È proverbiale la grande capacità riproduttiva del coniglio, che gli permette con l’accoppiamento di garantirsi una discendenza numerosa.
Il coniglio, in natura, è infatti un animale preda e affida la propria sopravvivenza alla capacità di sfuggire ai pericoli, ma soprattutto alla propria prolificità.
Vediamo insieme quali sono le caratteristiche di questa specie.
Indice dei contenuti
La maturità sessuale del coniglio
La maturità sessuale nel coniglio viene raggiunta in momenti diversi a seconda del sesso, maschio o femmina che sia, e della taglia.
Generalmente le razze “nane” e i loro incroci tendono ad essere più precoci rispetto a quelle di taglia media, che a loro volta maturano in anticipo rispetto ai “giganti”.
In linea di massima, con le debite differenze, possiamo dire che le femmine raggiungono la maturità sessuale meiamente tra i 4 e i 9 mesi.
I maschi invece tra i 5 e i 10 mesi, sebbene la pubertà (ovvero la capacità di ovulare per le femmine e produrre spermatozoi per i maschi) arrivi prima.
Pubertà e maturità sessuale, dunque, non sempre coincidono.
Questo perché per poter sostenere adeguatamente una monta o una gravidanza, gli animali dovrebbero prima raggiungere uno sviluppo corporeo sufficiente.
Il coniglio viene definito “specie a ovulazione indotta”, il che significa che l’ovulazione avviene solamente in seguito all’accoppiamento.
Riproduzione del coniglio: l’accoppiamento
Innanzitutto, per quanto sopra accennato, è consigliabile evitare di mantenere insieme, nello stesso ambiente o nella stessa gabbia, un maschio e una femmina interi, a meno di desiderare cucciolate continue.
Inoltre, sebbene fratelli o cresciuti insieme, due conigli di sesso diverso potrebbero decidere di accoppiarsi prima del tempo.
Se l’accoppiamento avviene prima del raggiungimento di una condizione corporea adeguata, si potrebbero avere infatti ripercussioni sulla sua salute, su quella dei feti e sulla sua carriera riproduttiva futura.
Quando si decide di accoppiare due soggetti generalmente si preferisce portare la femmina dal maschio e non viceversa.
Questo perché lo “stallone” si sentirà più a suo agio all’interno di un territorio che gli è congeniale, impregnato dei propri odori.
È necessario supervisionare con attenzione il momento dell’accoppiamento.
Non sempre infatti la femmina accetta immediatamente il maschio. Potrebbero, pertanto, scaturirne scaramucce con conseguenti lesioni da morso, graffio o altro tipo di traumatismo.
Se la femmina è immediatamente recettiva, non rifiuterà il maschio ed assumerà una caratteristica posizione di lordosi, con il ventre schiacciato a terra e la coda sollevata, in modo da agevolare la monta.
L’accoppiamento vero e proprio dura in genere pochi secondi, durante i quali il maschio esegue dei rapidi movimenti del bacino.
Terminato l’atto sessuale il maschio porta di scatto verso l’alto le zampe posteriori, emettendo un gemito stridulo e, successivamente, ancora attaccato alla femmina, cade su un fianco.
Prima di separare i due partner è meglio fa eseguire almeno tre o quattro salti consecutivi, per aumentare le probabilità di concepimento.
Bisogna però evitare di lasciarli troppo a lungo insieme, altrimenti il maschio continuerebbe a montare la femmina ripetutamente, a volte fino allo sfinimento.
La gravidanza nel coniglio
Dopo l’accoppiamento il maschio e la femmina devono essere separati, onde evitare che il primo possa arrecare fastidio con le sue insistenze.
Durante la gestazione, la futura madre dovrà essere lasciata quanto più possibile tranquilla e in un ambiente a lei familiare e confortevole.
Con il procedere della gravidanza l’addome inizierà ad aumentare di volume, a testimonianza della crescita e dello sviluppo dei coniglietti.
Per ottenere però una diagnosi certa di gravidanza si potrà ricorrere a un monitoraggio ecografico o radiografico oppure alla palpazione trans-addominale.
Tutte queste operazioni che dovranno essere eseguite da un Medico veterinario per non mettere a rischio la salute della madre e dei feti.
La gravidanza dura in media 30-31 giorni.
Pochi giorni prima del “lieto evento” la femmina inizierà a strapparsi il pelo dal corpo e ad accumularlo all’interno della tana o in altro luogo da lei considerato adatto per il parto.
Non c’è da preoccuparsi, dunque, se si osserva una futura madre un po’ “spiumata”, che gira per casa con la bocca piena di ciuffi di pelo.
È più che naturale, anzi, è necessario!
Nell’ultima fase della gravidanza è consigliabile lasciare a disposizione della coniglia una certa quantità di paglia o fieno, che lei potrà utilizzare a suo piacimento per riempire e rifinire il nido.
È buona regola controllare che, almeno nei due giorni precedenti la data attesa per il parto, il nido sia stato “costruito” con cura.
Al contrario è possibile sospettare qualche problema e sarà necessario interpellare il veterinario.
In un altri articoli tratteremo più dettagliatamente il parto del coniglio e la cura dei nuovi nati.