La dieta svolge un ruolo importante nella salute intestinale del cane e del gatto.
Un’alimentazione non conforme alle raccomandazioni dietetiche, con scarsa qualità degli ingredienti e con una non corretta composizione nutrizionale può avere un impatto negativo.
Può avere infatti effetti negativi sul sistema immunitario gastrointestinale, sul microbiota (popolazione di microrganismi che colonizza l’intestino) e sulla permeabilità intestinale dell’animale.
Indice dei contenuti
Dieta e salute intestinale nel cane e nel gatto
Lipidi
Gli studi scientifici sono concordi nel riconoscere il beneficio di una dieta a ridotto contenuto di grassi o dell’integrazione con acidi grassi omega-3 in soggetti con problemi intestinali.
La ridotta digestione dei grassi può infatti provocare un’alterazione della flora batterica intestinale.
Aminoacidi
È stato dimostrato che i gatti con malattie gastrointestinali croniche hanno concentrazioni plasmatiche ridotte di aminoacidi essenziali.
Inoltre, alcuni ricerche stanno cercando di capire se anche nei cani con patologie intestinali croniche l’integrazione con aminoacidi aiuti a migliorare i segni clinici e l’esito della malattia.
Fibra
Le fibre alimentari sono carboidrati di origine vegetale che non possono essere digeriti dagli enzimi dei mammiferi.
Si ritiene che la fibra abbia numerosi benefici per la salute.
Si ipotizza che abbia non solo un effetto antinfiammatorio, ma anche un ruolo nel mantenimento della funzione di barriera intestinale.
Il trattamento con una dieta altamente digeribile, integrata con fibre solubili, determina una risposta eccellente nella maggior parte dei cani con problemi intestinali.
La fibra può anche fungere da prebiotico, cioè come un ingrediente alimentare non digeribile, in grado però di promuovere la crescita di microrganismi intestinali benefici.
Vitamine
Diversi studi hanno documentato un basso livello di vitamina D e B12 nelle patologie intestinali croniche del cane e del gatto.
In particolare, basse concentrazioni di vitamina B12 sono considerate un indicatore di prognosi negativa in questi soggetti.
Minerali e altri micronutrienti
In alcuni animali con patologie enteriche possono essere osservate basse concentrazioni di magnesio nel sangue, che richiedono un’integrazione nutrizionale.
Invece, altre carenze di micronutrienti, come zinco, selenio e ferro, non sono state abbastanza studiate nelle patologie intestinali del cane e del gatto, ma sono considerate preoccupanti in quelle umane.
Additivi nutrizionali
Gli emulsionanti comprendono sostanze in grado di stabilizzare e omogeneizzare sostanze non miscelabili tra loro, come acqua e olio.
Ebbene, alcuni studi hanno dimostrato che alcuni emulsionanti sono in grado di promuovere un microbiota proinfiammatorio e indurre cambiamenti nel tratto intestinale.
Cani e gatti possono essere esposti a diversi emulsionanti attraverso alimenti per animali domestici e snack commerciali.
Gli ingredienti elencati sull’etichetta di un alimento per animali domestici possono essere consultati per verificare quali additivi specifici siano presenti nell’alimento.
Valutazione della dieta in caso di disturbo intestinale nel cane e nel gatto
La valutazione della dieta in presenza di sintomi gastrointestinali può identificare eventuali fattori scatenanti i disturbi intestinali.
La dieta dovrebbe essere completa ed equilibrata e dovrebbe soddisfare le raccomandazioni delineate dalle linee guida NRC (National Research Council) o Fediaf (Federazione Europea dell’Industria degli Alimenti per Animali da Compagnia).
È importante conoscere un elenco completo dei cibi assunti dal cane o dal gatto (inclusi snack, dolcetti, cibi da tavola e alimenti usati per somministrare eventuali farmaci)
In modo tale si potrà verificare l’esposizione a possibili antigeni o ingredienti potenzialmente dannosi per l’animale.
Gli antigeni dietetici identificati più comunemente nei cani sono le proteine di manzo, i latticini e il grano.
Quelli più comunemente identificati nei gatti sono le proteine di manzo, i latticini e il pesce.
Occorre inoltre determinare il contenuto di fibre e la digeribilità della dieta.
Bisogna poi determinare contenuto di grassi della dieta e i loro possibili effetti sull’apparato gastrointestinale.
Le diete con meno del 20% di grassi sono considerate adeguatamente povere di grassi.
I benefici delle strategie dietetiche negli animali con patologie intestinali croniche sono variabili e dovrebbero comunque essere personalizzate sull’animale.
Studi scientifici hanno dimostrato una risposta clinica alla dieta in cani e gatti con patologie intestinali croniche entro o dopo 2 settimane dal cambio di alimentazione.
Autori: Giorgia Meineri, Vittorio Saettone