Se il cane mangia dei funghi: l’avvelenamento da amanita

L’intossicazione da funghi in generale è abbastanza comune nel cane, ma la diagnosi è molto difficile quando non si è visto l’animale mangiare il fungo. Tra tutti, l’avvelenamento da amanita falloide è senza dubbio quello più grave e la prognosi dipende in gran parte dalla velocità di intervento.

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cane mangia funghi
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L’avvelenamento da funghi è ben documentato nell’uomo, dove il più delle volte è dovuto all’equivoco di crederli commestibili, ma se un cane mangia dei funghi durante una passeggiata cosa può succedere?

Le intossicazioni da funghi nel cane

Negli animali le intossicazioni da funghi sono meno note, ma non eccezionali, soprattutto nel cane, che li mangia per fame, gioco o curiosità.

L’avvelenamento da funghi colpisce principalmente i giovani animali di età inferiore a 1 anno, che possono facilmente scambiare i funghi per giocattoli con colori, forme e odori attraenti, ma non solo.

Tali eventi si verificano più spesso in autunno, soprattutto durante i mesi di ottobre e novembre, il periodo più favorevole alla crescita dei funghi, ma è possibile riscontrarli durante tutto l’arco dell’anno.

Il fungo amanita falloide e le sue tossine

L’amanita falloide, la specie più spesso identificata quale causa di grave intossicazione, è un fungo comune.

Cresce in posti molto usuali come giardini o ambienti boschivi di latifoglie (principalmente querceti, ma anche faggi o carpini) e sotto le conifere.

Amanita phalloides
Amanita phalloides.

È presente anche nei boschi cedui dai terreni argillosi-calcarei, o anche argillosi o silicei, dall’inizio dell’estate fino a novembre.

Le amatossine, tossine responsabili dell’intossicazione da amanita falloide (Amanita phalloides) si trovano in diverse specie di funghi, tra cui altri tipi di amanite, ad esempio amanita primaverile (A. verna) e amanita virosa (A. virosa), ma anche lepioti (genere Lepiota) e galee (genere Galerina).

Questi funghi contengono inoltre altre tossine, come fallotossine e virotossine, che però non producono danno epatico.

Le amatossine sono molecole resistenti sia alla temperatura (cottura) che all’essiccamento.

Dopo essere penetrate nelle cellule del fegato, agiscono inizialmente riducendo la sintesi proteica, in seguito causano la morte cellulare.

Il fegato è il primo bersaglio di queste tossine, anche se tutte le cellule sono sensibili alla loro azione.

La loro eliminazione è prevalentemente urinaria. C’è escrezione nel latte, mentre è ancora in fase di discussione il passaggio dalla madre ai feti attraverso la placenta.

Come per tutti gli avvelenamenti, la gravità è correlata alla dose e un singolo fungo rappresenta una dose potenzialmente letale.

L’intossicazione nell’uomo

Nell’uomo il decorso clinico di intossicazione da amanita falloide comprende tipicamente tre (o quattro) fasi: periodo di latenza; sintomatologia gastroenterica; remissione; fase terminale.

Dopo l’ingestione dei finghi si ha un periodo di latenza silenziosa, da 6 a 24 ore, anche 48 ore (in media da 10 a 12 ore).

In seguito si ha la comparsa improvvisa e intensa di una sintomatologia gastrointestinale con nausea, vomito, dolori addominali e diarrea acquosa, sanguinolenta e incessante.

Questa gastroenterite può persistere per 2-5 giorni. Le conseguenze sono la comparsa di uno stato di grave disidratazione e disturbi idroelettrolitici.

Può, quindi, insorgere un’insufficienza renale funzionale.

Talvolta compare una fase di apparente remissione, da 24 a 48 ore dopo l’ingestione dei funghi, che dura da poche ore a pochi giorni.

I sintomi diminuiscono, il che suggerisce che la malattia si è risolta.

La fase terminale dell’avvelenamento, che è spesso fatale, con danno epatico, renale e talvolta neurologico.

Disturbi della coscienza, come disorientamento, confusione, sonnolenza, vertigini, convulsioni o coma possono seguire a un progressivo peggioramento dell’encefalopatia epatica.

cane mangia funghi bassotto

L’intossicazione da funghi di amanita falloide nel cane

Nei cani, il quadro clinico è paragonabile a quello descritto nell’uomo, ma non è molto specifico.

Sono quindi gli esami del sangue associati all’anamnesi e alla storia dell’animale che orienteranno verso un avvelenamento da funghi, differenziando la diagnosi da quella di epatite fulminante.

Tuttavia, i casi riportati nelle pubblicazioni veterinarie sono pochi, probabilmente perché la diagnosi definitiva è difficile nei cani.

Infatti, non è sempre il proprietario si accorge quando il cane mangia i funghi e, quando avviene, questi raramente sono identificati.

La terapia che può essere utilizzata dal Medico veterinario si basa su quanto raccomandato nell’uomo.

La terapia è principalmente finalizzata alla correzione dello squilibrio elettrolitico e alla normalizzazione della pressione arteriosa.

Il trattamento eliminatorio si basa sulla somministrazione di carbone attivo e sul mantenimento della diarrea (che permette l’eliminazione della tossina).

Se il proprietario rileva l’ingestione di funghi, in assenza di certezze sulla specie in questione, è sempre consigliabile fare sputare o vomitare il cane.

L’intossicazione da amanita falloide è senza dubbio l’avvelenamento fungino più grave e la prognosi dipende infatti in gran parte dalla velocità di intervento.

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