24 ore dopo esser stata mangiata. La morte avviene a causa di un grave danno epatico.
- Cortinarius orellanus e rubellus: contengono orellanina in grado di causare ischemia e necrosi tubulare con conseguente insufficienza renale cronica irreversibile. Fase di latenza: 8-36 ore.
- Entoloma lividum: conosciuto in Francia come “il perfido” per essere confuso con il ricercatissimo“prugnolo”(Calocybe gambosa), induce una sindrome gastrointestinale. Può risultare mortale se assunto in grandi quantità.
- Galerina marginata: è uno dei miceti velenosi più pericolosi che esistano poiché i meno esperti lo confondono spesso con specie eduli (ovvero che si possono mangiare) che crescono cespitose (detto di foglie, fiori e funghi che nascono dalla base di un fusto principale), appartenenti ad altri generi, come ad esempio pioppini e chiodini (wikipedia). Può causare una sindrome parafalloidea (vomito, diarrea profusa, grave disidratazione) che può evolvere in insufficienza renale acuta e morte. Il periodo di latenza varia tra le 6 e le 15 ore.
- Gyromitra esculenta: causa una sindrome a lunga latenza molto simile a quella falloidea per la presenza di un alcaloide chiamato giromitrina che, una volta idrolizzato a livello gastrico, forma la monometilidrazina (MMH), tossina responsabile dell’avvelenamento. Vengono colpiti soprattutto: fegato, globuli rossi e sistema nervoso centrale.
- Hypholoma (genere): questi funghi sono spesso scambiati per chiodini mangerecci, sebbene provvisti di colori più vivaci (giallo-arancio-rossiccio-bruno). Crescono sui tronchi e causano coliche, vomito, diarrea ed insufficienza epatica acuta (sindrome parafalloidea).
- Inocybe (genere): le carni presentano grosse quantità di muscarina responsabile di una sindrome a breve latenza che comprende: nausea, ipersalivazione, dolori addominali, vomito, sudorazione profusa e brividi.
- Lepiota cristata: conosciuta anche come “falsa mazza di tamburo”, “bubbola falsa” o “cucamela”, è un micete velenoso mortale che provoca una sindrome simile a quella falloidea, a causa delle amanitine in esso contenute.
Da anni in Canada si stanno conducendo ricerche riguardo i meccanismi d’azione delle amatossine, riscontrate in Amanita phalloides ed in alcune specie di Lepiota e Galerina: il fine è quello di capire come queste tossine riescano a riconoscere le cellule epatiche dei mammiferi, tracciandole, per poi causarne la necrosi. Il passo successivo sarebbe quello di “confondere” chimicamente le amatossine e dirottarle verso cellule tumorali!
Autore: Dott. Luca Caputo
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Fonti
- ”Amanita muscaria e la vera storia di Babbo Natale”, A. Siviero, Edra, 18/12/2015.
- “Avvelenamenti da sostanze di origine vegetale nella clinica dei piccoli animali”, Flower M. E., 1981, edizioni Scivac.
- “Avvelenamenti da funghi: quanti morti? Sintomi, sindromi e cosa fare”, FM-Funghi Magazine, 9/04/2020.
- “Ethnomycological data from Siberia and North-East Asia on the effect of Amanita muscaria”, Saar Maret, Journal of Ethnopharmacology, vol. 31, pp. 157-173, 1991”.
- “L’ Amanita muscaria nei miti nordici”, A.A. V.V., 15/03/2009.
- ”Micotossicologia – Intossicazioni Da Funghi”, C. Angelini, A.M.I.N.T., 07/03/2005.
- “Piante allucinogene: Amanita muscaria”, Elicriso.
- “S.O.S. pet come trattare un animale avvelenato: primo soccorso. Manuale pratico per proprietari di cani e gatti”, L. Caputo, editore: La Memoria del Mondo, 2020.
- “The Merck index An Enciclopedia of chemicals, drugs, and biologicals”. 10th Ed. Merck & Co., Inc. 1983.
- “Tossicologia ed avvelenamenti nei piccoli animali” di Roger W. Gfeller , Shawn P. Messonier , Poletto, 2005.
- Wikipedia.