La Dirofilaria immitis è un parassita ormai ben noto, che colpisce i cani e anche i gatti. Oltre a questi due animali domestici comuni, la dirofilariosi può colpire anche il furetto (Mustela putorio furo).
Il furetto, come il cane, può considerarsi un ospite naturale della filaria cardiopolmonare e perciò risulta molto suscettibile a questa infestazione.
I diversi studi che sono stati effettuati per determinare la sensibilità dei furetti a questa malattia, hanno rilevato che il tasso di infestazione ad un inoculo sottocutaneo è del 100 % e le larve che possono raggiungere lo stadio adulto possono essere tra il 25 % ed il 59 %. In alcuni casi le infestazioni hanno raggiunto anche l’80 % di maturazione larvale.
Il furetto, a differenza del cane, presenta una scarsa microfilariemia e, come nel gatto, è di poco interesse come serbatoio per l’infestazione.
La Dirofilaria immitis viene trasmessa dalle zanzare.
Questa parassitosi è presente in Europa soprattutto nel Nord Italia, dove è ubicata la più estesa area endemica del bacino del Mediterraneo, inoltre è presente nelle regioni meridionali della Francia, nella Corsica, in Spagna, in Portogallo, in Grecia ed in Turchia.
Quando il furetto viene punto da una zanzara femmina infetta che si nutre del suo sangue, le larve (L3) della D. immitis vengono inoculate nel tessuto sottocutaneo dell’ospite.
Dopo diversi giorni dall’inoculazione la larva migra verso il cuore raggiungendo lo stadio adulto.
La dirofilariosi si comporta nel furetto in generale come nel cane.
Bisogna prendere in considerazione però le misure ridotte del furetto rispetto agli altri animali.
Il cuore di un furetto di circa un chilo può pesare intorno ai cinque grammi, è chiaro che non servono tanti parassiti adulti di D. immitis (un adulto può raggiungere una lunghezza di oltre 30 cm) a livello del cuore, per creare gravi problemi alla salute dell’animale; spesso un solo verme adulto può essere sufficiente per avere un esito letale.
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La prevenzione
Come per gli altri animali da compagnia, anche per il furetto esiste una prevenzione contro la filaria, che agisce sulle larve uccidendole prima che possano raggiungere lo stadio adulto. Ci sono diversi prodotti che possono essere somministrati mensilmente.
Più precisamente la prevenzione inizia circa un mese dopo la comparsa delle prime zanzare fino ad un mese dopo la scomparsa delle ultime, in generale da fine marzo fino a fine ottobre.
Il prodotto da utilizzare viene concordato con il medico veterinario curante, a seconda della necessita dell’animale.
I prodotti a deposito utilizzati nei cani non sono consigliati nei furetti. In generale è necessaria una ricetta di un medico veterinario per avere il farmaco per la profilassi.
La diagnosi
Nel caso in cui non ci sia stata prevenzione, o sia stata somministrata in maniera non regolare, i vermi della dirofilaria si possono annidare nel cuore del soggetto e possono manifestarsi i primi sintomi.
I segni clinici più comuni sono: letargia, tosse, difficoltà respiratoria e si può arrivare anche ad un improvviso decesso per ostruzione delle principali arterie polmonari.
Il medico veterinario può effettuare una serie di esami per valutare il livello dello sviluppo della malattia.
Ci sono inoltre degli esami rapidi che il veterinario può effettuare sul prelievo di sangue per controllare se il furetto è stato infestato o meno dal parassita.
Il test rapido dovrebbe essere eseguito regolarmente ogni due anni anche in caso di animali che ricevono la prevenzione adeguata.
I test diventano positivi solo dopo 5-6 mesi dopo l’infestazione.
Perciò in caso di dubbio è importante ripetere il test ed approfondire l’indagine e non fidarsi di un esito negativo di un primo test tenendo presente sempre dei possibili falsi negativi.
Conclusione
Il furetto, come il cane, è un animale molto suscettibile all’infestazione da Dirofilaria immitis.
Vista questa grande sensibilità è di essenziale importanza effettuare una prevenzione contro la filaria nelle zone territoriali endemiche in cui viene prescritta per il cane, inoltre eseguire periodicamente il test per la ricerca antigenica.
Per chi vive nelle zone assenti da questa patologia, non bisogna dimenticare che in caso di spostamenti e viaggi, gli animali possono essere esposti a questa malattia specialmente durante i periodi estivi.
Infine è inutile ricordare che è sempre meglio prevenire che curare, la cura rimane sempre molto pericolosa e non sempre da risultati soddisfacenti.
A cura del Dott. Kiumars Khadivi-Dinboli